Roberto Mussapi
Every beat of my heart

L’Ospite folgorante

Tu Fu, «lucidissimo e visionario poeta cinese», ci svela un aspetto inedito dell’astro cantato da molti poeti, perché «sempre silente e presente: come la poesia». Per lui la luna non è quieta e melanconica, ma imprevedibile, fuggente, lampeggiante…

La Luna è onnipresente nella poesia, più del Sole, che essendo igneo, fuoco, è della poesia stessa il combustibile, e poi la fonte del visibile, della luce.
La Luna è presenza misteriosa, perenne, ineliminabile, compagna notturna quanto sodale notturno ci è il sogno… E poi la sua luce argentea fatta di molecole di silenzio… e poi c’è sempre, anche quando invisibile per ragioni metereologiche, ma sempre silente e presente: come la poesia. Che non sempre arde e canta, ma non dorme mai davvero, interamente. Dorme nel sogno, come la Luna. Misteriosa questa del lucidissimo e visionario poeta cinese Tu Fu… E non intendo tentare di penetrarne un segreto: perché quel numero, il diciassette, perché proprio quella notte? 
I poeti non amano domande atte a svelare, quindi a far svanire, i misteri. Conta l’evidenza, e la poesia è evidenza: la Luna è un ospite, e per il poeta non solamente argenteo, ma folgorante: appare e annichila. Ancora: lei non è luce quieta e discreta ma dardeggiante, fulgore: una luna mobile, volante come un uccello. Tu Fu ci svela e mostra un’altra forma e anima dell’astro notturno, che non è quieto e melanconico come in molti altri poeti, ma fuggente come un uccello che appare all’improvviso, o come un pesce lucente come un lampo nel fondale, o nella corrente.

Diciassettesimo giorno di luna

Questa notte la gran luna autunnale
Sembra ancora rotonda –
Io vivo solo e vecchio sulla sponda
Del borgo fluviale.
Rotolo le tende per guardare
L’Ospite folgorante:
Nelle veglie notturne m’accompagna
Quando cammino curvo sul bastone.
Il fulgore dardeggia, si nasconde,
Serpente irrequieto;
La luce ora svolazza, ora si posa,
Instancabile uccello.
Un tetto erboso, fra gli aranci e i cedri –
E il chiarore che fende ora di nuovo
La rugiadosa immensità fiorita.

Tu Fu

Traduzione di Giorgia Valensin

Nell’immagine: Shibata Zeshin, “Erbe autunnali al chiaro di luna”, 1872-91 ca.

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