Un incontro allo “Scugnizzo Liberato”
I sogni di Igort
Ospite di un collettivo sociale, il celebre autore di comix, Igort, a Napoli ha spiegato come certe utopie possono (e devono) essere vitali. Grazie a un disegno
Tre appuntamenti affollati di pubblico in soli due giorni e una mostra che durerà fino all’inizio di marzo. È questo il risultato ottenuto dalla Scuola Italiana di Comix che con la collaborazione del Comicon, della galleria Hde e del collettivo NaDir ha portato a Napoli nei giorni scorsi Igor Tuveri, uno dei più importanti e autorevoli fumettisti italiani. Tre incontri che per iniziativa di un centro sociale e grazie al coordinamento di Mario Punzo, direttore della Scuola di Comix, si sono svolti in tre luoghi molto diversi della città: la stessa scuola, un edificio storico occupato e una galleria d’arte.
Il maestro Tuveri, che firma come Igort e che è considerato il padre del graphic novel in Italia, ha presentato il suo nuovo libro, Quaderni Giapponesi. Un libro autobiografico, “inatteso e non pensato”, che descrive il suo rapporto col Giappone, i ventitre viaggi in poco più di venti anni e la vera e propria “febbre” per questo paese e la sua cultura. Paese e cultura che hanno inciso profondamente sull’opera di Igort, che ama ripetere di essere stato giapponese in una precedente vita. “Quando sono lì scopro ogni volta mondi e cose nuove: la natura che dal vero appare stilizzata come nelle rappresentazioni più ricorrenti della loro iconografia; il concetto del tempo che influisce sul loro modo di raccontare prediligendo storie lunghe rispetto ai nostri standard; il senso del magico che è dappertutto”.
È affascinante il racconto di Igort. Stregato dalla scrittura giapponese che è essa stessa disegno, affascinato dalle cerimonialità e dalla devozione per il lavoro, l’autore rivela come davanti a un albero di loto nella neve o a una antica casa di paglia si possa trovare la bellezza spirituale, ci si possa fermare “ad aspettare le storie per capirle, essiccarle e ripulirle”. “Perché i Manga – prosegue – sono sogni di carta. Esprimono potenza, commozione, fede nelle piccole cose. E disegno e scrittura sono due atti magici, che dipendono anche dalla propria capacità di stare all’ascolto e di contemplare”.
Deve far riflettere che questo grande narratore sia arrivato a Napoli per l’iniziale invito di un gruppo di giovani che lo ha contattato all’ultimo Lucca Comix. Si tratta degli attivisti della campagna “Scacco Matto” che a settembre dell’anno scorso hanno riaperto l’ex Carcere Minorile Filangieri, nel popolare quartiere di Montesanto. Nel bellissimo e degradato edificio seicentesco, un’insula che fu Convento delle Monache Cappuccinelle e che oggi ha preso il nome di “Scugnizzo Liberato”, questi ragazzi stanno realizzando attività sociali come doposcuola per i bambini del quartiere e corsi di lingua per gli stranieri, ma anche cineforum, mostre, incontri, feste. “Tante chiacchiere sulla sicurezza e la legalità formale – scrivono sulla loro pagina Facebook – non valgono quanto il nostro impegno per costruire spazi dove proporre laboratori di formazione, arte, sport popolare nei vicoli del centro storico di questa città, tramite l’autorecupero di immobili abbandonati, la produzione culturale e il mutuo soccorso”.
Ed è stato proprio in uno degli spazi al piano terra dello “Scugnizzo Liberato” che Igort ha fatto la prima delle tre presentazioni dei suoi “Quaderni”, ospite d’eccezione di una settimana di eventi dedicati alla cultura giapponese. Con il loro impegno, con la loro “gestione partecipata” attraverso assemblee quindicinali, questi giovani stanno provando a dare risposte ai bisogni e alle difficoltà dei residenti.
Il quartiere apprezza e partecipa. Ora si aspetta un riconoscimento dagli enti locali.