Un bel libro edito dal Maestrale
Odissea a Nuoro
"Ogni animale muore nella tana", il secondo romanzo di Alessandro Stellino - che stasera sarà presentato a Porto Torres - conferma l'ottimo esordio. L'apocalisse della città sarda diventa punto d'osservazione di tutto il mondo
Inizia con la fine, il nuovo romanzo di Alessandro Stellino Ogni animale muore nella tana (Il Maestrale, 176 pagine, 16 euro): inizia, per la precisione, con la fine di un mondo e di una civiltà per come li si era conosciuti, prima che d’un tratto il tempo paresse fermarsi, che tutto ciò che fin lì aveva in qualche modo funzionato – rapporti personali, società, macchine – smettesse di farlo emettendo «l’ultimo rauco muggito» per poi «arrestarsi definitivamente», e prima che il clima perdesse ogni parvenza di senso e ordine, producendosi in un’esasperante alternanza di sole, pioggia, vento e neve.
È in questo quadro apocalittico che si muove il protagonista, rimasto a vivere da solo nei dintorni di Nuoro e che ogni giorno, come tutti i suoi simili, si arrabatta come può, rovistando nelle discariche alla ricerca di qualsiasi cosa gli possa tornare utile per superare le giornate o possa essere usato come merce di scambio in un mercato. Senza un lavoro fisso, gravato dal peso dell’educazione religiosa fortemente repressiva trasmessagli dalla madre e incapace di archiviare l’ingombrante figura paterna, nonostante il genitore sia morto da una dozzina d’anni, durante un estemporaneo sopralluogo in un luna-park abbandonato l’uomo incontra una ragazzina che, senza proferire parola, gli fa intendere di voler andare con lui: e lui, non sapendo bene neanche che farne ma pensando di sbarazzarsene al più presto, la porta nella sua vecchia e cadente casa nel bosco, unico brandello rimastogli della sua vita passata. Pian piano tra i due si instaura un legame che sembra appartenere a un’era primordiale, pre-istorica, fatto di comandi, sopraffazione, sensi e sensazioni: un legame più consono agli animali che non alle persone, e che avrà una conclusione, in questo senso, esemplare quanto inevitabile.
Dopo l’ottimo esordio del 2011, Incendi – Racconto di fine estate, Stellino si riconferma con una seconda opera in cui, a differenza di quanto accadeva nella precedente, il rigore del registro stilistico e linguistico sostiene quasi da solo l’intero libro: ed è fatto interessante da notare, per una narrazione con pochi accadimenti in cui il non rivelato, il nascosto o il rimosso hanno un’importanza di enorme rilievo, e in cui la giovane coprotagonista è sostanzialmente muta. Sullo sfondo della relazione tra quest’ultima e l’altro personaggio principale c’è la città di Nuoro, abbruttita dagli eventi e guardata dalla cima di un’altura da una enorme croce arrugginita, che ha sostituito come simbolo della comunità la statua del Redentore, fatta a pezzi da una banda di vandali ubriachi e i cui frantumi, veri o falsi che siano, sono venduti clandestinamente. Nel cupo complesso di Ogni animale muore nella tana, l’autore fa di questa limitata porzione di Sardegna un punto di osservazione dell’umanità tutta: un’umanità arresa, che neanche più s’interroga sui motivi della catastrofe (punizione divina? Proprie responsabilità dirette?) ma che, dopo essersi limitata a prenderne atto, procede senza meta e senza futuro, ormai priva anche dell’ultimo «barlume di dignità» e ridotta «a vagare come una bestia senza padrone in mezzo ai rifiuti».
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Questa sera alle 21 a Porto Torres (SS), nell’area pedonale in Corso Vittorio Emanuele 25, Alessandro Stellino presenterà al pubblico il suo secondo romanzo, Ogni animale muore nella tana, edito come il precedente Incendi – Racconto di fine estate da Il Maestrale.