Al via la Fiera del Libro per Ragazzi /2
Conoscere Anne
Parla all'anima adulta dei bambini Anna Sarfatti, vincitrice del Premio Ceppo 2023 per l’infanzia e l’adolescenza. Nella conferenza che terrà oggi a Bologna, di cui pubblichiamo alcuni brani, traccia i presupposti di un pensiero libero che è alla base delle sue opere
Oggi, 6 marzo, alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna (Caffè degli Autori, alle 10,30), la scrittrice Anna Sarfatti legge la “Ceppo Ragazzi Lecture 2023”, intitolata Dialogare con l’anima adulta dei bambini e scritta per il Premio Internazionale Ceppo, a cura di Paolo Fabrizio, dopo aver ricevuto, il 25 gennaio scorso, il Ceppo per l’infanzia e l’adolescenza. La lecture è stata scritta rispondendo alle sollecitazioni delle tre parole chiave – Crescita, Partecipazione, Libertà – proposte da Ilaria Taglaferri, giurata del Premio Ceppo, ed è stata pubblicata sul n. 137 della rivista LiBeR, trimestrale di libri per bambini e ragazzi. Pubblichiamo l’inizio e la fine della Lecture. (Per saperne di più: https://paolofabrizioiacuzzi.it/ceppo-67-anna-sarfatti-e-la-ceppo-ragazzi-lecture-alla-fiera-del-libro-di-bologna/).
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In una lettera a sua madre del 1955, mia madre commentava la mia noiosa insistenza nel chiedere che mi leggesse ad alta voce: «Sono convinta che le passerà quando saprà leggere e scrivere, perché giocare non le interessa». Le mamme vedono lontano. A cinque anni aspettavo di imparare a decifrare le parole scritte per divertirmi in autonomia. Che felicità arrivare a leggere da sola le filastrocche di Lina Schwarz, Babardi Jean de Brunhoff e le storie dai drammatici epiloghi di Pierino Porcospino di Heinrich Hoffmann, le Fiabe Italiane di Italo Calvino e i tanti classici, da Storie della storia del mondo di Laura Orvieto a I ragazzi della Via Pál di Ferenc Molnár, mentre i miei genitori imbandivano puntate di complice ilarità leggendoci Achille Campanile e P.G. Wodehouse.
Non solo i libri alimentavano la mia curiosità per le parole scritte: seguivo le imprese di Bibì e Bibò sul Corriere dei piccoli, mentre aiutavo la nonna nei cruciverba de La Settimana Enigmistica; amavo gli erbari di mio padre, botanico, su cui a volte scrivevo il nome delle piante. Ho sguazzato in questo mare, una ricca dispensa di parole, che da subito ho rimesso in gioco scrivendo filastrocche, racconti e i tanti “temi” che l’amata maestra ci assegnava. Su ispirazione di Gian Burrasca inaugurai il mio primo diario. Poi, nella difficile traversata dell’adolescenza, alle prese con l’elaborazione della mia identità in relazione alla storia di famiglia (sono figlia di ebrei antifascisti che hanno vissuto vicende complesse e dolorose per la persecuzione antiebraica e per la Resistenza), mi sono confrontata con letture più impegnative. Fui fortemente turbata da Se questo è un uomo di Primo Levi dal Diario di Anne Frank. È quindi comprensibile l’emozione provata quando Giunti mi ha invitata a scrivere un testo per la bella edizione del Diario appena pubblicata, nella versione per ragazzi. Ho gettato un ponte tra adolescenze di generazioni diverse: Anne e i suoi coetanei di oggi, ma anche la me adolescente, e mia madre, coetanea di Anne.
Altro frutto di quell’interminabile lavoro di scavo e costruzione intorno alle radici è un romanzo per ragazzi appena uscito per Giunti, Il nido del tempo, in cui la storia di chi ha subito la persecuzione antiebraica si intreccia con quelle di due adolescenti dei nostri giorni, alle prese con le loro difficoltà. Dal loro incontro si attiveranno le risorse per lenire le ferite e sviluppare nuove consapevolezze. (…)
Nell’inseguire la mia libertà come donna, madre, autrice, insegnante e cittadina, ho cercato di tracciare sentieri che aiutino i bambini. Volevo e voglio dialogare con la loro “anima adulta”, che chiede di capire la realtà in cui vive ma ancora non osa o non sa porre le domande. Insieme a Michele Sarfatti ho scritto L’albero della memoria e Fulmine, un cane coraggioso (Mondadori) per raccontare la Resistenza e la persecuzione antiebraica in Italia. Penso che questi libri, insieme a quelli sulla Costituzione, aiutino i bambini a capire come la pace, la libertà, la giustizia, l’uguaglianza e il rispetto siano stati conquistati a carissimo prezzo individuale e collettivo.
Sempre di libertà, o meglio di liberazione dalle condizioni di asservimento imposte ai lavoratori stranieri nella Svizzera del dopoguerra, parla Non piangere, non ridere, non giocare di Vanna Cercenà (Lapis); mentre il mio titolo Non ci sto! (Feltrinelli) racconta ai bambini la lotta contro la mafia e l’illegalità. Nella mia idea di libertà c’è anche il riconoscimento critico di stereotipi e pregiudizi, e allora come non raccomandare ai più piccoli la lettura di Gli Snicci di Dr. Seuss e agli adolescenti di Oh boy! di Marie-Aude Murail, entrambi editi da Giunti. Anche il recente Il distillato della felicità di Teresa Mattei (Salani), partigiana e membro della Costituente, che propone un brioso racconto sul valore del denaro contrapposto a ciò che davvero conta nella vita, è una storia di conquista della libertà.
«Ho il diritto di scegliere» ha scritto una bambina sotto un disegno che mi ha regalato dopo un incontro. Proprio al concetto di scelta ho dedicato l’albo Se vuoi la pace. Per scegliere occorre conoscere e confrontarsi democraticamente con gli altri: sono questi i presupposti di un pensiero libero.
Nella foto vicino al titolo, Anne Frank