Anna Camaiti Hostert
Cartolina dagli Usa

L’America si sveglia?

Al grido di "Hands Off” - "giù le mani” - alcune imponenti manifestazioni popolari hanno dato la sensazione di un'America in grado di riprendersi dall'ubriacatura trumpiana. Sarà davvero così?

“Sta facendo questo paese a pezzi. Ormai è diventata semplicemente un’amministrazione di lamentele” ha detto Richard Broom un pensionato di 65 anni della contea del Delaware in Ohio, presente a Columbus, la capitale di quello stato, a una delle tante manifestazioni che sabato si sono svolte in 50 stati del paese per contestare l’operato del presidente Donald Trump. Questa frase, citata da quasi tutti i giornali americani, rende l’idea di come il neo eletto presidente venga percepito come un disastro, oltreché da chi non l’ha votato anche da parte da chi, come Broom, un reaganiano di ferro, ha sempre votato repubblicano.

Finalmente qualcosa si comincia a muovere dopo lo shock iniziale che aveva lasciato tutti sbigottiti di fronte alle affermazioni e ai provvedimenti lampo che sono seguiti all’elezione del nuovo presidente. Mi era parso strano che le recenti decisioni che si fanno patente beffa dei più deboli e bisognosi, degli immigrati, delle leggi, delle istituzioni e della costituzione americana, oltreché dei principi più elementari di geopolitica fossero passate inosservate e non avessero provocato reazioni immediate. Avevo pensato che tale silenzio fosse determinato dall’inziale rispetto che si deve a un nuovo eletto e al riconoscimento, pur nella diversità delle opinioni, del suo diritto ad essere considerato il presidente di tutti. Sebbene sapessimo già, fin dall’inizio, che non solo non è così, ma non potrà mai esserlo. Quando molti americani se ne sono accorti, hanno deciso di far sentire la loro voce e contestare un presidente che seppure democraticamente eletto si fa quotidianamente beffe dei pilastri su cui la democrazia di quel paese che vuole rendere “grande di nuovo” si è costruita. Manifestazioni di piazza come queste sia per numero di persone che per adesioni di sigle e di movimenti diversi sono qualcosa di raro e di estremo nella storia del paese, che mostra il livello di scontentezza che in poco tempo si è generato in gran parte dell’opinione pubblica americana rispetto alla gestione politico/ economico/ amministrativa del paese. Infatti in precedenza dopo la prima elezione di Trump c’era stato il movimento delle donne che fece una corposa marcia nel 2017 e in seguito dopo la soppressione della legge sull’aborto da parte della Corte Suprema. Anche Black Lives Matter dopo l’uccisione di George Floyd aveva portato in piazza migliaia di persone nel 2020, ma anche quelle manifestazioni di protesta seppur coordinate in molte citta del paese non avevano mai raggiunto la portata di quelle dello scorso sabato.

Cosi, in centinaia di migliaia sono scesi in piazza sotto la sigla di Hands Off (Giù le mani) per manifestare contro i recenti decreti di Donald Trump e del suo sodale, il non eletto Elon Musk che spadroneggia assieme ai fedelissimi del presidente, implementando misure pericolose e antidemocratiche.

1300 le locations dove le manifestazioni si sono svolte con l’adesione di più di 150 sigle di movimenti inclusi quelli per i diritti civili, quelli dei lavoratori e dei sindacati, quelli del LGBTQ+, quelli dei reduci e degli attivisti per i diritti elettorali, per citarne solo alcuni. Manifestazioni pacifiche che si sono svolte senza disordini e che hanno contestato il presidente soprattutto per i provvedimenti economici, quelli sull’immigrazione, e sui diritti civili e Elon Musk per quelli riguardanti le restrizioni e il ridimensionamento del personale governativo, manovra che ha dato luogo a diversi licenziamenti.

Le critiche di Kelley Robinson, presidente della Campagna per i diritti umani sono molto dure e vanno contro l’amministrazione Trump per il trattamento della comunità LGBTQ+. “Gli attacchi a cui stiamo assistendo non sono semplicemente politici. Sono personali- ha detto Robinson- stanno tentando di bandire i nostri libri, tagliano i fondi di prevenzione per l’HIV, stanno criminalizzando i nostri medici, i nostri insegnanti, le nostre famiglie e le nostre vite… Noi non vogliamo quest’America. Vogliamo l‘America che ci meritiamo, dove la dignità, la sicurezza e la libertà appartengono non solo a pochi, ma a tutti noi”. Molte le scritte “Hands off our democracy” o Hands off our Social Security (le pensioni sociali).

Alla richiesta di commenti da parte della Casa Bianca il comunicato ufficiale emesso e diffuso alla stampa recita cosi:” La posizione del presidente Trump è chiara: proteggerà sempre il Social Security, Medicare (l’assistenza medica agli ultrasessantacinquenni) e Medicaid (l’assistenza medica ai più bisognosi) nei confronti di coloro che ne hanno diritto. Allo stesso tempo la linea dei Democratici consente che i benefits del Social Security, di Medicaid e di Medicare vadano agli immigrati illegali, che porteranno questi programmi alla bancarotta e rovineranno la vita degli anziani in America”.

“Purtroppo sebbene ci siano dei grossi problemi economici riguardo all’erogazione dei fondi federali non è certo con i sistemi usati da questo presidente che si risolverà la situazione. È chiaro che questa amministrazione non conosce e non ascolta la gente e le sue necessità e soprattutto non tiene in nessun conto i pilastri della nostra democrazia” afferma Lisa Daniel presente alla enorme manifestazione di Chicago.

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