Al Teatro Cometa Off di Roma
Incontri ravvicinati con Sorella Morte
Torna con delle novità il “Corso Involontario per l’uso di evidenti debolezze” di Lorenzo Gioielli. Un testo che tra paradosso e provocazione affronta temi impegnativi trattandoli con intelligenza e rispetto, senza rinunciare alla denuncia
Nuovissimo Corso Involontario per l’uso di evidenti debolezze è il titolo dello spettacolo in scena, per la seconda volta, a distanza di un anno, al Teatro Cometa Off di Roma fino al 18 ottobre, ma badate, non si tratta di una mera ripresa; nuovi blocchi di testo sono stati inseriti. Con un titolo così, difficile non incuriosirsi, soprattutto avendo in memoria altre produzioni di Lisa – ovvero Libere Iniziative Spettacolari Azzardate. Secondo una statistica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno l’un per cento degli occidentali muore. Il Corso Involontario per l’uso di evidenti debolezze offre un impagabile servizio: rivela chi dei presenti allo spettacolo morirà entro dodici mesi! Così recita il programma di sala.
Da quello che immaginiamo quindi ogni singola replica darà l’opportunità alla compagnia di individuare tra i convenuti, attraverso le sue reazioni allo spettacolo, l’inconsapevole morituro del prossimo anno solare. Detto così è un po’ forte, diciamo azzardato. Comunque provocatorio tenendo conto che siamo italiani. Scagli la prima pietra chi di noi non custodisce un amuleto, un cornetto, un gingillo, un oggetto ritualmente beneaugurante insomma, cui riferirsi nei momenti bui. Tutti fermi, lo sapevo. Ci si potrebbe scrivere più di un romanzo. Ma tornando allo spettacolo effettivamente succede proprio così. Alla fine della replica uno spettatore viene identificato da sorella morte. Tutti gli altri a casa a rimboccarsi le copertine e a nanna tranquilli. Dapprima il pubblico presente ridacchia apertamente, man mano che la fine si avvicina l’atmosfera della sala cambia. Il testo è strutturato come un contenitore di racconti: la spina dorsale sviluppa temi prioritari che giunti all’acme vengono congelati per essere ornati da storie parallele che se da una parte alleggeriscono e deresponsabilizzano lo spettatore, dall’altra approfondiscono il tema. Un cambiamento di prospettiva che fa abbassare la guardia e permette di tirarsi fuori dai giochi. Divenuti estranei alla storia possiamo quindi permetterci di giudicare senza essere feriti. Una trappola, ovviamente. Perché un secondo dopo riparte l’attacco. Arguto e feroce.
Come è nella cifra dei testi di Lorenzo Gioielli anche questa volta si mettono sul piatto temi impegnativi – la morte in primis – trattati con intelligenza e rispetto senza rinunciare mai alla denuncia diretta, livida, lacerante per urgenza, ma spostando continuamente il soggetto che racconta e che quindi introduce il suo personale punto di vista. Il risultato può essere spiazzante per il rincorrersi di trame che corrono parallele o si intersecano con i personaggi che sviluppano tra di loro relazioni a sorpresa, ma permette allo spettatore di sposare una causa piuttosto che un’altra e quindi di scoprirsi. Il gruppo degli interpreti si presenta piuttosto compatto, anche se ognuno di loro ha maturato percorsi ed esperienze di palcoscenico diversi. Il mago in vita, lo stesso Gioielli, gode dei suoi evidenti tempi comici riuscendo a redimere continuamente lo spettacolo da baratri di sconforto e possibili ipotetici collassi emotivi. Sembra uscita da una tela di Otto Dix Emma, la sodale del mago incrostata di tristezza, interpretata da Elisa Di Eusanio attrice fuori dal comune per spericolata generosità devoluta a favore del personaggio. Andrea Lolli – essendo il suo personaggio deceduto – porta in scena l’effetto sovrannaturale. Valentina Cretella, Marco Morana, Valeria Spada, Arcangelo Zagaria, sono le altre pedine inconsapevoli del grande gioco della vita; svelano dettagli, suggeriscono situazioni, scoprono intrecci. Lo fanno gentilmente, con leggerezza e ironia, senza soffrire realmente. Marzia Meddi, l’ultima a entrare in scena è semplice e naturale come la morte che interpreta. La regia discreta di Virginia Franchi li armonizza. Giuditta Londi firma i costumi: pochi elementi, ma efficaci. Dimenticavo: lo spettacolo è vietato ai minori di 18 anni.
(© foto Gabriele Gelsi)