La testa a tavola
Il piede e l’innesto
Che cosa sono i vitigni "a piede franco"? Occorre fare un salto nell'Ottocento per capire il significato di questa definizione che segnala una vite molto rara
Forse vi sarà capitato di partecipare a qualche degustazione e sentire descritto il vitigno che ha dato vita al vino che state testando come “a piede franco”. E in effetti nel nostro paese e in tutta Europa i vitigni a piede franco sono rari, molto. Vi sono prevalentemente nelle zone sabbiose, laddove la viticoltura è nella sabbia, o ad alta quota, sulle montagne, dove il freddo è prevalente.
Già, perché i vitigni a piede franco, quelli che sono sopravvissuti alla filossera nella seconda metà dell’800 e che portò alla scomparsa della stragrande maggioranza dei vigneti europei, l’85%, sono estremamente rari. Viene da chiedersi perché questo avvenne. Le viti esistono da decine di migliaia d’anni e mai prima si registrò una tale epidemia. È un caso, questo, di come il carnefice, ciò che ha prodotto questa estinzione di massa, ne sia stato anche il salvatore: la vite americana.
L’epidemia di filossera fu importata in Europa dal Nord America. Quella parte del continente americano che le popolazioni del nord avevano definito il paese del vino per la grande quantità di viti che caratterizzavano quel territorio. Espressione, peraltro, già usata dai Greci per descrivere la penisola italica.
La differenza però era il tipo di vite. In gran parte quella americana era vite silvestre e il vino prodotto con tali uve manteneva un gusto selvatico, “foxy” come si usa definirlo, lontano dal vino europeo. Questo portò gli europei a esportare i propri vitigni e contestualmente ad importare i vitigni americani nel tentativo di trovare una modalità di coltivazione che li valorizzasse. Solo che i vigneti europei morivano tutti, e quando si capì perché era troppo tardi e il danno era fatto. La filossera, un insetto infestante, un afide che si nutre della linfa delle viti, trovò il suo banchetto nei vigneti di tutta Europa.
Le viti americane grazie a decenni e decenni di coabitazione avevano trovato una modalità di sopravvivenza irrobustendosi, dandosi maggiore linfa così da essere sufficiente per entrambi. Non poteva essere così per le viti europee. Lo sconforto fu notevole e si cercò di trovare rimedio cercando di accoppiare le viti così che ne nascesse una terza, che avesse le caratteristiche di quella europea e la robustezza di quella americana. Tentativi che non andarono a buon fine e che furono definitivamente abbandonati, almeno con tale obiettivo, quando si trovò “l’uovo di colombo”, ovvero innestare il vitigno europeo su un tralcio di vite americana, con tutte le caratteristiche del vitigno selezionato e la resistenza del tralcio d’oltre oceano.
Ecco perché “piede franco” è una caratteristica importante, sebbene in prevalenza dal punto di vista storico, perché, a dirla tutta, non comporta un valore aggiunto dal punto di vista qualitativo.


