Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Poesia e resurrezione

Roberto Mussapi si congeda per la pausa estiva della nostra rubrica proponendo versi dalla sua raccolta “Gita meridiana”. Versi che raccontano «la potenza vitale di chi non è più qui, e, amato da noi viventi, ci guida e salva nella reciproca memoria»

Sabato scorso ho pubblicato versi di Giovanni Piccioni, da poco scomparso, poeta su cui torneremo presto su queste pagine. Oggi mi congedo per la consueta pausa d’agosto. E lo faccio con una poesia sulla resurrezione, che la poesia non proclama, ma sostiene e sogna appassionatamente. Certo la Poesia, ogni poesia, è un atto di resistenza al nulla, un atto di fedeltà al vitale: «Tu cantami qualcosa pari alla vita», verso memorabile di Mario Luzi. Io, dantesco e foscoliano nel Dna, intravedo, nei versi, la potenza vitale di chi non è più qui, e, amato da noi viventi, ci guida e salva nella reciproca memoria.

 

 

 

 

 

E i morti risorgeranno nel breve splendore
aperto sugli occhi delle persiane spalancate,
vincendo il suono del risveglio abituale
nel segreto del tempo, tra le lancette e l’ora
la loro luce cadrà a piombo sulle pupille nate.
E il corpo rotolante nel bianco nevoso
coperto dal freddo che lo tenne in vita
si leverà dal giaciglio ora odioso
aprendo la finestra una sola mano
stringerà la maniglia come un’altra mano
sconosciuta, dal freddo
nel cerchio delle stagioni morte e del sangue opaco,
la grazia che venne prima delle orme nate
e restituì alla polvere l’antico fiato
tuffò gli occhi del vivo nel pozzo abissale
e nelle acque si fusero ricordo e oblio.
Dal filo che dura spina su spina
passano gli anni e le immagini tra il buio
di ogni filo ferite di luce
e il ricordo nell’ultimo sonno del primo mattino
generò sogni più brevi a sorsi luminosi
quando gli occhi respinsero il risveglio iniziale
restando chiusi sulle immagini alate,
anime in forma di rondine o bambino
dai tetti custodi del respirante riposo
che scesero a visitare la palpebra e il sogno
e penetrarono il ricordo dell’uomo che dormiva
e fu prossimo alla morte e fu salvato
dai morti risorti nell’eterno splendore.

Roberto Mussapi

Da Gita meridiana, Mondadori, 1990, poi in Le poesie, Ponte alle Grazie, 2014

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