Alessandro Boschi
Il nostro inviato al Lido

Il cinema ottantenne

Clamoroso successo per Christopher Plummer e Martin Landau: in «Remember» di Atom Egoyan interpretano due vecchi che cercano di vendicarsi degli orrori subiti ad Auschwitz

In attesa di Per amor vostro di Giuseppe M. Gaudino, ultimo italiano in concorso alla Mostra di Venezia, registriamo la calorosa accoglienza, per lo meno in Sala Grande, riservata a Remember di Atom Egoyan. Costruito intorno a due grandi attori ultraottantenni come Christopher Plummer e Martin Landau, Remember è la storia di una vendetta. Plummer interpreta Zev, un ebreo deportato ad Auschwitz che ha da poco perso moglie e memoria, e che con l’aiuto di Max (Martin Landau), intraprende una complicata e faticosissima caccia a chi ha sterminato le loro famiglie. Zev potrà contare solo sul supporto a distanza del suo amico, che oltre a pianificare fin nei minimi dettagli l’estenuante ricerca lo ha dotato di una lettera (stile 50 volte il primo bacio) che funge da vademecum quotidiano per il povero smemorato. Non possiamo raccontarvi altro, se non che il finale, pur se spiazzante, rovina in maniera irrimediabile la costruzione della storia, rendendola di certo più spettacolare ma poco plausibile.

In margine al film di Marco Bellocchio registriamo una curiosa appendice. Da più parti (non troppe in verità) certe atmosfere della prima parte di Sangue del mio sangue sono state accostate alle pellicole di Mario Bava, in particolare a La frusta e il corpo. Bellocchio, con il candore e l’onestà che lo contraddistinguono, ha ammesso di non conoscere Bava. Il che è davvero sorprendente, e se da una parte ci dimostra che si può esercitare egregiamente il mestiere di regista anche senza conoscere colleghi illustri come quello in oggetto, ci conferma che almeno un filo di snobismo verso il cosiddetto cinema di genere continua a resistere.

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