A Palazzo Strozzi di Firenze
L’arte delle stelle
Una grande mostra propone la collezione di arte contemporanea di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo: un caleidoscopio di "star" della creatività contemporanea fuori dagli schemi. Da Maurizio Cattelan a Lynette Yiadom-Boakye
A Firenze è stata inaugurata recentemente una importante mostra a Palazzo Strozzi Reaching for the Stars da Maurizio Cattelan a Lynette Yiadom-Boakye, dedicata alle stelle dell’arte contemporanea grazie all’importante prestito di 70 opere di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. La mostra rimarrà aperta fino al 18 giugno. Lei è sicuramente una delle figure italiane più autorevoli nel mondo dell’arte conosciuta per la sua pregevole Fondazione di Guarene inaugurata nel 1995 e quella di Torino, realizzata nel 2002, fra l’altro, dall’archistar Claudio Silvestrin. Un centro espositivo riconosciuto a livello internazionale. La sua Collezione iniziata nel 1992 è una costellazione esemplare di opere e riflette la pluralità delle ricerche degli ultimi decenni.
Questa Fondazione conta su un patrimonio di relazioni capillari con il sistema internazionale, espresso con il sostegno a grandi eventi come le Biennali e la Documenta di Kassel e attraverso le mostre dedicate alla Collezione, ospitate nei musei e nelle fondazioni di tutto il mondo e ora queste sue consolidate iniziative internazionali l’hanno finalmente felicemente connessa ad Arturo Galansino da anni Direttore Generale della Fondazione di Palazzo Strozzi. Esemplare la sua indubbia capacità di utilizzare questa prestigiosa sede fiorentina, come dimensioni seconda solo a Palazzo Medici, non solo per fondamentali mostre sull’arte antica – ricordiamo la grande antologica su “Donatello, il Rinascimento“, svoltasi nel 2022 – ma anche su artisti contemporanei come Olafur Eliasson o ancora prima nel 2016 con Ai Weiwei, di cui tutti hanno in mente le mitiche zattere messe dall’artista cinese a incorniciare le finestre del palazzo. Messaggio fortissimo e attualissimo pensando alla recente strage di Cutro.
Questa volta la Sandretto ha distribuito sui due piani di Palazzo Strozzi parte delle importanti collezioni che lei ha raccolto in tutti questi anni. Appena entrati, nello splendido cortile rinascimentale, ci troviamo di fronte ad un razzo site specific alto ben 15 metri dell’artista polacca Goshka Macuga che chiamandosi “Gonoco” sembra proiettarci fuori da questo pianeta che sembra avere i giorni contati come racconta l’autrice.
Una installazione che Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, finita la mostra a Firenze, trasporterà a Venezia sull’isola di San Giacomo, che lei ha appena acquisito, e che amplierà le sue iniziative artistiche internazionali creando sinergie con le altre Fondazioni veneziane (compresa la nascente di Sanlorenzo Art a fianco a Santa Maria della Salute).
Nel piano nobile ritroviamo una sequenza di opere che ci conducono per mano nell’evoluzione dell’arte contemporanea a cominciare da quella di Anish Kapoor, con la sua iconica scultura rossa “1000 names” a quella di Damien Hirst, da quella di Sarah Lucas a quella di Rudolf Stingel, da William Kentridge, fino a Maurizio Cattelan (in copertina sulle locandine della esposizione) con varie sue iconiche opere fra cui quella con lui al solito sospeso come fosse un soprabito all’attaccapanni, con il titolo “la rivoluzione siamo noi” (nella foto accanto al titolo). Fino ad arrivare a una sequenza di grandi nomi internazionali, come quello inquietante di Josh Kline “thank you for your of services” che mi ha particolarmente colpito, opera che rappresenta il futuro distopico ambientato negli anni Trenta del Duemila in cui l’automazione renderà superflue molte professionalità e competenze: così questi corpi, chiusi in sacchi di plastica, sono appoggiati per terra come rifiuti da smaltire.
Ma anche l’opera di Shirin Neshat è di grande impatto pensando all’assurda situazione in cui vivono le donne iraniane. Ma le sale di questa riuscitissima esposizione sono disseminate anche da opere di artiste del calibro di Vanessa Beecroft, di Lara Favaretto, di Paola Pivi e di Cindy Sherman. Profondi racconti artistici che Patrizia Sandretto Re Rebaudengo ha saputo raccogliere da ormai 30 anni con suo marito Agostino: “Penso alla mia collezione come a una conversazione ininterrotta che ogni giorno intesse la mia vita, arricchendola di sfumature, riflessioni e relazioni profonde”.
Nel piano sotterraneo, nella cosiddetta Strozzina, ritroviamo una sequenza di video particolarmente forti e colmi di riflessioni sul ruolo dell’arte nel ventesimo secolo con opere di Doug Aitken, Fiona Tan, Thino Sehgal, Philippe Parreno & Douglas Gordon.
All’opening, perfettamente riuscito, del 3 marzo scorso, a incantarci il cantautore islandese Ragnar Kjartansson che ha riletto anche i mitici pezzi di Gino Paoli come l’indimenticabile Il Cielo in una Stanza. Far convivere l’arte contemporanea con le meraviglie storiche di Firenze è sicuramente una operazione riuscitissima che non a caso, con la gestione di Galansino, i visitatori di Palazzo Strozzi, sono aumentati nel 2022 a trecentoquarantamila.