Visioni contromano
L’avvocato Zingaretti
Esce “Perez” di Edoardo De Angelis con Luca Zingaretti in un ruolo molto controverso. Un buon prodotto di matrice televisiva che dà un po' di vita al malandato cinema italiano
Perez è un prodotto televisivo perfetto, con tutti i pregi e i difetti di un prodotto televisivo. Presentato fuori concorso all’ultima edizione della Mostra di Venezia la pellicola, prodotta ed interpretata da Luca Zingaretti (quello di Montalbano) e diretta da Edoardo De Angelis (quello di Mozzarella Stories) racconta di un tormentato avvocato d’ufficio, sottostimato soprattutto da se stesso. Abbandonato dalla moglie si trova a gestire una carriera modesta e una figlia che per la regola del contrappasso se la fa con un delinquente camorrista interpretato da Marco D’Amore (quello di Gomorra – La serie). Poi un giorno arriva la svolta: un boss si costituisce e lo nomina suo rappresentante: «Non perché siete bravo, ma perché siete uno inguaiato». Da qui parte il processo di faticosa redenzione che, attraverso una sceneggiatura crivellata che neanche James Caan ne Il padrino, porterà ad un rassicurante epilogo, non senza qualche colpo di scena, ma piccolo piccolo.
La figura dell’uomo assediato riesce bene a Luca Zingaretti, piccolo ingranaggio incastonato nell’altra Napoli, quella senza rifiuti, vale a dire nel Centro Direzionale, opera dell’architetto giapponese Kenzo Tange. Anche se noi lo ricordiamo usato in maniera molto diversa, il Centro, in Pacco, doppio pacco e contropaccotto di Nanni Loy. Siamo in ogni caso distanti anni luce da altri prodotti veramente modesti al limite dell’imbarazzante che la tv, di stato e no, ci propina regolarmente. Qui, se non altro, c’è un bravo attore alle prese con un personaggio che sembra piacergli davvero molto, e c’è anche una regia, scolastica ma senza sbavature che avrebbe tratto giovamento da una sceneggiatura più accurata.
Aggiungiamo anche un’altra cosa, in questo ulteriore processo di redenzione di Perez. che sarà in sala a partire dal 2 ottobre. Aggiungiamo che c’è un film, che si intitola La buca, che uscirà una settimana prima, esattamente il 25 settembre. Questo film è diretto da Daniele Ciprì, presenza impalpabile anche come direttore della fotografia de La trattativa di Sabina Guzzanti, sempre a Venezia. Aggiungiamo, diciamo, che Perez surclassa La buca. Che riteniamo una delle pellicole più inutili e banali viste negli ultimi tempi. Già ci aveva messi sul chi va là È stato il figlio, ma poteva essere un caso. Questa volta abbiamo avuto la conferma. La considerazione che abbiamo di Sergio Castellitto ci fa chiedere come abbia accettato di farsi coinvolgere in un’operazione del genere. Il suo personaggio, una macchietta vista decine e decine di volte, non aggiunge niente al suo repertorio, anzi. Riguardo a Rocco Papaleo il discorso cambia: egli fa tutto. Ma gli attori sono davvero l’ultimo problema di questo film, quello che stupisce e un poco infastidisce è la pochezza della storia, la modestia delle trovate. Dalla genialità di Cinico TV è passato molto tempo. Nel frattempo Franco Maresco ci ha regalato Belluscone, una storia siciliana, Daniele Ciprì La buca. Nomen omen.