I deliri del bibliofilo
Una storia ingarbugliata
La vicenda editoriale de “La cognizione del dolore” di Carlo Emilio Gadda. Dal rarissimo pre-print nel marzo del 1963, in una tiratura fuori commercio di 100 copie non numerate presso Einaudi nel marzo del 1963, alle successive edizioni
Molto complessa e articolata è la vicenda sottesa alla pubblicazione del romanzo La cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda. Lo scrittore ne iniziò la stesura nel 1938, circa un biennio dopo la scomparsa della madre, protraendola fino al 1941. Apparve in sette puntate, in quello stesso arco di tempo, su «Letteratura», la rivista fiorentina diretta da Alessandro Bonsanti che raccolse l’eredità di «Solaria». Nelle note redatte nel primo volume garzantiano delle Opere, a cura di Dante Isella, si legge: «Le ragioni della interruzione sono verosimilmente da cercare non tanto in “circostanze di fatto esterne alla volontà consapevole”, quanto nel distacco dell’autore da un’opera sentita ormai come conclusa dal punto di vista della ideazione, e forse nella insofferenza per un minuto lavoro di politura non più sorretto da una tensione costruttiva». L’intento originario era quello di destinare i vari contributi apparsi nei progetti editoriali in fieri, tra cui Le meraviglie d’Italia. Ernesto Ferrero precisa che «nel 1939 Gadda si accorse che il lavoro aveva preso “consistenza e dimensioni di romanzo”, e decise quindi di estrapolarlo. Due frammenti apparvero poi nell’Adalgisa e un terzo nel volume di racconti Novelle dal Ducato in fiamme». Il titolo venne annunciato sia dalle Edizioni di Letteratura sia da Sansoni. Nel 1955 Gadda firmò un contratto con Elio Vittorini, direttore della collana «I gettoni» di Einaudi, per la pubblicazione in volume (sembra che un precedente contratto sia stato allestito anche con Sansoni nel 1942).
L’autore si decise a pubblicarlo, dopo mille vicissitudini, solo a distanza di oltre vent’anni dalla diramazione su rivista quando apparve in una tiratura fuori commercio di 100 copie non numerate presso Einaudi, con un intenso ritratto fotografico dello scrittore realizzato da J. Bauer che campeggia nel piatto della sovracoperta e la data di stampa del 15 marzo 1963. Questo pre-print venne predisposto per i giurati del Prix International de Litterature, poi vinto dall’autore, e non ha attualmente quotazioni disponibili sul mercato a causa dell’estrema rarità del volume. La riproduzione della sovracoperta figura a pag. 61 della monografia Carlo Emilio Gadda milanese, edita da Libri Scheiwiller quale strenna del Credito Lombardo del 1993. A distanza di poco più di un mese (il colophon riporta la data del 24 aprile 1963) l’editore torinese ristampò, nel medesimo formato relativo alla collana dei «Supercoralli», il romanzo destinato alla vendita in 11 mila copie, esaurite nello stesso anno. La tiratura era quanto mai ragguardevole e ciò si spiega con la popolarità acquisita da Gadda dopo la pubblicazione del precedente romanzo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, uscito da Garzanti nel 1957, la cui riduzione cinematografica di Pietro Germi, intitolata Un maledetto imbroglio, vide la luce, senza tuttavia grande successo, un paio d’anni più tardi. Vi contribuì anche l’assegnazione del premio Viareggio per Le novelle dal Ducato in fiamme, edito da Vallecchi nel 1953.
L’immagine della sovracoperta, sostituita per volontà dell’autore, allergico alla sua «facciaccia», si differenzia rispetto a quella della tiratura fuori commercio riproducendo un particolare a colori del dipinto di Bernardo Bellotto intitolato La villa Melzi d’Eril a Gazzada, vista da sud-est, dopo un’«estenuante lotta» con Giulio Einaudi che preferiva il ritratto fotografico dell’interessato. Quando gli chiesero se fosse soddisfatto, Gadda rispose che il paesaggio di Bellotto pubblicato non era quello desiderato, corrispondente alla Veduta da Gazzada. Il villaggio, da sud (entrambi i dipinti si trovano nella Pinacoteca di Brera). Il volume di cm 22,5 x 14,2, contenente 228 pagine (contro le 188 dell’edizione zero), riporta una poesia d’occasione e il saggio introduttivo di Gianfranco Contini che non figuravano nell’anticipazione. Essendo un libro facilmente reperibile si può trovare sul mercato del modernariato a prezzi piuttosto bassi. Un discorso a parte merita la quarta edizione, edita da Einaudi nel 1970 con due capitoli aggiuntivi (il romanzo è e resterà incompiuto), già apparsi in una traduzione inglese nel 1969. Il libro figura sempre nella collana dei «Supercoralli», ma con una diversa sovracopertina, riproducente una xilografia di Ernest Ludwig Kirchner.
La prima edizione critica venne pubblicata da Einaudi nella collana «Gli Struzzi» nel 1987, a cura di Emilio Manzotti. Viene ripristinato per la copertina l’intero dipinto del Bellotto (non più un particolare) e si propongono alcuni frammenti inediti del romanzo. Le vicende dell’alter ego Gonzalo Pirobutirro d’Eltino e della Signora madre, sullo sfondo della villa di campagna del Maradagal, immaginario paese sudamericano che adombra una Brianza velata da una «tenue spolveratura creola», secondo l’indicazione di Contini, furono definite dallo stesso autore «tragica autobiografia», «dialogo gnoseologico» e «invito all’ascesi».
In Rarissimi. Riflessioni sul collezionismo letterario del novecento italiano(Biblohaus, 2015), Lucio Gambetti precisa, a proposito dell’introvabile pre-print, in una scheda dedicata alla Cognizione del dolore: «Il Servizio Bibliotecario Nazionale non registra copie del libro con il numero di pagine ridotto e non mi risulta che questa edizione sia mai stata proposta da librerie. La traccia più consistente di questo volume è l’accurata descrizione fatta da Gioia Sebastiani nel Catalogo delle Edizioni di Carlo Emilio Gadda (Milano, All’Insegna del Pesce d’Oro, 1993)». Gadda aveva già pubblicato nei «Supercoralli» il libro riepilogativo I sogni e la folgore (1955), contenente La Madonna dei Filosofi, Il castello di Udine e L’Adalgisa, anche se il formato della collana si differenziava rispetto a quello adottato in seguito, essendo i volumi stampati su carta ruvida e rilegati in tela. Altri titoli in seguito vennero riproposti nella stessa collana einaudiana.
Le prime edizioni di Gadda sono molto ricercate dai collezionisti: ci limitiamo in questa sede a segnalare i due volumi solariani La Madonna dei Filosofi(1931) e Il castello di Udine (1934), oltre a Le meraviglie d’Italia (Parenti, 1939), Gli anni (Parenti, 1943) contenente tre disegni di Filippo De Pisis, L’Adalgisa (Le Monnier, 1944) i cui esemplari recano la firma autografa dell’autore, Il primo libro delle favole (Neri Pozza, 1952) con graziose illustrazioni di Mirko Vucetich, Norme per la redazione di un testo radiofonico(Edizioni Radio Italiana, 1953), Giornale di guerra e di prigionia (Sansoni, 1955). Quasi tutti i titoli successivi furono pubblicati da editori importanti come Einaudi e Garzanti che presupponevano tirature piuttosto alte.