Ritratto d'artista
L’emozione mancante
«Tre doti per fare l'attrice? Curiosità, egocentrismo, energia. Il resto è desiderio di emozionare il pubblico»: il teatro secondo Federica Fracassi
Nome e cognome: Federica Fracassi.
Professione: Attrice.
Età: 44.
Da bambina sognavi di fare l’attrice? Sognavo di vivere in realtà parallele, spostata nello spazio o nel tempo: astronauta, antica romana, ballerina, paracadutista, attrice…
Cosa significa per te recitare? Donarmi senza limiti.
Il tuo film preferito? Le notti di Cabiria di Federico Fellini.
Il tuo spettacolo teatrale preferito? L’Orlando Furioso diretto da Luca Ronconi.
Qual è l’attrice da cui hai imparato di più? Eleonora Duse, Monica Vitti, Mariangela Melato.
Qual è il regista da cui hai imparato di più? Renzo Martinelli con cui lavoro da sempre.
Il libro sul comò: Il maestro e Margherita di Michail Bulgakov.
La canzone che ti rappresenta: Domani è un altro giorno di Giorgio Calabrese cantata da Ornella Vanoni.
Descrivi il tuo giorno preferito. Non so rispondere… direi quando c’è il sole…
Prosecco o champagne? Franciacorta.
Il primo amore, lo ricordi? Valerio, alle elementari, un bambino con gli occhi azzurri che vinceva tutte le gare di atletica.
Il Primo bacio: rivelazione o delusione? Rivelazione con la voglia di provarne altri.
Strategia di conquista: qual è la tua? L’ironia.
Categorie maschili che non ti piacciono? I palestrati, i paternalisti, quelli che hanno bisogno di donne oggetto per sentirsi uomini.
Classifica per sedurre: bellezza, ricchezza, cervello, humour. Humor, cervello, bellezza, ricchezza.
Il sesso nobilita l’amore? O viceversa? E viceversa.
Meglio le affinità elettive o l’elogio degli opposti? Le affinità elettive… sono così rare.
Costretta a scegliere: cinema o teatro? Teatro… è stata la mia vita finora.
C‘è qualcosa che rimpiangi di non avere detto a qualcuno? No, ho detto sempre troppo.
Shakespeare o Beckett? Impossibile l’uno senza l’altro.
Qual è il tuo ricordo più caro? Sono piccolissima. Mi scappa la pipì, ma sono affascinata da una discussione tra “grandi” e non voglio perdere il filo. Grido di aspettarmi, vado a prendere il vasino, lo porto in salotto sul tappeto buono, tiro giù le mutande e finalmente posso ascoltare mentre piscio in pubblico… Senza saperlo ho reso la serata indimenticabile e ne ridiamo ancora.
E il ricordo più terribile? La fine di un amore.
L’ultima volta che sei andata a teatro, cos’hai visto? Elettra, biografia di una persona normale di Nicola Russo, la storia vera e commovente di un’attrice d’avanspettacolo.
Racconta il tuo ultimo spettacolo: Mephisto dal romanzo di Klaus Mann per la regia di Luca Micheletti prodotto dal CTB di Brescia. È la storia di attori ambiziosi che nel periodo nazista antepongono la sete di gloria e potere a una presa di posizione umana e politica.
Perché il pubblico dovrebbe venire a vederlo? Perché è uno spettacolo di altissima qualità, con ottimi attori, recitato, cantato, danzato e perché il tarlo dell’ambizione riguarda tutti noi. E forse anche il nazismo…
Il mondo del teatro è veramente corrotto come si dice? Non credo. Credo sia un mondo potenzialmente corruttibile, perché è un mondo fragile dove ci sono poche risorse per realizzare i progetti al meglio. Però è troppo povero per essere davvero corrotto. È un mondo di poveracci che per un pezzo di pane lavorano giorno e notte per regalare emozioni e riflessioni al pubblico. Dovendo spesso litigare per quel pezzo di pane… più che corromperci ci corrodiamo, ci esauriamo…
Come e dove ti vedi tra cinque anni? Spero di avere l’opportunità di dedicarmi a progetti sempre più belli e importanti sia in cinema che in teatro. E di essere un po’ serena… sì.
La cosa a cui nella vita non vorresti mai rinunciare. L’amore, la passione in tutti i sensi.
