Every beat of my heart, la poesia
Magica soglia
Il mutamento eterno e quotidiano della realtà dalla luce al buio: la sera. Quel passaggio è cantato con la prodigiosa sapienza del poeta dal supremo Ugo Foscolo in un gioiello insuperabile. Eccolo…
Gli incanti del buio: dal rapimento notturno, da quella condizione di interruzione del tempo e di irruzione del sogno, ha origine una costola della letteratura universale. Il buio è come il mare, come il viaggio, come il sole, come il cielo: i grandi scenari che, pur pieni di bellezza e senso, e anzi forse proprio perché traboccanti di pienezza, attendono, desiderano il completamento umano, la poesia, l’opera. Conosciamo il buio cosmico che precede l’avvento della luce e con essa confligge: il buio delle cosmologie che si oppone all’esplosione della vita, al trionfo del regno della luce. Ma doppia è la valenza del buio: quando scende la sera e poi giunge la notte, si manifesta la potente realtà siderale, il mondo degli astri che tracciano le rotte nel cielo, i segni tramati dall’alto, imperscrutabili nella luce del giorno. Le palpebre si chiudono, il sogno irrompe.
Alla selva buia di Dante, ai notturni di Tasso, alle notti astrali di Leopardi, Foscolo, un altro supremo poeta italiano, aggiunge un gioiello insuperabile: un sonetto dedicato non alla notte ma alla sera, all’attimo del trapasso, a quel breve e fatale tempo di interruzione cosmica in cui si passa dal tumulto alla quiete. Il mondo dei sogni e della sospensione incombe, l’affanno e il travaglio del divenire stanno per svanire: la sera è cantata con la prodigiosa sapienza del poeta che coglie in quel passaggio il mutamento eterno e quotidiano della realtà dalla luce al buio. L’animo ruggente si placa, le cure, gli affanni a poco a poco s’immergono in un tempo lieve e liquido, per accedere a una prossima zona di pace. La sera è la magica soglia tra il clangore e le passioni del giorno e l’incanto del sonno. La quiete che scende in lui è la quiete dell’universo. La voce del poeta non parla a nome di un individuo, ma dell’anima del mondo.
Alla sera
Forse perché della fatal quiete
tu sei l’imago a me s’ cara vieni
o Sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,
e quando dal nevoso aere inquiete
tenebre e lunghe all’universo meni
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co’ miei pensieri su l’orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.
Ugo Foscolo