I deliri del bibliofilo
Il Pinocchio princeps
La prima edizione in volume della storia e delle avventure del celebre burattino creato da Collodi apparve, illustrata da Enrico Mazzanti, all’inizio del 1883 per i tipi dell’editore Felice Paggi di Firenze. Forse l’autore si ispirò a “La Poupée parlante” di François Janet, pubblicato nel 1862
Nel 2023 si sono commemorati i 140 anni dalla pubblicazione delle Avventure di Pinocchio di Carlo Collodi e risulta perciò interessante ricostruire la complessa vicenda editoriale di questo romanzo che, tuttora, è uno dei più tradotti al mondo. Originariamente la favola apparve con il titolo Storia di un burattino, suddivisa in 26 puntate, tra il luglio 1881 e il gennaio 1883 sul «Giornale per i bambini», fondato e ideato da Ernesto Emanuele Oblieght. Le illustrazioni erano del pittore siciliano Ugo Fleres e si possono ora apprezzare nel Pinocchio.Ristampa anastatica dell’edizione originale dal «Giornale per i bambini» 1881-1883 che Polistampa ha pubblicato nel 2002. La vicenda avrebbe dovuto terminare con l’episodio relativo all’impiccagione di Pinocchio da parte dei due assassini, presente nel XV capitolo apparso in data 27 ottobre 1881, ma le proteste che seguirono da parte dei lettori convinsero Guido Biagi e Ferdinando Martini, rispettivamente caporedattore e direttore della rivista, a sollecitare Collodi affinché proseguisse le rocambolesche peripezie del burattino. Si segnala che la versione originaria che termina con il XV capitolo è stata riproposta con il titolo Pinocchio. La storia di un burattino nel 2019 dalla casa editrice Il Palindromo, a cura di Salvatore Ferlita che riporta, a tal proposito, la seguente annotazione di Italo Calvino, tesa a sottolineare l’aspetto “gotico” della prima parte: «Però la casina che biancheggia nella notte con alla finestra la fanciulla come un’immagine di cera che incrocia le braccia sul petto e dice: – Sono tutti morti… Aspetto la bara che venga a portarmi via, a Poe sarebbe certamente piaciuta». Da segnalare inoltre che la suddivisione in capitoli si deve a una scelta redazionale del summenzionato Guido Biagi che avrà una parte non secondaria nell’economia della vicenda, spronando a più riprese un recalcitrante Collodi.
Il successo riscosso dalle varie puntate convinse l’editore Felice Paggi di Firenze ad allestire, in tempi strettissimi, un’edizione in volume. Collodi sottoscrisse il contratto il 12 dicembre 1882 per la cessione dell’opera comprendente una prima stampa di 3000 copie, riscuotendo 500 lire, una somma piuttosto modesta quasi a rimarcare il fatto che lo stesso autore non si aspettava un esauriente riscontro in termini economici da questa pubblicazione che sarà invece ristampata a più riprese. Le illustrazioni furono affidate a Enrico Mazzanti che, a causa del poco tempo a disposizione, ricorse spesso a una silhouette nera per contrassegnare la figura del burattino. Il libro intitolato Le avventure di Pinocchio, con il sottotitolo Storia di un burattino, apparve all’inizio del 1883 in un formato in-8°, contenente 62 incisioni xilografiche nel testo. Si avvale di 236 pagine numerate, oltre a quattro di catalogo. Parecchie le edizioni allestite in anastatica. In copertina figura la silhouette di Pinocchio che corre con un gran sole che sorge sullo sfondo mentre nell’antiporta c’è la celebre immagine del burattino con le mani sui fianchi e le gambe divaricate, con sullo sfondo i personaggi principali della favola. Scriveva Marino Parenti nel suo classico repertorio di Rarità bibliografiche dell’Ottocento, con una punta di civetteria: «È questo uno dei pezzi più rari, se non il più raro senz’altro, dell’Ottocento italiano. Fino al 1944, l’unico esemplare conosciuto in collezioni private era il mio».
Sembra che Collodi si sia ispirato a La Poupée parlante. Histoire extraordinaire et incroyable d’une Poupée qui parle, agit, pense, chante et danse di François Janet, edita da Gagnin, Blanchard et C. di Parigi nel 1862, con illustrazioni di Janet-Lange e Gustave Janet litografate da M. Sorrieu (esiste una versione italiana, stampata da Luni nel 2015, con il titolo La bambola parlante). Un rarissimo esemplare della prima edizione Paggi, privo di alcune pagine, è stato messo a più riprese all’incanto, in questi ultimi anni, dalla Libreria Gonnelli di Firenze, rimanendo tuttavia invenduto. Rispetto alla versione apparsa nel «Giornale per i bambini», il libro presenta, oltre a parecchi rimaneggiamenti formali (si rimanda all’uopo alle Opere di Collodi, curate nei «Meridiani» mondadoriani da Daniela Marcheschi), l’inserimento dei riassuntini introduttivi posti all’inizio di ogni capitolo, con il proposito di sottolinearne la relativa morale. La lettura che ne dà Mazzanti è di fondamentale importanza nel delineare alcuni tratti “fisiologici” del burattino, con i quali dovranno misurarsi – volenti o nolenti – tutti i futuri illustratori della fiaba.
Un cenno va rivolto alle varie edizioni illustrate di Pinocchio, a cominciare da quelle, ormai fondamentali, di Carlo Chiostri per R. Bemporad & Figlio del 1901 e di Attilio Mussino, realizzata per lo stesso editore nel 1911. Mussino è il primo illustratore a usare i colori e ad antropomorfizzare le figure del Gatto e della Volpe. Indispensabile al riguardo è il recente Atlante delle edizioni italiane dal 1883 al 2022curato da Santo Alligo per Little Nemo, in cui vengono presentate 130 schede relative ai migliori illustratori del burattino. Si passa da Sto (Sergio Tofano) alla versione tardo liberty di Luigi e Maria Augusta Cavalieri, e si prosegue con le incantevoli interpretazioni di Giuseppe Porcheddu (Paravia, 1942), Leonardo Mattioli (Vallecchi, 1955), Sigfrido Bartolini (Fondazione Nazionale C. Collodi, 1983), Roberto Innocenti (Edizioni C’era una volta, 1991), senza trascurare le tre divertentissime letture offerte da un pirotecnico Benito Jacovitti. Ma vari artisti si sono misurati con Pinocchio: da un caustico Roland Topor che, nel 1972, realizzò una strenna fuori commercio per la Olivetti su commissione di Giorgio Soavi (recentemente riproposta nella Bur) a Mario Schifano, Mimmo Paladino, Emanuele Luzzati, Venturino Venturi (suo il Pinocchio riprodotto nell’immagine, ndr), Corneille, fino alle terrecotte di Marco Bonechi che cadenzano il volume fotografico di Petruzzi Editore del 2010.
Non resta che segnalare il volume Pinocchio. Un bugiardo di successo, edito a cura di Matteo Luteriani nei «Quaderni dell’Aldus Club» di La nave di Teseo, che comprende una serie di interventi esegetici dei maggiori specialisti, presentando al contempo un significativo apparato iconografico.


