Alessandro Boschi
Visioni contromano

Il mistero autismo

«ADHA – Rush hour» di Stella Savino e “The dark side of the sun”, di Carlo Shalom Hintermann: due film che parlano di bambini. Dalla parte dei bambini!

L’infelice uscita di Corradino Mineo, fresco espulso dal Pd ma chissà, ha richiamato l’attenzione su un problema, quello dell’autismo, che viene spesso ignorato o trattato in maniera impropria. Ci sembra che sia davvero abietto che i “disabili”, così sono stati definiti dal premier, vengano strumentalizzati per i giochi di una politica sempre più squallida e amorale. E in questo seguita pedissequamente da una stampa che di questa politica è sempre più degna indegna ancella.  Ma tant’è, evidentemente quando il gioco si fa in un certo modo, è in un certo modo che si deve giocare. Di fatto, di buono, c’è che il tutto è accaduto in prossimità della giornata dell’orgoglio autistico, il 18 giugno (in realtà poi spostata al 19). Chissà se la manifestazione, preceduta da una tre giorni dedicata al primo Convegno Nazionale di Spazio Asperger ONLUS, ne ha in qualche modo tratto giovamento, magari con un po’ più di visibilità. Sarebbe stato davvero l’unico aspetto positivo di questa squallida vicenda.

Come si legge sul sito: «Noi desideriamo un mondo in cui la diversità nel modo di percepire e rapportarsi con la realtà sia messa a frutto della società e non emarginata. Per questo ci impegniamo nella diffusione della ricerca, nella condivisione di informazioni, nell’ascolto di testimonianze e nel supporto delle persone, famiglie e professionisti. Abbracciamo la neurodiversità e valorizziamo le persone nello spettro autistico. Questa è la nostra missione». Una missione davvero difficile, che andrebbe supportata in ogni maniera. E magari anche il cinema può fare la sua parte. Partendo magari da sindromi diverse dall’autismo ma dello stesso parenti strette. Come ad esempio ADHA – Rush hour di Stella Savino, un documentario che uscirà giovedì prossimo dedicato ai bambini, ma non solo, che soffrono di deficit dell’attenzione e iperattività. Dalla sinossi: «… i vostri figli non stanno fermi, giocherellano con le mani e con i piedi … non riescono a stare seduti sulle loro sedie … corrono, si arrampicano … hanno difficoltà a giocare … si comportano come se fossero azionati da un motore … quando gli si parla sembrano non ascoltare … sono distratti … non riescono a stare in silenzio, parlano troppo! Hanno difficoltà ad aspettare il proprio turno … sparano le risposte prima che sia terminata la domanda … interrompono o si intromettono nelle comunicazioni con gli altri … ATTENZIONE! anche solo sei di queste espressioni comportamentali e, probabilmente, qualcuno un giorno vi dirà che vostro figlio soffre di ADHD – DEFICIT DELL’ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ, una anormalità neuro-chimica geneticamente determinata. A seconda del Paese in cui vivete, che voi siate in America, Germania, Francia o Italia, vi sarà offerta, con più o meno facilità, la soluzione ai vostri problemi: una pasticca di metilfenidato o di atomoxetina».

Purtroppo, per quanto drammatica, la situazione è ancora più complessa di quanto sembri. Basti pensare che la comunità scientifica da oltre 50 anni dibatte su cosa sia veramente l’ADHD. Sarà il medico che incontrerete a deciderlo. Di certo c’è che i test di laboratorio e i criteri utilizzati per la diagnosi sono limitati e la cura farmacologica non è senza conseguenze: l’atomexina produce allucinazioni, gravi danni epatici e tendenze suicide, e il metilfenidato è un’anfetamina, classificata dalla DEA (Drug Enforcement Administration) nello stesso gruppo dei narcotici, insieme con l’eroina, la morfina e la cocaina. L’ONU parla di emergenza sanitaria, denuncia e lancia l’allarme ADHD: «il Consiglio invita le nazioni a valutare la possibile sovrastima dell’ADHD e frenino l’uso eccessivo del metilfenidato (Ritalin). Negli Stati Uniti è stata diagnosticata l’ADHD nei bambini di appena 1 anno». Terribile vero? Il punto è: questi bambini sono davvero malati? E cosa stiamo facendo per loro e anche per tutte quelle persone che soffrono di disturbi che non sappiamo catalogare, che ci spaventano perché non sappiamo come affrontarli? E in Italia? C’è anche un utilizzo diverso da quello delle diatribe politiche? C’è davvero chi se ne occupa seriamente? Consentiteci un po’ di retorica: una delle madri intervistate, Traceye, afferma: «Se esistesse una pillola in grado di trasformare mio figlio Zache in un bambino normale, uguale agli altri, non gliela darei…che cosa sarebbe successo ad Einstein se sua mamma gli avesse dato una pasticca e lui si fosse concentrato su una sola cosa alla volta?».

The dark side of the sun, di Carlo Shalom HintermannC’è anche un altro film che si occupa di bambini, The dark side of the sun, di Carlo Shalom Hintermann, appena uscito nelle nostre sale. Qui si affronta il dramma causato da una sindrome piuttosto rara, la Xeroderma Pigmentosum, che consiste nella incapacità delle cellule di riparare i danni provocati dall’esposizione ai raggi ultravioletti provenienti dal sole, causando nei soggetti affetti una predisposizione ai tumori della pelle mille volte superiore a quella dei soggetti sani. Ecco allora che nello stato di New York sorge un piccolo rifugio per questi sfortunati ragazzi, il Camp Sundown. Nel film, oltre alle immagini reali, appaiono delle animazioni, ideate dagli stessi bambini. Sono i loro sogni, che consistono unicamente nel più grande dei desideri, il desiderio di una vita normale. Che sta diventando, per tutti, l’unica cosa davvero impossibile. E chissà se il finale sarà consolatorio come in quel vecchio film di Richard Rush.

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