Every beat of my heart
L’Amore e l’Infinito
George Gordon Byron guarda verso il mondo invisibile e si rivela poeta metafisico. Il mondo ultraterreno - ci dice – è segnato dalla nostra memoria, perché con l’essere amato si resta per sempre uniti, «oltre la morte, anima nell’anima»
Poeta totale, Byron: eroicomico, come sanno i lettori di questa rubrica, e sottilissimo umorista, poeta tragicodrammatico, nel Manfred, giocoso nel poema e volante come un sogno veneziano. E quando, come in questi versi, guarda verso quel mondo invisibile oltre il nostro, terreno, si rivela poeta metafisico. Guarda oltre e lontano, l’invisibile Infinito: dove nulla si dissolve e perde nell’estasi leopardiana, nella stoica consolazione del nulla. No, qui l’infinito è segnato per sempre dalla finitudine, dai nostri affetti che non muoiono e non si dissolvono. Non è adolescenziale e filosofo come lo stupefatto grande Leopardi: è giovane e già uomo e guerriero come il grande Foscolo. La memoria cambia il mondo ultraterreno, lo segna. L’ amore può tatuare anche l’infinito, farlo tavola, incisa, renderlo disperatamente eterno e presente. L’Amore è più dell’Infinito.
Se quell’altro mondo
I
Se quel mondo che si distende oltre il nostro
ci è caro perché amore sopravvive,
se il cuore amato là è sempre amato,
e l’occhio è lo stesso, ma ora senza lacrime,
quanto sono gradite quelle intatte sfere!
E come è dolce morire anche in quest’attimo,
levarsi da terra e vedere ogni paura
persa nella tua luce, Eternità!
II
Così deve essere: non tanto per noi
che tanto tremiamo sulla sponda,
e nello sforzo di varcare l’abisso ci aggrappiamo
ancora al debole anello dell’Essere…
Sì, credere che in quel futuro ogni cuore
resti col cuore amato, insieme,
bere alle acque immortali, sempre uniti,
oltre la morte, anima nell’anima.
George Gordon Byron
Traduzione di Roberto Mussapi