I deliri del bibliofilo
Giramondo in versi
Bartolo Cattafi e il suo “Partenza da Greenwich”, stampato nel dicembre 1955 nella raffinata collana dei “Quaderni di poesia” diretta da Vittorio Sereni per Le Edizioni della Meridiana. Una raccolta ispirata al tema dei viaggi compiuti dall’autore in Europa e Africa
Le Edizioni della Meridiana nascono a Milano nel 1947 su iniziativa dei fratelli Angelo e Aldo Guazzoni ma, soprattutto, di Giuseppe Eugenio Luraghi, manager della Pirelli che coltiva la passione per la scrittura. Collaborano con la casa editrice il grafico Gabriele Mucchi, ideatore del marchio, e gli intellettuali Arturo Tofanelli, Sergio Solmi e Leonardo Sinisgalli. Quest’ultimo, insieme a Luraghi, darà vita alle importanti riviste «Pirelli» e «Civiltà delle macchine» che tentano di coniugare cultura scientifica e umanistica, con risultati persuasivi e originali. La collana alternerà, in poco meno di una decina di anni, diversi titoli in prosa e in poesia, non disdegnando il versante delle traduzioni: da Góngora a Rafael Alberti, tradotti rispettivamente da Mucchi e Luraghi, a Jean Paulhan.
Il primo titolo pubblicato fu Stagioni dello stesso Luraghi, cui seguiranno nel 1948 Tempi bruciati di Renzo Biasion e Villa Tarantoladi Vincenzo Cardarelli che si aggiudicherà la seconda edizione del premio Strega, risultando l’unico vinto da un piccolo editore. Negli anni successivi usciranno lavori importanti come Quaderno di traduzioni(1948) di Eugenio Montale (il solo a conoscere una ristampa, allestita con differente formato), Il povero nella città (1949) di Giuseppe Ungaretti, Appunti (1949) di Sandro Penna, La luna dei Borboni (1952) di Vittorio Bodini, in aggiunta a libri di Sinisgalli, Risi, Tobino, Barilli, Bigongiari, Scialoja ecc.
Oltre alla collana di critica, diretta da Sergio Solmi, annoverante solo cinque titoli tra cui uno di Cesare Brandi, bisogna segnalare nel 1954 la nascita, con Barbaresco di Giovanni Arpino, dei “Quaderni di poesia” diretti da Vittorio Sereni. Si tratta di plaquettes con un numero circoscritto di pagine, caratterizzate perlopiù dalla stessa grafica, essenziale e, al contempo, raffinata. Usciranno fino al 1955 soltanto otto titoli, tra cui Una facile allegoria di Franco Fortini, Il canto popolare di Pier Paolo Pasolini, Elegia e altri versi di Andrea Zanzotto, Paria di Umberto Bellintani, L’autunno di Lalla Romano e Il bel Paese di Luciano Erba. Il sesto volumetto, stampato nel dicembre 1955, è Partenza da Greenwich di Bartolo Cattafi, autore siciliano che aveva esordito con Nel centro della mano, edito nel 1951 per gli stessi tipi, ed era stato incluso nell’antologia Quarta generazione, a cura di Luciano Erba e Piero Chiara, pubblicata nel 1954 da Magenta, editore che un paio d’anni prima aveva licenziato anche Linea lombarda di Luciano Anceschi.
Partenza da Greenwich raccoglie poesie ispirate al tema dei viaggi compiuti dall’autore in Europa e Africa, poi confluito nella prima raccolta organica di Cattafi, Le mosche del meriggio, edita nello “Specchio” di Mondadori nel 1958. Si tratta di una brochure, di cm 16,5 x 12, di 44 pagine, messa in vendita al prezzo di lire 300. Nei risvolti compaiono la nota bio-bibliografica dell’autore e i titoli precedenti stampati nella collana. La tiratura è di 300 esemplari numerati. Sul mercato antiquario la stima può variare dai 100 ai 150 euro, nonostante non sia facile da reperire. La citazione in esergo tratta da Melville («…the ear-drop I gave to Bristol Molly»), è riportata curiosamente sia nel frontespizio sia in copertina. Il libercolo si avvale, come quasi tutti i titoli delle Edizioni della Meridiana, di un pergamino protettivo. Data l’esiguità della raccolta i fogli sono tenuti insieme da due punti metallici e il dorso è privo di titolo e nome dell’autore.
La chiusura della piccola casa editrice, avvenuta nel 1956 (l’ultimo volumetto è Diario di Francesco Tentori che ospita poesie scritte dal 1947 al 1955) non permetterà a Sereni di pubblicare le raccolte poetiche programmate di Bassani, Bertolucci e Volponi (si consulti al riguardo Poeta e di poeti funzionario. Il lavoro editoriale di Vittorio Sereni di Gian Carlo Ferretti, coedizione del 1999 tra Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e Il Saggiatore). Il gusto per l’edizione rara e di pregio sarà coltivato anche negli anni a venire da Cattafi che, oltre alle raccolte organiche della succitata collana “Lo Specchio” di Mondadori con la quale cadenza le pietre miliari del suo percorso, si diletterà con plaquettes a tiratura limitata, di cui ci limitiamo a segnalare soltanto quelle proposte da Scheiwiller: Qualcosa di preciso (1961) nella collana “Lunario”, Il buio (1972) e 18 dediche ’76-’77 (1978), entrambe nella collana “Acquario”, oltre a una rarissima cartella intitolata Se i cavalli…, pubblicata nel 1978, con dieci disegni di Gian Luigi Giovanola. Plaquettes e cartelle erano spesso accompagnate da grafiche di amici artisti o incisioni dello stesso poeta. A mo’ di esempio si citano i due titoli stampati in sequenza da Renzo Sommaruga a Verona: Lame. Quattordici poesie e un’acquaforte (1973), contenente sia un’acquaforte a colori dell’autore sia due grafiche originali di Carmelo Cappello, e la cartella Quattro poesie e quattro acqueforti (1974), edita in 55 copie numerate su carta Magnani di Pescia, con quattro incisioni di Cattafi. Quest’ultimo manufatto, data la sua rarità, non ha quotazioni disponibili.