Da Ermanno Rea a Silvio Perrella
Una festa del libro
Inizia lunedì il Festival Salerno Letteratura diretto da Francesco Durante: una kermesse lunga una settimana e densa di incontri, reading e confronti tra autori e lettori
Al via la festa. Sì, perché il Festival Salerno Letteratura è la grande festa che celebra la cultura e non a caso cade nel giorno del solstizio d’estate come simbolo della luce che trionfa sulle tenebre e vede come sacerdote l’antropologo Paolo Apolito che del rito della festa è il massimo cantore. Sarà lui, il 21 giugno, a dare il ritmo, accompagnato dalle percussioni di Paolo Cimmino, alla sette giorni della kermesse letterario-performativa, scandita, per questa terza edizione, dal titolo “Highlights” e sottolineata dall’evocativo logo di un nido: «Un luogo confortevole dove stare bene insieme nel piacere di una civile convivenza», indica il giornalista e scrittore Francesco Durante, ideatore e anima, con l’art director Ines Mainieri, di questa rassegna nata sul modello gioioso di Pordenone e poi contaminatasi col Festival delle Generazioni di Firenze, firmato anch’esso dal critico del Mattino.
Oltre cento eventi, quasi duecento ospiti, libri – “a carriole” come suggerisce la foto del manifesto – musica, teatro, arte, momenti di riflessione intrecciati a momenti di svago, la parola che si fa racconto collettivo nel segno della partecipazione, della condivisione, dello scambio di energie e di saperi. Un flusso vitale che fino al 28 giugno abbraccerà l’intera città, «una piccola Svizzera del Sud – dice Durante – che pochi conoscono ma che col suo centro storico salotto può aspirare a diventare asse del turismo culturale e noi vogliamo contribuire a creare un flusso di qualità». Ed è proprio la Salerno medievale, col cuore pulsante della cattedrale costruita dal monaco, poeta e architetto Alfano I, ad essere la quinta della no-stop di appuntamenti che si snoderanno dal mattino a notte inoltrata, coinvolgendo indifferentemente tutti, in una visione generalista, volutamente leggera e spensierata «per creare maggiore confidenza con i libri e annullare la barriera psicologica di chi ha paura di entrare in una libreria», avverte Durante che, tra le novità di quest’anno, ha confezionato un format improntato sul dialogo e la teatralizzazione, piuttosto che sulla presentazione tradizionale ormai “rituale stanco”.
Impossibile elencare il ricco programma, messo a punto con sforzi addirittura temerari, visto che gli organizzatori hanno potuto contare su pochi fondi del Comune, qualche sponsor privato, l’amicizia di scrittori e case editrici, qualche risorsa ottenuta dal crowdfunding e soprattutto tanto volontariato. Tra le novità interessanti c’è la Summer School, un segmento rivolto specialmente ai giovani per nuove esperienze creative: tra queste, il minicorso di scrittura condotto da Edoardo Albinati, Giusi Marchetta, Brunella Schisa, Domenico Quirico e il direttore della Città di Salerno Enzo D’Antona. Il ciclo di lezioni si concluderà con la pubblicazione, redattori i ragazzi, di un numero unico sul festival. E sempre a misura – ma non esclusivamente – degli under 30 ci sarà la sezione “Comics” (finalmente il mondo dei cartoon sdoganato) con una full immersion nel graphic novel con l’incontro ravvicinato con i maestri del genere Andrea Paggiaro, in arte Tuono Pettinato, Francesca Riccioni e Silvia Rocchi, e la proiezione del film cult L’arte della felicità di Alessandro Rak. Per i bambini, poi, caccie al tesoro, laboratori e filastroccanti.
Ma veniamo ai big e ce ne sono tanti, a partire da Ermanno Rea (nella foto accanto al titolo) che il 22 giugno terrà la prolusione inaugurale sulla «funzione rivoluzionaria della lettura» e l’indomani presenterà il suo libro più recente Intorno al sorriso di don Giovanni (Feltrinelli), una storia di emozioni, sentimenti, amori e amicizie in cui la dimensione civile, tipica della sua opera, sta sullo sfondo. Ecco, poi, attesissimo, Vinicio Capossella, dal cantautorato d’impegno alla scrittura con il sorprendente, omerico Il paese dei coppoloni (Feltrinelli), fra i candidati al Premio Strega. E, tra vita e romanzo, il prof Domenico Starnone, tra i più eminenti narratori italiani, che converserà con Diego De Silva su temi universali, mentre poi la ribalta toccherà allo scrittore salernitano che leggerà in anteprima il primo capitolo del suo nuovo lavoro Terapia di coppia per amanti in uscita a ottobre. Brividi nella storia con Marcello Simoni che inaugura la sezione di “Largo al giallo”, a cura dell’associazione “Porto delle nebbie”, col bestseller L’abbazia dei 100 delitti (Newton Compton). Un angolo noir, frequentatissimo nelle edizioni precedenti, che vedrà la presenza di una nutrita schiera di giallisti tra cui Massimo Carlotto col ritorno dell’Alligatore ne La banda degli amanti (e/o), Friedrich Ani e il suo bizzarro Tabor Suden, Maurizio De Giovanni nell’anteprima di Anime di vetro di imminente pubblicazione, Deon Mayer e le Tredici ore (e/o) dell’ispettore Bennie Griessel, Marcello Fois in piena stagione brigatista con il trhiller Luce perfetta (Einaudi).
