Simona Negrelli
Bollani, Valentina Cenni e “La regina Dada”

Liberi dalla ragione

È divertente ed emozionante, poetico e surreale il collage di musica, parole, danza, mimo messo in scena dal celebre pianista e dalla sua compagna, attrice e danzatrice. Molto apprezzato dalla giovane platea dell’Auditorium dell’Università della Calabria, ad Arcavacata

La regina Dada è come una boccata d’aria fresca: tonificante e liberatoria, oltre che un po’ anarchica. Non c’è una vera e propria regia a tenere i fili di questo collage di musica, parole, danza, mimo, luci che Stefano Bollani e Valentina Cenni hanno realizzato, scritto e interpretato. E la platea del teatro Auditorium dell’Università della Calabria, ad Arcavacata (Cs), formata soprattutto da studenti, ha molto apprezzato le creazioni poetiche e surreali unite alla musica di Bollani. Una composizione, la sua, ricca di citazioni classiche, come Cajkovskij e Mozart, melodiosa e suadente quanto basta per sostenere una fiaba dadaista, che fin dal titolo si richiama esplicitamente al movimento fondato, tra gli altri, da Tzara dopo la prima guerra mondiale.

Che il razionalismo sia bandito, dunque, insieme ai suoi soffocanti schemi mentali. La regina, infatti, vuole abdicare, rinunciare a un regno in cui non si riconosce più e si rifugia a casa del suo maestro di musica, quasi fosse un luogo dell’anima, per quanto sghembo come la scenografia disegnata da Andrea Stanisci, con una porta obliqua e rialzata, una parete erbosa con due finestre che si aprono al contrario, una lampada capovolta e, ovviamente, un pianoforte. In questo luogo è consentito essere pienamente se stessi, pura essenza priva di sovrastrutture, esplorando la propria creatività. Qui, soprattutto, è possibile un incontro autentico. Così, piano piano, si sciolgono i legacci che mantengono i piedi ben piantati per terra, a cominciare dalle paure. Quella più grande di tutte, la paura di morire, poi la paura del giudizio altrui e quella che le parole non bastino per farsi comprendere dagli altri.

Bollan 2Si ride e ci si emoziona mentre ci si lascia andare a una sorta di flusso di coscienza che mescola il linguaggio musicale, quello del corpo e della parola. Meravigliose le pantomime di Valentina Cenni, coi suoi gesti accompagnati da giochi di luci (il disegno è di Luigi Biondi), a rendere il tutto più suggestivo. La performance mira a scardinare i concetti di spazio e tempo, restituendo un’idea di vita che ha senso solo nell’hic et nunc, qui e ora, adesso, come ripete ossessivamente una voce registrata (a Francesco Canavese il compito di coordinare i suoni, disegnati da Francesco Giomi).

Questo di Bollani è un debutto come autore e attore teatrale, ma sono anni che il compositore e pianista ci ha abituato al suo eclettismo, alle incursioni televisive e radiofoniche e alle collaborazioni musicali più disparate, come quelle con Chick Corea e Claudio Baglioni, passando per il festival musicale organizzato dal Movimento 5 stelle, mentre, di tanto in tanto, si diverte anche a scrivere libri sui musicisti. L’ultimo, per esempio, è dedicato a Frank Zappa, uno dei suoi idoli. Questo spettacolo, che Bollani ha anche prodotto insieme a Pierfrancesco Pisani, in collaborazione con Infinito srl, è nato anche dal desiderio di creare qualcosa insieme alla sua compagna, Valentina Cenni, di far incontrare le proprie creatività. Lei, attrice e danzatrice, di recente è stata molto apprezzata come Desdemona nell’Otello diretto da Luigi Lo Cascio.

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