Cartolina dall'America
Metodo Letterman
David Letterman ha annunciato che nel 2015 abbandonerà il suo (seguitissimo) salotto televisivo. Molto più di un intrattenitore, è stato un uomo che ha cambiato il mondo della comunicazione. Vediamo come
Il volto dell’intrattenimento televisivo americano cambierà definitivamente dal 2015 quando anche David Letterman, dopo Jay Leno, lascerà il suo spettacolo serale quotidiano. Lo showman lo ha annunciato pochi giorni fa dopo 34 anni di televisione e quasi 6000 serate. L’occhialuto ospite di tante stelle del cinema e della televisione che aveva iniziato nel lontano 1982 ha infatti introdotto nello show business uno stile innovativo che ha fatto da ponte tra la vecchia Hollywood del grande Johnny Carson e la generazione di internet. Letterman con il suo stile blasé, charming e ironico ha trasformato il modo di fare intrattenimento, come scrive Meghan Daum sul Los Angeles Times, perché «ha strappato l’ironia, che non era come oggi certamente una moneta universale della cultura, dalle secche di un mondo sotterraneo e alternativo e l’ha ricondotta a quello mainstream».
Infatti, assieme alla rivista Spy e al seguitissimo programma televisivo Seinfeld, con Letterman si è inaugurata negli anni ’80 una stagione che ha esteso la sensibilità, che potremmo definire dell’umorismo impassibile, sardonico e surreale da un ristretto gruppo innovatore a tutto il mondo dello spettacolo, dalla pubblicità, alla musica, perfino alla politica. Che il linguaggio della politica abbia assorbito da Letterman un certo modo di argomentare è provato già da quando Walter Mondale durante la campagna presidenziale del 1984 usò l’espressione «Where is the beef?» per significare «dove è la sostanza?» parlando dal fast food Wendy dove si confezionavano panini giganteschi. Questa era già la terminologia surreale di Letterman. Tra le sue innovazioni più significative vale la pena di ricordare l’apparizione di fronte alla camera da presa di alcuni membri dello staff della trasmissione e la creazione di un complesso rock in scena, da cui tutti, compreso Jay Leno, hanno attinto. Il suo sodale musicale è stato in tutti questi anni il bravissimo Paul Schafer che forse qualcuno ricorderà nel film Blues Brothers e che con alcuni musicisti di grandissimo livello ha allietato e continua ad allietare tutte le serate di David Letterman facendogli anche garbatamente da spalla.
Ma l’innovazione più famosa di Letterman rimane la quotidiana lista dei top 10 per cui, dopo avere stravolto ogni sera in maniera surreale un tema diverso che appartiene in genere agli eventi quotidiani e che ultimamente è sempre più legato alla politica, se ne danno spiegazioni altrettanto surreali. Così ad esempio sono rimaste famose le top 10 promesse di Obama nel 2008 prima di essere eletto presidente. Tra di esse quella di nominare segretario del bell’aspetto Mitt Romney o quella cambiare il nome del decimo mese dell’anno in Bar-october o infine la promessa di comprare con i soldi del budget in pareggio un parrucchino decente a Letterman, che peraltro non lo ha mai messo.
Il tormentone dei top 10 è diventato così popolare che durante la campagna presidenziale del 2012 è venuto in trasmissione anche Mitt Romney, allora sfidante di Obama, per spiegare le principali dieci cose che avrebbe voluto dire agli americani. Tra di esse anche quella in forma di domanda retorica «non è forse arrivato il momento di votare per un presidente che sembra uscito da un gioco a premi degli anni ’70?». Tutto in chiave assolutamente surreale. E per rimanere nel campo dello spettacolo è rimasta famosa nel 2007 la performance delle top 10 affermazioni che nello show I Soprano non sono mai state fatte tra cui la numero 3 di Michael Imperioli che rivolgendosi a Paulie, uno dei personaggi più feroci e macho della serie, chiede «perché non andiamo a Boston e ci sposiamo?» o la numero 1 detta da James Gandolfini, Tony Soprano, «mi sono appena pestato da solo». Surreali sì, ma sempre con un intento preciso, quello di svecchiare e di rendere meno puritano il costume americano attraverso un’ironia feroce che non risparmia neanche se stesso. Soprattutto Letterman ha portato la politica in primo piano facendo dell’ironia pesante su quel mondo assieme alla corruzione e alle tante anomalie che lo animano. Ed è stato senza pietà. Letterman è un democratico fiero e dichiarato che non fa affatto mistero di esserlo, anche se questo non gli impedisce di ironizzare sui democratici. Come ha fatto recentemente quando, a causa degli errori nel sito governativo web che doveva permettere ai cittadini americani di iscriversi nei registri della riforma sanitaria, era divenuto complicatissimo e difficilissimo potersi registrare nei nuovi regimi assicurativi. Non ha avuto pietà e ha ridicolizzato l’amministrazione Obama senza sconti.
Negli anni della presidenza di George W. Bush ogni sera per anni ha rimarcato gli errori o le gaffe del presidente e nel 2009 ha fatto pesante ironia sulle figlie di Sarah Palin, la candidata alla vicepresidenza con Mc Cain la quale si risentì con commenti molto velenosi e invitò boicottare lo show serale. E della quale si è anche scusato anche se a modo suo.
Sostituirà Letterman, Stephen Colbert (anch’egli con gli occhiali!) che potrà rappresentare una valida alternativa anche in confronto agli altri due show serali che fanno concorrenza a quello di CBS, the Tonight Show con Jimmy Fallon sul canale NBC e Jimmy Kimmel Alive su ABC. Dato che questi due show alzano l’asticella della competizione (non tanto per la trasmissione in se stessa quanto per l’uso dei social media) appare chiaro che il panorama dell’intrattenimento serale va in direzione di una generazione più giovane, più interattiva. Così se c’è uno che ha mantenuto una sana presenza in Internet questo è proprio Colbert che è inoltre assai stravagante, creativo e dotato di grande comicità. Rimane il fatto che chiunque sostituisca David Letterman ha davvero un grande compito davanti sia per l’originalità che per l’acutezza del grande showman. Ci mancherai David e soprattutto ci mancherà il tuo aplomb perfetto e la tua classe, anche se faremo tesoro di questi pochi mesi che ancora ci sono rimasti!