Quella cosa di te che nessuno ha mai saputo (fino ad ora). Perché dovreste saperla ora?
Piatto preferito: Cassoeula.
Quanto conta la bellezza per un’attrice? Credo molto, checché se ne dica. Conta in generale per le donne, che vengono spesso giudicate anche a partire dal loro aspetto.
C’è parità di trattamento nel teatro tra uomini e donne? Sì. L’unica differenza è che ci sono meno uomini e più ruoli per loro e quindi per le donne la concorrenza è più spietata.
Mai capitato di dover rifiutare un contratto? Sì, per impegni presi in precedenza che si sovrapponevano.
Di lasciarti sfuggire un’occasione di lavoro e di pentirtene subito dopo? Mi pento in continuazione…
Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare nel cinema? Martha in Chi ha paura di Virgina Woolf di Edward Albee.
Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare in teatro? Blanche in Un tram che si chiama desiderio di Tennesse Williams, ma anche Medea.
Da chi vorresti essere diretta? Da Cristoph Marthaler.
Tre doti che bisogna assolutamente possedere per poter fare l’attrice. Curiosità, egocentrismo, energia.
Tre difetti che non bisogna assolutamente avere per poter fare questo mestiere. Pigrizia, eccessiva timidezza, mancanza di generosità.
Cosa accadrebbe all’umanità se il teatro scomparisse? L’umanità lo reinventerebbe.
Gli alieni ti rapiscono e tu puoi esprimere un solo ultimo desiderio. Quale? Risparmiare la Terra… il mondo è bellissimo.
La frase più romantica che ti sia capitato di dire in scena. «Fammi annegare, amore, nel tuo amore… d’azzurro e oro… e ora trascolora… Io vivo quando muoio per amore!» (da Corsia degli incurabili di Patrizia Valduga).
La frase più triste che ti sia toccato di dire in scena. «Frequentiamoci, Franck, interessatevi a me. Guardi, quando piego la testa da una parte o dall’altra, come fa Hilda, la massa dei miei capelli ondeggia tutta insieme, proprio come facevano i capelli di Hilda. Se lo ricorda, Franck?» (da Hilda di Marie Ndiaye)
Mai capitato di dimenticare una battuta? Che succede in questi casi? Se il testo non è particolarmente musicale si fanno parafrasi e il pubblico non se ne accorge…altrimenti è più difficile…ma con l’esperienza è un problema gestibile…
Cosa vorresti che la gente ricordasse di te? Che ho provato, sia nella vita che ogni volta che salivo sul palco, a dare qualcosa agli altri.
Hai mai litigato con un regista per una questione di interpretazione del personaggio? Spesso con Martinelli per troppa conoscenza reciproca… con gli altri mi limito a discutere educatamente, ma non sono mai litigate… mi piace essere costruttiva e cercare di incontrare le visioni dei registi con cui lavoro.
Se potessi svegliarti domani con una nuova dote, quale sceglieresti? Per una settimana soltanto vorrei essere misteriosa, imprendibile, sdolcinata, astuta… insomma provare a vivere da gatta morta.
Se potessi scoprire la verità su te stessa o sul tuo futuro, cosa vorresti sapere? Meglio non sapere, sarebbe paralizzante.
Se sapessi di dovere morire, che cosa cambieresti nella tua vita? Passerei più tempo con le persone che amo.
Che cosa è troppo serio per scherzarci su? Non si può scherzare su chi è più fragile di noi e non può difendersi. Chiunque venga discriminato a causa della sua fragilità e della sua particolarità è invece da proteggere e aiutare.
Progetti futuri? Oltre al già citato Mephisto, riprenderò la turnée di Euridice e Orfeo di Valeria Parrella per la regia di Davide Iodice con Michele Riondino al mio fianco e poi la terza parte del progetto di Massimo Sgorbani Innamorate dello spavento per la regia di Renzo Martinelli. Magda e lo spavento sarà in scena in dicembre all’Elfo Puccini a Milano e in aprile al Teatro India a Roma. Ho nuovi progetti in testa che spero trovino presto la loro possibilità di realizzazione.
Un consiglio a una giovane donna che voglia fare l’attrice. Se senti che non puoi fare a meno di questo sogno buttati senza esitazione e lavora sodo.