Dal 18 dicembre nei cinema
Ode a Ken Loach
È in uscita “Jimmy’s Hall”, il nuovo film di Ken Loach. Un'opera magistrale sul senso della memoria. E su come possa essere utile per resistere all'invadenza dei poteri
C’è un qualcosa di non detto, di sotterraneo e universale che lega tutte le forme di Resistenza del mondo contro ogni fascismo, di stampo politico, economico, mediatico, sanitario, alimentare, religioso… la lista purtroppo è infinita. E quel qualcosa si cela nei più intimi meccanismi attraverso i quali le Resistenze nascono, si evolvono, combattono e urlano il loro dissenso. Sono meccanismi, esigenze, bisogni che toccano il fisiologico quanto la sfera dell’autorealizzazione e sono antichi quanto l’Uomo stesso.
Uomini, donne, bambini, siano essi soggiogati o liberi nutriranno sempre il viscerale desiderio di spingere verso l’aggregazione, il dialogo, la bellezza, il riso e il divertimento, il contatto fisico e la voglia di condivisione che nasce dalle tragedie della vita quotidiana ma anche dalle sue vittorie, grandi o piccole che siano.
La nuova fatica cinematografica di Ken Loach, Jimmy’s Hall (nella sale italiane dal 18 dicembre, distribuisce BIM), ci ricorda proprio questo e non solo. In quei meccanismi propri della Resistenza si cela la prova inconfutabile e indiscutibile di quanto certe universali importanze siano proprie della natura umana e che la vera aberrazione risiede in quelle forme di bullismo che tutto ciò vogliono schiacciare e annientare.
Ogni inquadratura del film, ogni battuta, ogni sguardo, ogni atmosfera colpisce come un pugno allo stomaco. Ken Loach in fondo ha sempre avuto il dono di saper rappresentare la vita così com’è, con la straordinaria sensibilità che era anche di un nostro cinema ormai scomparso. La sua è una regia asciutta accompagnata da una fotografia spesso esangue e dalle sceneggiature essenziali di Paul Laverty. Artifizi registici, cromatici, narrativi non sono cosa sua. Gli appartiene invece una profonda capacità di rendere davvero onore a quel detto che così recita: spesso la realtà è più incredibile della finzione. Con la generosità e la gentilezza che sono anche propri del Loach lontano dalla macchina da presa, ci ricorda ogni volta di quanto la vita sia anche incomprensibile, insensata, brutale, ma costellata da momenti di luce e lotta.
La storia di Jimmy’s Hall brevemente: James Gralton fa ritorno nella sua natia Irlanda dopo aver vissuto per alcuni anni negli Stati Uniti. Al suo ritorno, la comunità locale che ha sentito molto la sua mancanza, lo sprona a riaprire la hall, la sala comune di Leitrim, per dare nuova speranza a vecchie e nuove generazioni vittime di un periodo, quello seguito alla guerra civile, durante il quale imperversano disoccupazione, fame e assenza di prospettive. Jimmy inizialmente esita ma dopo un viaggio nel passato che compie rovistando in solitudine fra i cimeli di quella sala ormai chiusa da anni, cambia idea o, meglio ancora, si accorge che proprio non può fingersi sordo a quei valori che sono l’intima essenza della sua identità e della sua gente. La frangia fascista locale e il vecchio parroco non tarderanno a fargli la guerra.
Il personaggio che colpisce più di ogni altro è curiosamente un personaggio secondario eppure così complesso, così ricco di umanità. È il giovane prete di paese, Seamus, interpretato magistralmente da Andrew Scott. In Seamus convivono la fede e una lucida comprensione della realtà e in questa sua essenza contaminata si riconosce una complessità viva, vera. Padre Seamus è l’uomo dei mille mondi, è tutti quei colori che esistono fra gli estremi che aprono e chiudono lo spettro cromatico.
Siano avvertiti allora quegli spettatori italiani che hanno veramente a cuore la questione della nostra Memoria, questione, ahimé, ancora spinosa e delicata. Jimmy’s Hall presenta uno spaccato della storia d’Irlanda ma nel rivivere quello spaccato non si può davvero fare a meno di pensare a quell’Italia costretta in ginocchio e stuprata da giochi di potere, da follie integraliste e guerra. Jimmy’s Hall non è semplicemente un film sull’Irlanda e sulla storia d’Irlanda ma un omaggio a tutte le Resistenze del mondo, a quelle che hanno avuto luogo, a quelle ancora in corso e a quelle ancora in fase embrionale o in attesa di risveglio.