Every beat of my heart
Follia d’amore
Versi degni di Catullo, Cavalcanti e Donne. Composti da un Anonimo poeta dell'antico Egitto. Versi di un lirismo maturo e complesso che raccontano lo strazio del cuore di una donna abbandonata dall’amato
Duemila anni dopo l’invenzione della scrittura, (IV millennio a.C.), nasce una letteratura poetica in Egitto, che nei secoli passerà dall’espressione orale a quella scritta. Un tesoro poetico di cui fanno parte splendidi canti d’amore, come quello che leggiamo ora. In cui l’anonimo poeta, con lirismo maturo e complesso, parla con la voce della donna a cui la fine dell’amore ha portato via il cuore. Perduto l’uomo amato, sente che il suo cuore stesso se ne è andato via. Lo percepisce separato da lei, e teme che questo sia, o sia visto, come sintomo di follia. Allora si rivolge a lui, al suo cuore, pregandolo di non andarsene via per sempre, di rimanere in lei, per sopravvivere. Lirica degna di Catullo, Cavalcanti, John Donne.
Il mio cuore se ne fugge via in fretta,
non appena io ripenso al tuo amore,
e non mi fa più muovere normalmente,
perché esso ha lasciato il suo posto.
Mi impedisce di indossare la veste
e non posso più mettere il velo,
non mi trucco più gli occhi con l’ombretto
e non metto più il profumo.
«Non attardarti, che io lo possa raggiungere»,
mi dice ogni volta che penso a lui.
Non essere sciocco, cuore mio,
perché ti comporti come un folle?
Sta calmo, e lui verrà da te,
Impedisci che la gente dica di me:
«Questa donna è folle d’amore!»
Fatti forza ogni volta che pensi a lui
cuore mio, non fuggirtene via!
Anonimo dell’Antico Egitto
Da Stanze degli amanti, traduzione di Emanuele Ciampini