I deliri del bibliofilo
Litolatte futuriste
Tra i titoli più ricercati del ’900 italiano, con quotazioni da capogiro, i due libri frutto della collaborazione tra Marinetti e Tullio d’Albisola. “Parole in libertà futuriste olfattive tattili termiche” e “L’anguria lirica”, realizzati con “Lito-Latta” di Savona, che produceva scatole metalliche per biscotti
La collaborazione tra Filippo Tommaso Marinetti e Tullio d’Albisola (insieme nella foto in basso, ndr), al secolo Tullio Mazzotti, produsse le due celebri “litolatte”, considerate tra gli esempi più rappresentativi della poesia futurista ma anche tra i titoli più ricercati del Novecento italiano. Dopo la pubblicazione di Bïf§Zf + 18 Simultaneità e Chimismi lirici di Ardengo Soffici nel 1919 e di Depero futurista nel 1927, i tempi erano maturi per creare dei manufatti editoriali che si richiamassero scopertamente alla realtà industriale chiamata in causa da Depero attraverso la scelta di adoperare due bulloni metallici per fermare le pagine del suo libro-oggetto. Quest’ultimo non era destinato agli scaffali di una libreria ma doveva essere appoggiato sopra un cuscino brevettato dal poliedrico artista trentino. Entrambi i titoli vennero stampati da Vincenzo Nosenzo nel suo stabilimento industriale di Savona, denominato “Lito-Latta”, che produceva scatole metalliche per biscotti. L’autore interviene nella scelta dei materiali al fine di rinvigorire un retaggio editoriale considerato antiquato e passatista. Tullio Mazzotti, un imprenditore che aveva un laboratorio di ceramiche ad Albisola, in provincia di Savona, aderì al futurismo e Marinetti coniò per lui lo pseudonimo Tullio d’Albisola. Questo è il ritratto che ne fece Giampiero Mughini nel resoconto in cui rievoca come sia riuscito ad assemblare La collezione(Einaudi, 2009): «Figlio di un maestro vasaio, scultore poeta e fotografo, era lui il padre della ceramica modernista italiana, della ceramica futurista innanzitutto, di una saga artigiana che va da Lucio Fontana al giovane Piero Manzoni». Ma a questi artisti potremmo aggiungere i nomi di Arturo Martini, Salvatore Fancello, Karel Appel, Asger Jorn, Roberto Sebastian Matta. Nel 1943 Tullio d’Albisola pubblicherà, nelle Edizioni del Pesce d’Oro di Giovanni Scheiwiller, un Racconto illustrato con 14 disegni di Lucio Fontana.
Parole in libertà futuriste olfattive tattili termiche di Marinetti fu licenziato nel 1932 dalle Edizioni Futuriste di “Poesia” in collaborazione con la Lito-Latta di Savona. Il libro riprendeva, fin dal titolo, la raccolta Les mots en liberté futuristes, edita nel 1919 nella stessa collana: qui il capostipite del futurismo ebbe l’opportunità di misurarsi con la concezione rivoluzionaria delle “parole in libertà” sia nel testo sia all’interno delle tavole ripiegate (ma non si dimentichi l’esempio fondamentale dello Zang Tumb Tuum, edito nel 1914, in parte anticipato su «Lacerba»).
Domenico Cammarota nel suo repertorio Filippo Tommaso Marinetti. Bibliografia, edito da Skira nel 2002, così censisce il volume: «Libro-oggetto di 15 fogli stampati su latta litografata da Vincenzo Nosenzo, con dorso tubolare e rilegatura “al cartoccio”, del peso complessivo di 852 grammi, dotato anche d’una custodia in 8°, sempre in latta litografata, di cui esistono due versioni: 1) riportante la marca editoriale Lito-Latta di N. Diulgheroff; 2) riportante la scritta Duce XI°, riproduzione dell’arco di trionfo in latta e vetro ideato da Giovanni Acquaviva e realizzato ed esposto da N. Diulgheroff e T. d’Albisola tra il 2 e il 10 dicembre 1932, in occasione della sfilata di Starace a Savona. Tiratura di 101 copie, di cui 51 f.c. Del testo esiste una copia unica realizzata per Marinetti, con una cop. in pelle rosso-verde e la rilegatura dorsale eseguita con 5 bulloni metallici». Il libro, che misura cm 23,5 x 21,5, annovera 30 pagine non numerate. La copertina e le 10 illustrazioni presenti sono realizzate da Tullio d’Albisola, cui il testo è dedicato: «Al mio caro e grande amico Tullio d’Albisola primo ceramista Futurista d’Italia MARINETTI». Nell’antiporta figura un ritratto dell’autore. Il volume contiene nove tavole parolibere di Marinetti. Gambetti e Vezzosi precisano: «Le quotazioni sono quelle di un’opera d’arte, di qualche decina di migliaia di euro». In copertina, oltre a «Marinetti dell’Accademia d’Italia», figura anche il nome di Tullio d’Albisola. È presente anche l’indice delle poesie. Il libro risulta scaricabile sul sito del MoMa: https://www.moma.org/collection/works/17881
L’anguria lirica uscì nel 1935, con il sottotitolo Lungo poema passionale, sempre in coedizione fra le Edizioni Futuriste di “Poesia” e la Lito-Latta. Gli esemplari erano 101, di cui 50 fuori commercio e uno destinato a Mussolini. Era stampata su 21 fogli in latta non numerati, compresa la copertina. Il libro, di cm 19,5 x 17,2, aveva una legatura tubolare in latta (variante di alcune copie con spirale metallica) e una custodia con dorso tubolare litografata con i motivi di copertina per gli esemplari fuori commercio. La copertina e 11 illustrazioni erano affidate a Bruno Munari, il futuro autore dei “libri illeggibili”; oltre all’immancabile prefazione di Marinetti, è presente un chiarimento di Vittorio Orazi, fratello di Enrico Prampolini. Figurano inoltre due pagine pubblicitarie e un ritratto dell’autore di Nicolay Diulgheroff. Sono contenuti cinque componimenti paroliberi dell’autore. Il titolo, che ha quotazioni da capogiro, si può visualizzare sul sito: https://www.arengario.it/futurismo/storia-del-futurismo-1934-languria-lirica-libro-cyborg-dartista/
In copertina campeggia l’illustrazione di Munari riproducente un’anguria di un rosso acceso accompagnata da un coltello stilizzato. Oltre ai dati di riferimento compare anche il prezzo di copertina: lire 50. Naturalmente i fogli di entrambe le litolatte con il tempo hanno subito un processo di ossidazione ed è inevitabile che compaiano tracce di ruggine. Si tratta del libro d’esordio di Tullio d’Albisola che, il mese precedente, era uscito in un’edizione “venale” (si fa per dire), con tiratura di 500 copie numerate su carta a mano, stampata presso le Officine d’Arti Grafiche G. Chiattone di Milano, con 12 illustrazioni di Nino Strada nel testo. Il volume è rilegato con spirale metallica sul dorso. Superfluo aggiungere che, per i comuni mortali, anche questo è irraggiungibile, considerato che un esemplare, messo in vendita dalla Libreria Antiquaria Coenobium di Asti, costa oltre 5000 euro.