A proposito de "La donna nel pozzo"
Il giallo dell’anima
Il nuovo romanzo di Piergiorgio Pulixi, con le armi del giallo gioca su due campi paralleli: il cuore della Sardegna e il sottobosco del mondo editoriale
Timido, smilzo, gentile. Ermes Calvino ha un cognome che spesso lo imbarazza e talvolta lo agevola. Non è parente del venerato Italo ma in un certo senso fa il suo stesso mestiere. Solo che lo fa in incognito, essendo in realtà il ghostwriter di un premio Strega che non riesce più a metter insieme una riga. Trattasi del bellissimo, elegantissimo, affascinantissimo Lorenzo Roccaforte che parla romanesco e per proverbi. Protagonista col mite Ermes del nuovo libro di Piergiorgio Pulixi, La donna nel pozzo, pubblicato da Feltrinelli (304 pagine, 17,10 Euro). Un giallo che inizia nell’Urbe e si sviluppa – e si avviluppa – in Sardegna. Teatro, l’isola, del supposto suicidio di una donna tranquilla. Obiettivo della trasferta di Calvino& Roccaforte? Trasformare un funesto caso di cronaca in nuova linfa creativa e in lauti incassi.
L’avvio è scanzonato, nonostante le pene del giovane Ermes che deve badare a madre, sorella e nipotina. E che per questo deve arrabattarsi a trovare soldi, anche se ciò significa sottomettersi all’orrido editore Arturo Panzirolli e aggiogarsi a uno come Roccaforte, bestsellerista incensato, caduto e risorto. Un “burino colto”, egoista e vanesio, catapultato a Cagliari e dintorni per mettere naso, e trovare un soggetto lucroso, nella prematura fine di una maestra dal cuore d’oro. Caso, pensa il furbo editore dai denti finti come i capelli, che frutterà parecchio, in special modo se si arriverà in vetrina nel periodo di Natale. Convinzione che dà l’estro a Piergiorgi Pulixi di illustrare, con divertimento del lettore, il truce sottobosco di una letteratura concepita come fosse un qualsiasi prodotto da smerciare. A base, possibilmente, di sesso e sangue.
Dal Sarrabus al Sulcis, i due non amici fanno domande e traggono conclusioni. Beh, diciamo ipotesi. È che la morte della maestra potrebbe essere legata a altri decessi avvenuti molti anni prima. Ricatti, misteri, sussurri e grida. La storia si fa sempre più fosca ed essendo Piergiorgio Pulixi un esperto di noir e meccanismi giudiziari, la narrazione si fa drammatica e si addentra nei misfatti degli stiddari siciliani, dei ricchi borghesi di Carbonia e infine dei preti.
C’era una spia a sorvegliare Cristina Mandas, e c’è un diario sparito, un cambio d’identità, e un altro pozzo. Ermes Calvino comincia a pensare che i delitti senza castigo siano ingiusti e che alle vittime sia dovuta almeno la verità. Il recalcitrante collega non è di molto aiuto. Intenzionato a prendere il primo aereo per Roma, preferirebbe le acque benefiche delle Terme di Sardara ma non sa che in questo romanzo si scava dappertutto, anche negli animi.
La fotografia accanto al titolo è di Tiziana Cavallo.