Giuliano Compagno
Ritratto di un'icona del Novecento

Immortale Bardot

Brigitte Bardot compie novant'anni. Una vita vissuta a cercare di mascherare il proprio mito. La sua bellezza è diventata il simbolo della sua libertà

Brigitte accostò le labbra al microfono e cominciò col dire che Jicky se n’era andato con la medesima discrezione che usava nella vita, perché non voleva mai essere di disturbo a nessuno. I tanti amici, convenuti per salutarlo, non sapevano dove guardare, perché gli occhi della donna stavano cercando da qualche parte, fuori di lì, quella sua carissima persona che stava descrivendo come “una luce, il simbolo di un’epoca di spensieratezza, pieno di talento per le cose belle”. Terminò il suo breve discorso confessando che, dei suoi insegnamenti, si sarebbe ricordata per sempre. “Era il fratello che non ho mai avuto”. La sua voce tremava, tornò a sedersi.

Era il 7 giugno del 1996, quel suo carissimo amico avrebbe trovato riposo nella loro Saint-Tropez. Jicky si chiamava Ghislain Dussart ed era uno dei più grandi fotografi del mondo. La sua arte di ritrarre la bellezza, senza mai trascurare l’annuncio che in essa dimorava, ne fece il confidente più riservato dell’attrice, tanto che ella volle riportare il suo estremo saluto come incipit a Initiales B. B. un’autobiografia pubblicata pochi mesi dopo e ancor più arricchita da due citazioni: all’inizio quella di Alphonse de Lamartine sul “Libro della vita”, la cui pagina fatale – egli scrisse – si volta da sé: “Vorresti tornare alla pagina in cui si ama, e hai già tra le dita quella in cui si muore”. Verso la fine erano trascritti dei versi familiari: “Vieni papà caro… Ti dedico tre giorni ma non stasera…”. Suo padre, Louis Bardot, lei lo chiamava Pilou ed era un poeta assai stimato presso l’Académie Française.

Ebbene, tra queste figure così importanti si contavano oltre 600 pagine di lavoro e di amori, sino a quel passaggio imprevisto, da un’esistenza di ribalta e di fama a una vita più nascosta, “del tutto dimentica di me stessa, per non pensare che a loro”. La definitiva svolta animalista di Brigitte Bardot sorprese pubblico e critica. Soltanto le persone a lei vicine avevano ben compreso che una scelta tanto radicale rappresentava un esito persino scontato e soprattutto confermato da un pamphlet del 2003. Ne Un cri dans le silence Bardot non risparmia nemmeno una stilla di disprezzo nei confronti di una società che in poco più di trent’anni aveva a suo avviso dilapidato un enorme patrimonio di libertà e di speranze. Di quel dissiparsi di rivolte ideali, il mondo animale indossava le pelli di vittima annunciata: “Abbiamo bisogno di una voce che si alzi e che difenda i diritti degli animali!”

Sarà la sua che ancor oggi, dopo quasi trent’anni di militanza attiva, non si tace e continuerà a far parlare di sé, perché oggi Brigitte compie 90 anni, e la sua è una lunga storia: di un’attrice che, per coloro che tanto l’hanno amata, me compreso, non sarà mai sfiorita, né démodé, né dimenticata. Non è data immaginare un’icona così perfettamente immortale: quando appare per la prima volta sul grande schermo, non sono ancora nato, né lo sono quando sarà protagonista in Et Dieu… créa la femme di Roger Vadim e in En cas de malheur di Claude Autant-Lara. Il primo film viene girato in un villaggio di pescatori che, qualche anno dopo. diventerà il rifugio permanente dell’attrice. Era Saint-Tropez, luogo di pellegrinaggio di intere generazioni immerse nel sogno di incontrare proprio lei, che invece preferisce girare la notte o nascondersi nella sua protettissima Mandrague. La pellicola sarà un grande successo e segnerà l’esplosione dei due attori protagonisti; infatti accanto a Brigitte reciterà un fantastico Jean-Louis Trintignant, e François Truffaut non lesinerà le sue lodi per un’opera mai volgare, amorale e puritana nella stessa misura. En cas de malheur, la cui trama divagherà tra il poliziesco di maniera e la debolezza sentimentale di un severo avvocato, resterà alla memoria per un frammento di pellicola tagliato e riesumato ad arte, in cui la Bardot mostra l’Impossible a un attonito Jean Gabin.

Rimarchevoli saranno, nei primi anni ’60, Le Mépris di Jean-Luc Godard e La verité di Henri-Georges Clouzot: del primo sarà indimenticabile la scena cult in cui Emilia domanda al suo Paolo se gli piaccia ogni singola parte del suo corpo, il che si svolge in un paio di minuti che rimarranno un capolavoro di voyeurismo contemplativo, al termine del quale il marito pronuncerà una frase che qualsiasi donna vorrebbe sentirsi dire: “Ti amo totalmente, teneramente, tragicamente.” Invece, de La verité di Clouzot rimarrà il film per intero. Sarà la prova più umana e sentita di un’attrice ancorché giovane ma già in grado di rappresentare la drammaticità di un sentimento pieno di sbagli, di contraddizioni e di gelosie malriposte, sino all’inevitabile non luogo a procedere del giudizio penale. Eppure le riprese erano state di una certa sofferenza per l’attrice che, incinta, doveva nascondersi dalle curiosità di giornalisti e fotografi, tanto da essere costretta a separarsi dal mondo.