Napoli, un tributo doveroso trovandoci nel Sud di una questione meridionale mai risolta, su cui ci farà riflettere l’economista Mariano D’Antonio. Napoli, forse la città più raccontata. Ce la (de)scriveranno ancora Antonio Pascale che ci accompagna nel Non scendete a Napoli. Controguida appassionata della città (Rizzoli) in luoghi inusuali, e Silvio Perrella con l’intimo Doppio scatto. La città nascosta (Bompiani) tra fotografia e letteratura. La squadra partenopea al femminile vede le punte di Antonella Cilento con lo spettacolare Bestiario napoletano (Laterza) e di Teresa De Sio col trasgressivo, liberatorio, di bruciante attualità L’attentissima (Einaudi). Short stories, great stories, poi, col duetto Mauro Covacich e Valeria Parrella che si cimentano nella narrazione breve con La sposa (Bompiani) e Troppa importanza all’amore (Einaudi).
Per fortuna non insieme approdano al festival i due cavalli di razza della critica d’arte: Achille Bonita Oliva e Vittorio Sgarbi, un salernitano doc e un adottivo visto che da qualche tempo si aggira nella città di San Matteo e dintorni; il primo presenterà l’ultimo nato Il tempo inclinato, terzo capitolo dell’Enciclopedia delle arti contemporanee (Electa); il secondo Gli anni delle meraviglie (Bompiani), l’insuperabile Rinascimento da Piero della Francesca a Pontormo. In mezzo un grande conoscitore del Belpaese, Cesare De Seta che ci riporta alla nostra identità attraverso L’Italia nello specchio del Grand Tour (Rizzoli), e tre magnifici affabulatori del rango di Valerio Massimo Manfredi con Le inchieste del colonnello Reggiani (Einaudi), un focus su chi combatte i predatori d’arte, Eva Cantarella che ci fa conoscere La dolcezza delle lacrime (Mimesis) attraverso il mito di Orfeo, e l’amato-odiato Antonio D’Orrico che “vuota il sacco” sul dietro le quinte del mondo letterario italiano.
Uno sguardo alla politica, tema sensibile in tempi di antipolitica. Può ancora sedurre? Ci risponderà, in forma di scherzo, il filosofo Umberto Curi, mentre divisioni e lacerazioni tra generazioni saranno affrontate da Giulio Sapelli in Né vecchi né giovani: cittadini (Guerini & Associati). Religione e violenza politica sono i temi che dibatteranno il filosofo Roberto Esposito e il giornalista Domenico Quirico, per cinque lunghi mesi prigionieri in Siria. Giuliano Ferrara, invece, ci riporta in Italia con la gran commedia del cavaliere e del boy scout offrendoci, stimolato dal direttore de Il Mattino, Alessandro Barbano, un ritratto folgorante di Matteo Renzi. Da parte sua Goffredo Buccini tesse, invece, la trama della crisi con la partitura delle interviste a dieci governatori sul Come le regioni hanno devastato l’Italia. Democrazia e solidarietà, altro punto dolente che affronterà un grande giurista come Stefano Rodotà che da poco ha pubblicato, per i tipi di Laterza, il libro Solidarietà.
Durante cerca il meglio e inanella altre perle. Ecco uno dei fenomeni più interessanti degli ultimi anni: il ventiduenne Antonio Dikele Distefano, italiano di seconda generazione e figlio di migranti dall’Angola, definito «il nuovo Fabio Volo», che ha esordito a febbraio con Fuori piove, dentro pure. Passo a prenderti? (Mondadori). Poco conosciuto da noi, ma acclamato internazionalmente e membro dell’Accademia di Francia, avremo l’opportunità di incontrare Dany Laferriére, autore di origini haitiane. Così come potremo dialogare, condotti per mano da Titti Marrone, con le scrittrici Lia Levi ed Elena Loewenthal, due personalità della cultura ebraica a confronto. E, nella cornice dei vicoli di Alfonso Gatto, ascolteremo la voce potente di Paul Polansky, cui andrà il premio intitolato al poeta della resistenza. È questa una iniziativa coniata dalla Fondazione Gatto, partner del Festival della Letteratura, che continua la sua azione di “restauro” di vicoli e palazzi fatiscenti con la street art poetica ad opera di Ivan Tresoldi, controverso e innovativo autore della frase «Chi getta semi al vento farà fiorire il cielo» comparsa sulla darsena di Milano.
Ci inoltriamo nella parte più performativa della rassegna con il dopo festival che vede protagonista il teatro-canzone surreale e irresistibile de I Virtuosi di San Martino e i reading-spettacolo animati da Renato Carpentieri & Wanda Marasco sul leggendario, folle, geniale Vincenzo Gemito e da Stefano Benni con la grottesca carrellata dei suoi Cari mostri. Il sipario cala – ma è semplicemente un arrivederci – con il premio “Salerno Libro d’Europa”, concorso riservato a narratori europei under 40. Selezionati dal Circolo dei Lettori di Salerno Marjana Gaponenko (Ucraina), Emma Healey (Regno Unito), Sofi Oksanen (Finlandia), Simona Spartaco (Italia). Il podio lo decreterà una giuria popolare. Perché, alla fine, chi decide il successo di un libro è sempre il lettore.