Every beat of my heart
La poesia è il mondo
Ritorna “il battito del cuore” in versi. La rubrica di Roberto Mussapi, alla ripresa autunnale, sceglie il “canto” del «massimo poeta del nostro tempo», Rainer Maria Rilke. «Cantare è altro respiro», ci dice, «è un soffio in nulla, un calmo alito. Un vento… »
Orfeo: il suo canto, la voce e la musica dell’origine della poesia, non possono essere appresi dagli umani. Il canto di Orfeo non è brama, non desiderio, quale sappiamo il canto di Saffo, di Catullo, di Shelley. Cantare, per Orfeo, è esistere. La stessa vita è canto, naturalmente e miracolosamente. Facile al dio. Ma a noi quando accade che il nostro essere tocchi astri e terra, infinitamente? L’infinito è qui ma lontano, insegna Leopardi, il volo dell’allodola è qui ma è lontano, scrive Shelley. Il canto assoluto, primigenio, è irraggiungibile da ogni aspirante poeta, ogni giovane, e da ogni poeta. È il respiro della vita stessa. Orfeo è la poesia perché la poesia è il mondo.
Nella straordinaria storica traduzione einaudiana di Giaime Pintor, una delle liriche di quello che Luzi definì, e concordo in pieno, il massimo poeta del nostro tempo.
Un dio lo può. Ma un uomo, dimmi, come
potrà seguirlo sulla lira impari?
Discorde è il senso. Apollo non ha altari
all’incrociarsi di due vie del cuore.
Il canto che tu insegni non è brama,
non è speranza che conduci a segno.
Cantare è per te esistere. Un impegno
facile al dio. Ma noi, noi quando siamo?
Quando astri e terra il nostro essere tocca?
O giovane, non basta, se la bocca
anche ti trema di parole, ardire
nell’impeto d’amore. Ecco, si è spento.
In verità cantare è altro respiro.
È un soffio in nulla, un calmo alito. Un vento.
Rainer Maria Rilke
Dai Sonetti a Orfeo, traduzione di Giaime Pintor