Del resto la sua vita privata risulterà pubblica e aperta quant’altre mai, il che mi convince di astenermi dall’elencare nomi e pettegolezzi per come atto di tardiva solidarietà nei suoi confronti. Mi piace solo ricordare una frase lieve e giovanile di Gigi Rizzi, che in suo ricordo commenterà così il suo personalissimo ‘68: “Avevo 24 anni e Brigitte Bardot!”

Quanto alla sua bellezza, accennarvi sarebbe ormai un esercizio retorico, intanto perché in pochi si sono astenuti dal cercare canoni estetici insuperabili, rivali mediterranee o improbabili sosia… La Bardot nasce in quel momento a miracol mostrare, avanzando di due decenni rispetto alla donna dei ‘50. Eppure nemmeno questa sentenza basta a spiegare, perché il suo valore attivo sarà quello di rappresentare la coscienza femminile della propria forza, ovvero la naturale virtù di dominare con la sua semplice presenza un mondo maschile di cui ella sa ben svelare ogni fragilità. Brigitte Bardot incarna con molto anticipo l’immagine della donna definitivamente liberata che gestisce i suoi desideri senza mai regalarli per convenienza, né usarli per compiacere qualcuno… In tal senso la giovane attrice acquisirà un potere inalienabile che le varrà rispetto e riconoscimento in ogni parte del mondo. Che ciò non sia fuffa ma parte di una riflessione postuma su una delle personalità più dirompenti del secondo dopoguerra, e anche confermato dalle numerose curiosità che andranno ad arricchire la sua lunga esperienza vissuta.

Nel campo delle arti, Alain Gourdon realizzerà un busto ispirato alla Marianne francese; a sua volta Andy Warhol le dedicherà un ritratto che sarà venduto per oltre 4 milioni di euro. Sette anni fa, nella sua Saint-Tropez, Brigitte sarà trasformata in una statua bronzea e una mostra, interamente ispirata al mito Bardot, sarà inaugurata nel 2009 per i 75 anni dell’attrice.

Passando ai fumetti, Brigitte si trasformerà via via in Barbarella, Isabella, Djustine e sarà anche apertamente adorata dal fratellino di Mafalda. A sua volta Milo Manara le dedicherà 25 acquarelli. Infine la musica vanterà canzoni citabonde e autori che ospiteranno la sua leggenda nei loro pezzi. Tra questi, Miguel Gustavo, Claudio Baglioni, Bob Dylan ed Elton John.

Numerose saranno le celebrità della cultura e delle arti ad aver espresso nei suoi confronti giudizi molto lusinghieri. Ed è giusto elencarne alcuni: Brigitte non passerà mai di moda: lei è la moda. (Françoise Arnoul); Questo suo volto accusato di avere un’unica espressione, mentre in realtà ne ha due: quella erotica e quella infantile. (Edgar Morin); La fotografia di Brigitte Bardot scattata da William Klein è l’unica cosa che ho invidiato a Vogue quando lavoravo per Harper’s Bazaar. (Diana Vreeland); La sua aura sensuale è naturale, emancipata e calda. L’effetto Bardot? Un puro incantesimo. (Dirk Bogard); È un essere magico, che ha affascinato tutti, imponendo per oltre 10 anni nuovi canoni di bellezza. Tra le nove di sera e le due del mattino era ancora più bella. (Sam Lèvin); Brigitte ha saputo scandalizzare, sedurre, far nascere uno stile nuovo, diventare un sex symbol in tutto il mondo. (Roger Vadim); Si collocava al posto giusto, dove si confondono sogno e realtà. La sua bellezza e il suo talento sono incontestabili, ma lei possiede anche qualcosa di sconosciuto che attrae gli idolatri di un’età priva di dèi. (Jean Cocteau); Sfruttò i diritti dovuti alla sua bellezza e alla sua natura e rifiuto i falsi doveri con l’energia di un ghepardo… BB non aveva bisogno di niente e di nessuno per essere BB. Era più forte anche del cinema. (Françoise Sagan); Entrava in una stanza piena di gente e tutto si fermava (Nina Companeez); Ricordo la voce così particolare di Brigitte, il suo animo artistico e il suo splendore da abbronzata. E tutto ciò sempre con stile. (Pierre Cardin); Avrebbe potuto essere un’eterna bella donna e invece è diventata la paladina degli animali e ha contribuito alla difesa della natura in maniera oltremodo coraggiosa. (Marguerite Yourcenar); Brigitte Bardot resterà per sempre la donna più bella del mondo. Sono profondamente convinto che non esista niente di più bello di lei sulla terra. (Woody Allen); Brigitte Bardot è una delle prime donne veramente moderne, capace di trattare gli uomini come oggetti sessuali. (Andy Warhol).

Prima che mi dimentichi: la mostra di Jicky Dussart interamente dedicata alle sue fotografie di BB chiude oggi a Saint-Tropez in coincidenza con il suo compleanno. Cosa dirti… che è bellissimo pensarti ancora come l’Immagine di un Tempo immoto, e poi BB, che ti amo totalmente, teneramente, tragicamente.

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