Every beat of my heart
Irripetibile estate
Per Gottfried Benn, un grande del Novecento che andrebbe davvero riletto, la stagione del “fuoco” è come un tratto di vita che «irreparabilmente» termina. Della battaglia «calano i segni, i vessilli», «le immagini si spengono, si sottraggono al tempo»…
“Irreparabilmente”: avverbio che sancisce in modo assoluto la fine, meglio la cessazione senza strascichi, dell’estate, del tempo del calore, della luce piena: non si profila un passaggio, quel tempo è chiuso.
Non persiste ricordo, e il sogno di un’altra estate, il prossimo anno… L’estate della vita, per il poeta, è una, irrepetibile. Esemplare il titolo del libro da cui la poesia è tratta, Poesie statiche, di Gottfried Benn, uno dei maggiori del Novecento, che andrebbe davvero riletto, è irrinunciabile. Statica la poesia che fissa una situazione immutabile, nel bene e nel male: immobilizza una storia e una vicenda, anzi, ogni attimo. Fine dell’estate: le immagini si spengono, si sottraggono al tempo, e anche l’acqua che le specchia è lontana. Con la fine dell’estate si è spento il fuoco, e tutto il caldo del sole e della pienezza estiva, fatto di contrasti, battaglie, pienezza, di sangue e vita, se ne è andato. La vita, d’estate, l’amore, ogni istante, sono agonismo, felice lotta focosa dell’essere: ora la battaglia è finita, irreparabilmente: solenne chiusura che esclude i languori dell’autunno incipiente. Non c’è spazio per nostalgia e rimpianto. C’è stata l’estate, il pieno vivere.
Giorno che chiude l’estate
Giorno, che chiude l’estate,
cuore, cui toccò il segno:
mondate son le fiamme,
finiti i flutti e il gioco.
Le immagini si spengono,
si sottraggono al tempo,
un’acqua ancora le specchia,
ma anche quest’acqua è lontana.
Hai provato una battaglia,
ne senti gli assalti, le fughe,
nel mentre le torme, le schiere,
gli eserciti se ne vanno.
Rose e uomini d’arme,
frecce e fiamme lontano –:
calano i segni, i vessilli –:
irreparabilmente.
Gottfried Benn
Da Poesie statiche, traduzione Giuliano Baioni