Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Veglia di accenni

Loretto Rafanelli, poeta «forte e certo», si iscrive a pieno titolo tra quelli titolati ad appartenere al genere letterario (non ancora pienamente riconosciuto) ispirato a Venezia. Un mito già reso immortale dai versi di Goldoni, Byron, Brodsky…

«Un labirinto d’acqua nella biancastra / tenue luce dell’alba»: Rafanelli è uno dei poeti che hanno scritto su Venezia, intendo dire poeti di cui Venezia non può fare a meno. È un mito, prima ancora che una città e, in termini borgesiani, un ancora non riconosciuto genere letterario. Vertici: Goldoni, Byron, e opere magiche, Brodsky, Fruttero e Lucentini. Io sono l’autore di un poema monologo, La veneziana, che sta in quella costellazione. Certo Venezia può scatenare il peggio, come la Luna, l’Amore, tutte le cose più belle: com’è triste Venezia, anonimi veneziani, e anche Thomas Mann è al confine, pur nella sua statura.
Rafanelli coglie la natura labirintica di un’acqua ferma sotto un cielo diafano e misterioso, la cangianza del vetro, i segreti di Murano, il fascino della città «dai vetri soffiati nei fondali del fuoco». E la Dalmazia del grande veneziano Marco Polo, e il destino del viaggio e del mare inscritti nel suo Dna, «ordita com’è nell’incrocio degli incroci». Rafanelli è uno dei poeti forti e certi della mia generazione, e sa leggere la città in cui ogni destino, ogni nome è scritto sull’acqua.

L’antico intrico d’acque

Venezia giunge col viso
venato di un antico sospeso vociare,
ed è una fissità di mare estenuata
nel suo gorgo, con il pane benedetto
fiatato dall’agguato dei segreti. E io le stendo
il cielo di rose,
ordita com’è nell’incrocio
degli incroci. E voglio dirle di un viaggio
fatto a perdifiato nel suo cieco
imbuto di vita, con il respiro che tiene
nella vena di madre ogni appello
che viene dai deserti, dalle steppe,
dalle rive d’Oriente, dalle coste dalmate,
dai vetri soffiati nei fondali
del fuoco. Con i canali che cingono
di segni sospesi nell’aria,
è un labirinto d’acqua nella biancastra
tenue luce dell’alba, tutto pare sconfinare
in una veglia di accenni.

Loretto Rafanelli

Da  A ogni stazione del viaggio, Jaca Book, 2021
Nell’immagine, un’opera di Carlo Guarienti, “La chiesa della Salute a Venezia”

 

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