Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Poesia è magia

La poesia scopre e svela gli incantesimi che si celano nel quotidiano. Infiniti gli esempi di quanti, ispirati dalla scoperta di questi sortilegi, hanno creato versi immortali… Yeats, Shakespeare e Tagore che qui, illuminato, coltiva l’attesa dell’amore

Tengo in questi giorni un seminario su “Poesia e magia”. I partecipanti, da me selezionati, comprendono e già conoscono la netta distinzione tra la falsa magia degli imbroglioni, gli “operatori dell’occulto” che, speculando su dolori di umani (lutti, disgrazie, malattie, amori finiti), estorcono denaro a ingenui infelici, e chi ha un rapporto onesto, quand’anche naif, con il ricco mondo non razionale. Fin qui va bene. Ma non è certo questo il mio scopo: non sento necessario spiegare i limiti del razionalismo, dopo Jung, Eliade, e tutta la grande poesia del Novecento: mi interessa centrare il rapporto tra poesia e magia, o magia nella poesia. E qui vedo i discepoli barcollanti: identificano la magia con la seria realtà di settimini, intuitivi, medium, sensitivi: seria, ma con la poesia non c’entra niente. La poesia scopre e svela, naturalmente un’altra magia, nascosta nel quotidiano, come qui appare nel sapiente e mago Tagore: la paura che la donna se ne vada perché è notte, notte che “scende”, calando, a coprire… l’attesa dell’amore come quella di una lampada che si accende nel buio, l’amore che raggiunge il limite del mare senza spiaggia: questa è la magia che ispira e crea poesia, magia della vita che la poesia scopre. Dopo i miei quasi vani tentativi con Yeats, con Platone, con Shakespeare, proverò con questi semplici e illuminanti versi di Tagore.

 

 

 

 

 

 

 

 

Non lasciarmi, non andartene,
perché scende la notte.

La strada è deserta e buia,
si perde tortuosa. La terra stanca
è tranquilla come un cieco senza bastone.

Sembra che io abbia aspettato nel tempo
questo momento con te
così accendo la lampada
dopo averti donato fiori.

Con il mio amore ho raggiunto stasera
il limite del mare senza spiaggia,
per nuotarci dentro e perdermi in eterno.

Rabindranath Tagore
Da Passando all’altra riva, traduzione di Brunilde Neroni, Salani editore

Facebooktwitterlinkedin