Visti da Londra
Italiani e oranghi
I commenti dei giornali inglesi sugli insulti leghisti al ministro Cecile Kyenge non sono inclini a considerare quelle parole come una battuta. Semmai un insulto figlio della politica sociale e culturale propugnata per anni da Berlusconi e Bossi
Fa sempre piacere imbattersi in un articolo o un commento sul proprio Paese quando si vive all’estero, ti fa sentire più vicino a casa. The Guardian, il Daily Mail, il Daily Telegraph, The Indipendent, oggi tutti parlano dell’amato stivale… il faccione rubicondo di Calderoli troneggia sulle pagine di cronaca internazionale. Il solo primo piano basterebbe a mandarti di traverso il caffè del mattino, ma il contenuto potrebbe anche causare l’asfissia…per la rabbia. Eh sì, perché quello che molti politici sembrano non capire, o forse semplicemente poco gliene importa, è che il loro compito non consiste nel prendere stipendi indecenti, ma rappresentare un Paese e un intero popolo, in patria come, e soprattutto, all’estero.
Gli inaccettabili inciuci di Silvio Berlusconi hanno alimentato pagine e pagine, i media britannici hanno ridicolizzato tutti i suoi comportamenti (come dimenticare le famose corna che hanno fatto il giro del mondo) e aspettano trepidanti la sua prossima mossa per farsi un’altra grassa risata. Per lui e, purtroppo, tutti noi. Era da un po’ che non riuscivamo a dare una cattiva immagine del nostro povero Paese anche all’estero, fortuna che ci ha pensato Roberto Calderoli a dar da scrivere alle penne, anzi le tastiere, delle redazioni inglesi.
Tutte riportano fedelmente le parole del vice presidente del Senato e la valanga di critiche che la sua “battuta” ha suscitato. John Foot di The Guardian afferma che l’Italia non è Paese razzista, ma un Paese in cui il razzismo viene tollerato e persone come Calderoli hanno cariche istituzionali (viene da chiedersi, perché?). Uno dei problemi, prosegue il corrispondente, è che c’è discordanza su cosa sia effettivamente il razzismo, ecco perché Calderoli considera un “little joke” paragonare il primo ministro di colore della Repubblica Italiana a un orango.
Il Daily Mail ci ricorda invece altre brillanti perle di saggezze di colui che, si sottolinea, è stato ben due volte ministro del governo Berlusconi: la maglietta derisoria nei confronti del profeta Maometto, il commento dopo la vittoria dei Mondiali del 2006 sul fatto che si avesse una “Francia di negri e islamici”, il recente invito al ministro Kyenge di lavorare nel proprio paese.
Tanto il Daily Telegraph come The Indipendent spiegano inoltre che Cécile Kyenge è stata più volte oggetto di minacce e offese, persino sulla sua pagine Facebook.
Insomma, da nessuna parte il commento di Calderoli viene definito battuta (e dire che gli inglesi sono celebri per il loro sense of humour) perché è giusto chiamare le cose con il loro nome: quel commento non è una battuta, ma un puro e spregevole commento razzista!