Testo e foto di Barbara Renzi
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Il mare di Watten

Viaggio nel Nord estremo, dove il termine Watten identifica sia una porzione di mare sia l'abitudine si passeggiare sull'acqua approfittando della bassa marea

Per Watten si intende allo stesso tempo il nome di una porzione di mare del Nord, quello situato fra la costa settentrionale tedesca, la costa danese e la costa olandese e delimitato dalle Isole Frisone, e una pratica, molto popolare in queste zone, che consiste nell’attraversare a piedi tale mare (o alcune sue porzioni) in occasione della bassa marea.

La marea, ritirandosi, scopre infatti chilometri di coste, consentendo lunghe passeggiate (Wattwanderungen) in un’ampia distesa fangosa, passeggiate che diventano al contempo esplorazioni della fauna lasciata sulla spiaggia dalle acque che si ritirano.

Il fango ​​che passeggiando ci ritroviamo fra le dita dei piedi rappresenta un habitat prezioso, con un’incredibile, anche se a volte appena visibile, densità di popolazione, fra aracnoidi, alghe marine, vermi della sabbia, granchi, mitili e lumache, senza contare i cumuli di escrementi lasciati dalle anguille di cui questo è l’habitat preferito.

Sempre durante la bassa marea alcune delle isole, quelle più vicine alla costa, possono essere raggiunte a piedi con una passeggiata di poche ore.

Naturalmente si tratta di una zona naturalistica protetta, in cui si pratica anche il birdwatching. Si assiste infatti al passaggio di milioni di uccelli migratori che in parte nidificano nella distesa fangosa.

Le foto presentate qui riguardano la zona fra la costa settentrionale della Germania, subito sotto il confine con la Danimarca, e le Isole Frisone settentrionali, in particolare Sylt e Föhr, e alcune isolette minori, con una popolazione di poche decine di abitanti, dette Halligen.

Le Halligen, delle elevazioni naturali, sono protette da modeste dighe e abitate, malgrado le regolari indondazioni (in inverno possono verificarsene quattro o cinque) con cui gli abitanti sono ormai abituati a convivere e che anzi, con una certa flemma, considerano un irrinunciabile spettacolo naturalistico.

Una delle peggiori inondazioni ebbe luogo nel 1976, ma fortunatamente avvenne di giorno: tutte la case si ritrovarono con la cantina completamente inondata e dieci centimetri di acqua al pianterreno. Anche se di solito i danni sono limitati, una questione del tutto particolare si pone quando queste inondazioni avvengono nel momento in cui gli animali stanno pascolando, e occorre allora per prima cosa mettere in salvo mucche e pecore. Non è difficile prevedere che in futuro, visto l’innalzamento del livello del mare dovuto ai cambiamenti climatici, la situazione degli abitanti delle Halligen si farà sempre più precaria.

Per completezza va ricordato che, come si evince da un famoso racconto lungo di Thomas Bernhard intitolato appunto Watten, la parola evoca anche un gioco di carte popolare in Austria e nella Germania meridionale, che nella vicenda narrata da Bernhard s’intreccia a un suicidio.

Tornando invece alle nostre passeggiate, ben più salutari, fra gli appassionati del Watten inteso in questa accezione figuravano molti pittori romantici come Eugen Bracht, Gustav Schönleber e Eugen Dücker, che dipinsero il paesaggio costiero in modo a volte molto ispirato. Con quest’ultima foto ci ispiriamo a nostra volta ai loro dipinti.

 

 

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