Laura Pinato
Una novità editoriale

Classici a fumetti

La casa editrice Fanucci ha presentato in anteprima al Romics i primi quattro volumi di una nuova collana dedicata alla graphic novel. Creata in collaborazione con la Scuola Romana dei Fumetti, è incentrata sul retelling illustrato di grandi classici della letteratura

Sergio Fanucci festeggia i cinquant’anni della sua casa editrice e lo fa presentando in anteprima al Romics – la celebre festa romana del mondo dei comics, la cui XXVIII edizione si è tenuta dal 7 al 10 aprile 2022 – il nuovo impegno editoriale della Fanucci: entrare nel mercato del fumetto. Lo strumento di questa nuova missione è una neonata collana, la Fanucci Comics, che l’editore si augura diventerà presto un vero e proprio marchio. La linea editoriale della Fanucci Comics per ora è unitaria e specifica: quella del retelling e più precisamente del riadattamento a volumi illustrati di grandi classici della letteratura occidentale.

Ne sentivamo il bisogno? Certo c’è da chiederselo. Ma non stupisce la scelta di Fanucci se si considera che la nostra cultura è ancora, in fondo, immersa nel postmoderno. Il retelling, il riadattamento, l’attualizzazione, la necessità di fornire una propria visione dei classici risultano quasi dei valori nella nostra cultura.

All’evento di presentazione dei primi quattro volumi della raccolta, Fanucci dà una sua risposta. Le storie sono solo storie. Ciò che viene davvero illustrato è la rielaborazione dell’autore di quella storia, il suo sguardo sui personaggi e sulle vicende. Ci soddisfa questa risposta? Probabilmente no, ma è per Fanucci solo il gancio per formulare un’interessante osservazione sulla funzione della graphic novel. Il fumetto ha una responsabilità maggiore del romanzo: crea immagini che si stampano nella mente di chi osserva. Chi legge un romanzo per la prima volta immagina le situazioni e i personaggi descritti in un certo modo, diverso da quello di un altro lettore e diverso anche dal suo se rilegge lo stesso volume anni dopo. Il fumetto, invece, rimane quello per sempre, perché il disegnatore e l’autore offrono al lettore una sola immagine, che non cambierà. Questa responsabilità per Fanucci va presa molto seriamente e chiama a una sfida.

Il mercato della “graphic novel made in Italy” può essere un piatto succulento per una casa editrice e la scelta di entrarvi potrebbe essere, quindi, un buon investimento. Resta, tuttavia, da domandarsi come mai la Fanucci non abbia privilegiato la trasposizione illustrata di romanzi e storie appartenenti ai suoi generi di punta: il fantasy, il fantascientifico e l’horror.

Nonostante fette di mercato che si distinguono da altre per essere più redditizie, comunque, l’editoria in sé, a pensarci bene, appare come una difficile sfida nel 2022. Scrivere romanzi, così come, appunto, creare e disegnare fumetti – riflette Fanucci – sembra un’ingiustificata dispersione di energia. Il creatore lavora per mesi, a volte anni. Il fruitore, invece, esaurisce il prodotto in pochi giorni o, nel caso di un fumetto, addirittura in poche ore. Questo destino delle graphic novel sembra, però, comune alla maggior parte dei prodotti culturali: è insito nella loro stessa natura avere un lunghissimo periodo di gestazione, che si esaurisce in una breve fruizione. Si pensi ai film (anni di lavoro di centinaia di persone condensati in un paio d’ore) oppure a un brano musicale (mesi di lavoro di composizione e studio che si esauriscono in tre o quattro minuti).

Per rendere possibile la nascita della Fanucci Comics, la casa editrice ha avviato una collaborazione con la Scuola Romana dei Fumetti, un polo di formazione nella capitale per molti disegnatori e autori, fondata da Stefano Santarelli, che è anche uno dei docenti dei corsi offerti nonché l’autore di una delle quattro nuove proposte della Fanucci. Fra i titoli offerti in anteprima al pubblico del Romics appaiono due Shakespeare, un Orwell e un Upton Sinclair: La fattoria degli animali, Adamo mano di pietra, Giulietta zombie e La caduta di Macbeth.

Come Santarelli racconta, il filo che collega i quattro testi scelti per essere riadattati a fumetti da sceneggiatori e disegnatori legati alla scuola, è quello del potere: si tratta di quattro sue diverse declinazioni. Sullo schermo alle spalle degli ospiti, appaiono in anteprima alcune immagini delle quattro graphic novel e ciò che salta immediatamente all’occhio è sicuramente una varietà di stile, che, se artisticamente non può che essere apprezzata e incoraggiata, resta da chiedersi quanto possa essere vantaggiosa a livello di marketing per la neonata Fanucci Comics.

L’uscita dei primi due volumi è attesa per l’estate. La fattoria degli animali, tratto dall’omonimo romanzo di George Orwell, scritto da Alessandro Ruggieri, disegnato da Yoshiko Watanabe e colorato da Mirko Milone, racconta il potere per il potere, il potere assoluto, tirannico. La storia è tanto nota quanto la sua trasposizione illustrata complessa. La disegnatrice, Yoshiko Watanabe, collaboratrice del padre del fumetto nipponico Osamu Tezuka, accetta la sfida di far mantenere ai protagonisti i tratti fisici degli animali, senza antropomorfizzarli, pur facendoli agire come se fossero esseri umani. Adamo mano di pietra, invece, tratto da La Giungla di Upton Sinclair, scritto da Stefano Santarelli e disegnato da Valerio Forconi, racconta una sfumatura del potere economico e trova una sua forte modernità nel tema dell’emigrazione.

La seconda tranche di pubblicazioni è prevista, invece, per l’inverno 2022/23 ed è tutta shakespeariana. La prima graphic novel è Giulietta Zombie, scritta da Jacopo Angelini e disegnata da Chiara Iacobelli, un viaggio attraverso la forza di un potere diverso, quello dell’amore. In questa rivisitazione – spoilera l’autore, Jacopo Angelini – Giulietta, infatti, per amore supera anche la morte. D’altronde da adolescenti innamorarsi – continua lo sceneggiatore – ci suscita davvero la sensazione di poter superare tutto, anche quel tremendo senso di estraneità che percepiamo rispetto al resto del mondo. Ci permette di affrontare le nostre paure con un coraggio che altrimenti non avremmo. Il secondo volume è La caduta di Macbeth, scritto e disegnato da Federico Mele, che affonda la sua penna direttamente nel cuore della Tragedia Scozzese: la brama di potere spinge un uomo, dopo avergli fatto ottenere tutto, a cadere, fino a perdere quel tutto e insieme anche sé stesso. Un avvio promettente questo della Fanucci Comics. Alcuni nomi più noti, ma altri esordienti. È sempre un grande piacere assistere alla nascita di un progetto che dà la possibilità anche a nuove leve di accedere al mercato. Fanucci, poi, nel raccontare la sua linea editoriale, pur presentando con orgoglio il fil rouge del retelling, lascia uno spiraglio all’accoglienza di narrazioni originali, purché siano di valore. Perché questo è in fondo il motore che muove da sempre l’editoria: la ricerca della grande storia.

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