A Salerno in mostra la collezione Esposito
L’arte dei diritti
Mariangela Levita ci parla della sua opera, «Dog Gay Pride 2000-2016», presente alla mostra “Face To Face“, un'iniziativa che apre al pubblico parte della collezione di Ernesto Esposito
Fino al primo maggio si terrà a Salerno, la mostra Face To Face. La cornice è quella di Palazzo Fruscione e della cappella inferiore del Complesso di S. Pietro a Corte a Salerno. La mostra permette al pubblico di vedere una selezione di opere di artisti internazionali emergenti dalla collezione personale di Ernesto Esposito, noto designer di calzature, nonché collezionista appassionato d’arte a tempo pieno. La mostra è sostenuta dalla Soprintendenza per le Belle Arti e il Paesaggio di Salerno e Avellino, con il Comune di Salerno, con il patrocinio dell’Autorità Portuale, dell’Azienda Soggiorno e Turismo e della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana. Tra le opere presenti, vi sarà Dog Gay Pride 2000/2016 di Mariangela Levita.
Mariangela Levita, come nasce la sua opera Dog Gay Pride 2000/2016?
L’opera nasce nel 2000, data epocale per l’arrivo del nuovo millennio e che fu scelta per battezzare il primo World Gay Pride. Fu, per me, uno degli eventi più incisivi e straordinari della storia italiana. Roma si colorava di vita con un rave pacifista mondiale, che combatteva per l’uguaglianza e celebrava la diversità nel nome dei diritti civili di ogni essere umano. Ecco perché prima dell’evento dipinsi “Dog Gay Pride 2000”. Nell’opera rappresento il World Gay Pride, attraverso la figura iconica del cane, l’animale più fedele all’uomo. I suoi colori sono quelli dell’arcobaleno, come la rainbow flag dai tratti fluidi e istintivi, nuova icona da rave party.
L’opera nasce in due momenti diversi, nel 2000 e nel 2016.
Sì, oggi, a distanza di 16 anni, è per prima volta in mostra e si presenta sotto forma di installazione. “Dog Gay Pride 2000/2016” si completa con l’elemento wall-paper del Red Equal Sing simbolo della Human Rights, compagnia che sensibilizza sui diritti della comunità LGBT per la parità dei diritti civili. Il segno matematico uguale ora diviene parte integrante dell’opera per restituirgli una temporalità odierna.
L’arte può davvero veicolare messaggi che portino a una maggiore consapevolezza dei diritti civili in un paese?
Il linguaggio dell’arte è storicamente anticipatore e testimone attento dei flussi sociali nella contemporaneità. Attraverso il lavoro e la ricerca dell’artista, grazie alla sua singolare esperienza, si possono veicolare messaggi pubblici che portino nel tempo a una maggiore consapevolezza umana e quindi a un sostegno dei diritti civili.
Che rapporto si crea tra l’artista e il collezionista?
Definisco il rapporto tra artista e collezionista il raggiungimento di un desiderio, in quanto si crea e si completa insieme il desiderio di dare continuità al ruolo dell’opera d’arte nella società.La testimonianza di questo rapporto si individua in maniera lucida nella figura di un vero “Art Lover” quale Ernesto Esposito che ha cominciato a collezionare arte all’età di 18 anni. Esposito ha messo insieme, in questi ultimi 40 anni, più di mille opere che partono dal dopo guerra con i classici come Warhol, Rauschenberg, Kounellis, fino agli artisti internazionali più interessanti e diversi del momento. È proprio la sua innata intuizione e creatività a rendere la sua collezione davvero interessante ed eterogenea. Oggi, la mostra “Face to Face” segue le mostre “Cara Domani” tenutasi al Museo Mambo di Bologna, e “The Go Between” al Museo di Capodimonte a Napoli, sempre tratte dalla collezione Esposito.Ecco che le innumerevoli opere sono la voce e la traccia delle esperienze soggettive degli artisti e del loro personale rapporto con l’universo dell’arte. Collezionista e artista hanno uno scopo comune: restituire continuità al ruolo che ha l’opera d’arte in una società presente e futura.