Il tormentone
Quelli che la pesca
Variazioni (in stile Enzo Jannacci) intorno allo spot sulla pesca: che sta facendo discutere mezza Italia. E chiamiamola dissimulazione di massa...
Quelli che hanno scoperto che “la pesca” è uno spot pubblicitario, svelandone sagacemente il retropensiero, oh yeah.
Quelli che siccome la storiella non corrisponde al loro passato di separazione e divorzio è una mistificazione della realtà, oh yeah.
Quelli che i bambini non si sfruttano così, invece nella pubblicità delle merendine…oh yeah.
Quelli che i figli dicevano: separatevi se dovete litigare, oh yeah.
Quelli che gli piace la pubblicità di Ikea perché la mamma feticista riesce a nascondere l’amante nel letto ribaltabile prima che i figli entrino in casa ed è una vera storia di emancipazione, oh yeah.
Quelli che sia la madre, che il padre usano l’automobile e non la bici per spostarsi in dispregio della mobilità dolce, oh yeah.
Quelli che già sanno come va a finire, perché il ringraziamento del padre significherà immediata riconciliazione familiare e quindi sostengono che lo spot l’abbia ideato la ministra Roccella per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, oh yeah.
Quelli che pare che alla Meloni sia piaciuta “la pesca” e quindi si sentono superiori perché l’avevano già criticata prima, oh yeah.
Quelli che vorrebbero veder più consultori familiari e centri anti violenza che supermercati, oh yeah.
Quelli che siccome se ne parla, loro hanno raggiunto il loro obiettivo, oh yeah.
Quelli che è troppo lungo e non finisce mai e poi non sopporto la pubblicità, oh yeah.
Quelli che colpisce al cuore e fa fare tanti lucciconi, oh yeah.
Quelli che si occupano della Conad ci avvertono che la stagione delle pesche è passata e che loro vendono le mele, oh yeah.
La fotografia accanto al titolo è di Roberto Cavallini