Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Il tempo e il mare

Come nella grande letteratura di Melville, di Stevenson, di Conrad, Mario Luzi nei versi di “Sulla riva” – la riva del mondo – accorda «all’unisono l’ansia dell’uomo e il movimento cosmico del mare»

Terzo verso della prima strofa: «Che fai?…». Terzo verso della seconda e conclusiva strofa: «Tu dove sei?…». Siamo sulla riva, che è quella riva ma la riva del mondo, striscia di confine tra terra e mare. Pontili deserti, dopo la mareggiata appena conclusa, il sussulto oceanico che scuote la terra, percepito dai demoni e custodi delle onde, l’uomo del faro, il lupo di mare, ove “lupo” rima internamente con “cupo”.
Nel terzo verso della prima e della seconda strofa, importantissime, essendo due, una iniziale e una finale, la scena si sposta dall’esterno e dal mare e dal pontile all’interno, stanza, cuore, pensiero dell’uomo che chiama silente una persona, probabilmente amata, certo presente nella sua vita. E, come nella grande letteratura di mare, quella di Melville e Stevenson e Conrad, il poeta in due stanze mette all’unisono l’ansia dell’uomo e il movimento cosmico del mare.
Il poeta è Luzi: basta il nome: «Il tempo e il mare hanno di queste pause».

 

 

 

 

 

 

 

Sulla riva

I pontili deserti scavalcano le ondate,
anche il lupo di mare si fa cupo.
Che fai? Aggiungo olio alla lucerna,
tengo desta la stanza in cui mi trovo
all’oscuro di te e dei tuoi cari.

La brigata dispersa si raccoglie,
si conta dopo queste mareggiate.
Tu dove sei? ti spero in qualche porto…
L’uomo del faro esce con la barca,
scruta, perlustra, va verso l’aperto.
Il tempo e il mare hanno di queste pause.

Mario Luzi

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