Una lettera inedita/2
Un testimone del 900
Ecco chi era Armin T. Wegner, un grande giurista e scrittore. Che aveva denunciato la persecuzione degli Armeni prima di essere torturato dai nazisti
Fino al 3 febbraio 2015, in occasione della Giornata della Memoria 2015, la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia ripropone la mostra “Armin T. Wegner. Un giusto per gli Armeni e per gli Ebrei”. Questa nota è un omaggio alla figura di Armin T. Wegner ed un invito ad andare a visitare la mostra, che espone le foto da lui realizzate quando era ufficiale della sanità tedesca presso l’Impero Ottomano, durante la Grande Guerra. Wegner viaggiò in Europa Nordafrica e Vicino Oriente prima della Grande Guerra, dove fu infermiere sul fronte russo fino al 1915, guadagnandosi la Croce di Ferro. Inviato nell’Impero Ottomano e poi nell’Anatolia dell’est con la spedizione della sanità tedesca, durante la quale documentò la deportazione e lo sterminio degli armeni, con fotografie e testimonianze. Per questo venne imprigionato e punito: “Armin Wegner deve essere utilizzato in modo che gli passi qualsiasi voglia di andare in giro per Bagdad” recitava l’ordine di servizio con venne assegnato alle baracche dei colerosi, dove si ammalò gravemente di tifo.
La sua denuncia rivolta al governo tedesco e al Presidente Wilson, cui scrisse una lettera aperta nel 1919, non ebbe esito. Nel dopoguerra si avvicinò a posizioni pacifiste e riprese l’attività di viaggiatore e scrittore, sposando nel 1920 la scrittrice ebrea Lola Landau. Nel 1923 nacque la figlia Sibylle Aniusch, mentre il matrimonio terminò consensualmente in Palestina, nel 1939 dopo l’emigrazione di Lola Landau.
Nel 1927/1928, Armin T. Wegner viaggiò in Unione Sovietica, e da questa esperienza nacque il libro Cinque dita sopra di te, un documento sul comunismo, con una acuta intuizione dell’approssimarsi dello stalinismo e della violenza politica dello Stato.
Nell’aprile 1933 Wegner scrisse la Lettera a Hitler, contro la persecuzione degli ebrei (che pubblichiamo qui sopra accanto) nella quale con parole profetiche scongiurava di abbandonare la via dell’ingiustizia e della violenza. La Gestapo lo arrestò poco dopo, brutalmente frustandolo fino alla perdita dei sensi. Lo trattiene per 4 mesi nei campi di prigionia tedeschi. Dopo la liberazione Wegner emigra in Italia. Nel 1938 le sue pubblicazioni vengono inserite nella lista delle opere indesiderabili e nocive. Nel 1945, dopo la nascita del figlio Michael si sposò con l’artista Irene Kowaliska e insegnò lingua e letteratura tedesca a Padova. Visse gli ultimi trent’anni a Roma, come scrittore indipendente, e durante questi anni a Armin T. Wegner giunsero alcuni riconoscimenti, sia pure tardivi del suo straordinario impegno: la Gran Croce della Repubblica Federale, il premio Eduard von der Heydt della sua città natale, mentre nel 1968 fu nominato Giusto tra i Popoli da parte di Yad Vashem e ricevette dagli Armeni l’onorificenza di San Gregorio.
Armin Theophil Wegner (Wuppertal 1886, Roma 1978) fu giurista, letterato, fotografo, soldato, ma fu soprattutto coscienza critica vigile degli sconvolgimenti della prima metà del secolo, dal genocidio armeno, alla deriva stalinista, alla persecuzione degli ebrei. Senza retorica, si può dire che Wegner fu martire, nel senso etimologico di testimone. C’è bisogno ancor oggi di conoscere e condividere la sua visione alta di tollerenza e rispetto della diversità, ed è per questo che proponiamo la Lettera a Hitler in versione integrale. Wenger fu un testimone giusto e fu un giusto coraggioso; morì in esilio, come recita il motto latino scelto per la sua tomba:
Amavi iustitiam odi iniquitatem
Propterea morior in exsilio.
(Amai la giustizia odiai l’iniquità.
Per questo morirò in esilio)
Riferimenti web:
http://marciana.venezia.sbn.it/mostre/armin-t-wegner-un-giusto-gli-armeni-e-gli-ebrei
http://www.presentepassato.it/Dossier/Dire_no/kuciukian_armin_wegner.htm
http://www.columbia.edu/itc/history/winter/w3206/edit/armeniangenocide.html
http://armgenocide.blogspot.it/2008/03/armin-t-wegner.html