Anna Camaiti Hostert
Cartolina dall'America

La scuola di Trump

Negli Usa, lo squadrismo istituzionale contro le culture democratiche ha stravolto la scuola e l'educazione. Sono sempre di più i giovani insegnanti costretti ad abbandonare la cattedra o a cambiare stato per evitare minacce e violenze

Questa estate dal tempo incerto e imprevedibile ormai in tutto il mondo, registra qua negli Stati Uniti, oltre a una natura che reagisce violentemente ad ogni nostro abuso, un solo protagonista della scena politica: Donald Trump. L’ex presidente continua ad accumulare capi di imputazione e ad apparire sulla stampa nazionale, sui media televisivi e sui social media non solo scagliando accuse nei confronti dei politici democratici che avrebbero montato una caccia alle streghe senza precedenti per impedirgli di partecipare alla prossima tornata elettorale, ma profferendo gravi minacce nei confronti dei giudici che lo stanno accusando e dei giurati che dovranno giudicarlo. Un fenomeno senza precedenti, almeno qua negli Stati Uniti.

Oggi Trump dovrà presentarsi alla corte federale di Atlanta in Georgia dove sarà arrestato per rispondere dell‘accusa, insieme ad altri 18 imputati, di avere tentato di sovvertire il voto democratico che ha sancito la sua sconfitta. La cosa più grave di tutta questa faccenda è rappresentata dal fatto che l’ex presidente, nonostante i guai giudiziari, la mancanza di principi etici e morali e i numerosi processi per bancarotta fraudolenta ed evasione fiscale, è ancora sostenuto dal 62% degli elettori repubblicani e accumula preferenze altissime rispetto agli altri candidati che collezionano percentuali molto basse: dal 16% in giù.

Il risultato dell’imbarbarimento sociale determinato dal comportamento di un leader che non tiene conto dei principi democratici, che sfida le istituzioni, il potere giudiziario e soprattutto l’evidenza, è molto pericoloso. Nel paese vige un clima di violenza diffusa che si manifesta in molti aspetti della vita civile. Donald Trump con il suo disprezzo per tutti coloro che lo contrastano e soprattutto con il suo disprezzo per la verità ha incoraggiato e promuove quotidianamente comportamenti sociali che si basano su soprusi e prevaricazioni. Veri episodi di squadrismo fascista diffusi e capillari.

E questo accade nella scuola pubblica, nei tribunali, negli uffici governativi nei dibattiti pubblici. La scuola tuttavia è quella che paga i prezzi più alti, privando bambini e giovani di un’educazione a largo spettro. Valga per tutti l’esempio della maestra elementare dell’Idaho, eletta nel 2023 insegnante dell’anno, Karen Lauritzen, la quale pensava di assaporare il suo successo dopo avere avuto l’onore della sua nomina. Invece si è ritrovata preda di un incubo che l’ha costretta a trasferirsi in Illinois. Ma cosa è successo? Nonostante abbia ricevuto la sua nomina da un’amministrazione repubblicana ha incontrato la forte ostilità dei media e di agguerrite organizzazioni conservatrici che l’hanno accusata di promuovere la filosofia transgender e di essere un’attivista di sinistra a favore del movimento Black Lives Matter. Alle accuse si sono aggiunte le minacce, le proteste dei genitori e delle famiglie degli studenti della scuola. Poi sono seguite intrusioni negli account dei social media e le persecuzioni nella vita privata. “Mi sarei dovuta sentire onorata e festeggiata e questo avrebbe dovuto essere un grande anno per me – ha dichiarato Lauritzen – e invece è l’anno più difficile della mia carriera non solo rispetto alla comunità in cui vivo, ma rispetto ai genitori degli studenti che disputano ogni mia decisione. Dopo ventuno anni di carriera il mio giudizio professionale è stato messo in dubbio come mai in passato”.

“È difficile insegnare di questi tempi” – ha affermato Chris Dier, insegnante dell’anno in Louisiana nel 2020 che ha ricevuto numerose minacce di morte. Infatti nonostante alcuni eccessi della political correctness sono tuttavia le miriadi di associazioni di estrema destra specie di matrice religiosa, quelle contrarie al movimento LGBTQ+, a rappresentare la minaccia più consistente per questi giovani insegnanti aperti al nuovo.

Alle reazioni degli insegnanti che affermano non essere mai stato loro obiettivo quello di “indottrinare” gli studenti, cosa di cui sono stati accusati, è stato risposto con minacce e forme violente di intimidazione. Come ha registrato un insegnante gay del Kentucky, anch’egli eletto insegnante dell’anno in quello stato e anch’egli costretto a lasciare il suo insegnamento di francese e a spostarsi in un altro stato.

In Arkansas la governatrice repubblicana Sarah Huckabee, che peraltro è stata portavoce per un periodo dell’amministrazione Trump, ha bandito l’insegnamento di quella che viene definita la “critical race theory” e dell’insegnamento dei temi di  genere e di orientamento sessuale. E gli esempi di questo tipo si moltiplicano e vanno dalla Georgia, alla California, alla Louisiana, al Colorado dove molti insegnanti sono stati costretti ad andarsene minacciati dalle associazioni conservatrici, dai genitori e spesso dagli stati stessi che proibiscono insegnamenti basilari della storia di questo paese. Se la cancellazione della legge sull’aborto da parte della Corte Suprema l’anno scorso ci aveva fatto pensare al Racconto dell’ancella di Margaret Atwood adesso con le forme di squadrismo fascista che costringono gli insegnanti a lasciare i loro posti di lavoro sembra di essere caduti nel pozzo delle più brutali nefandezze dell’immaginario stato di Gilhead di cui la scrittrice ci parla nel suo romanzo distopico. D’altra parte che la storia di questo paese sia basata sullo sfruttamento degli schiavi e sulla terra rubata ai nativi americani non è certamente un segreto per nessuno. E certamente non si può ‘ negare. Anzi Consiglio a tutti di vedere il film documentario The Lakota Nation versus the United States in cui si ripercorrono le fasi della spoliazione dei territori delle tribù dei Sioux del North Dakota e la cancellazione di una cultura millenaria. Adesso i leader delle tribù Lakota che hanno accumulato un credito miliardario dopo che i tribunali hanno dato loro ragione non vogliono i soldi loro dovuti, ma rivogliono indietro la loro terra.

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