Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Leggero come l’aria

In “Sogno di una notte di mezza estate”, ove Oberon e Titania regnano, «fuori dal tempo diacronico del giorno» sul mondo boscoso di elfi, di fate e di demoni dispettosi, «Shakespeare porta al culmine la creazione della commedia nuova, che è fusione di intreccio e fiaba»

In questi versi leggeri come l’aria sta parlando, anzi, cantando, una Fata. In un istante siamo nel suo mondo, che è quello degli elfi, ove regnano Oberon e Titania: il bosco, di notte, con il suo incanto allegro e anche incuboso. Sogno di una notte di mezza estate: con questa delizia in cinque atti Shakespeare porta al culmine la creazione della commedia nuova, che è fusione di intreccio e fiaba. Fuori dal mondo della città, nel bosco, incontriamo fuori dal tempo diacronico del giorno, nel tempo senza tempo, assoluto, della notte… Ecco che qui gli elfi e le fate, demoni a mezz’altezza, dispettosi, capricciosi, come nella cultura sciamanica che li distingue da quelli del profondo e quelli del cielo. E questi spiriti capricciosi scombussolano le trame e le vicende umane. Come fa, in noi, da sempre, il sogno.

 

 

 

 

 

 

 

Sulla collina, sulla valle,
dentro i rovi, nel cespuglio,
sopra il parco, nel recinto,
nella piena, dentro il fuoco,
vado in giro dappertutto
più veloce della sfera della luna.
Io servo la regina delle Fate
spruzzando di rugiada i suoi cerchi d’erba.
Le alte primule sono le sue guardiane,
le macchie sui loro mantelli dorati
sono rubini, doni di fate,
il loro profumo ha sede in quelle efelidi.
Devo andare a cercare qualche goccia di rugiada
da appendere come perla all’orecchio di ogni primula.
Addio, spiritello villano, vado via.
Ecco che arriva, con i suoi elfi, la regina.

William Shakespeare

Da Sogno di una notte di mezza estate, traduzione di Roberto Mussapi

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