Every beat of my heart
Le radici di Pound
Il miracolo della linfa che si fa poesia. Questo raccontano i versi dell’autore americano. Come Whitman e Dylan Thomas, e come tanti altri grandi, i poeti sono «un pezzo di anima del mondo» che dalla terra si mette in comunicazione col cielo
Il Pound giovane, meglio il primo Pound, che è sempre giovane e sempre folle e sapiente, ricrea l’incanto degli stilnovisti, ma dilatandone la sfera. Facendola immediatamente cosmologica. Chi parla è il poeta lirico, ma, con un recupero straordinario quanto criptico di Ovidio, il poeta che racconta, folgorato, come uomo prima sia stato un albero. Ha ricevuto una conoscenza cosmica, dalle radici fino al confine con il cielo, ha vissuto, prima di essere uomo di occhi e sangue, il miracolo della linfa.
Come in Whitman, e poi in Dylan Thomas, il lirico non è un umano che scrive e si interroga, o stupisce: è un pezzo dell’anima del mondo, fatto altro, fatto poeta.
L’albero che attendeva, e conquistava, la voce.
L’albero
Immobile, io fui un albero nel bosco
appresi cose prima ignote,
seppi di Dafne, e della fronda d’alloro,
di quei due vecchi sposi che ospitarono gli dèi,
e divennero querce in mezzo alla brughiera.
Ciò non avvenne prima che gli dèi
fossero stati invitati e accolti.
Al camino della loro casa amata
essi poterono compiere il miracolo.
Eppure io sono stato un albero nel bosco,
e ho compreso tante cose nuove,
che prima erano follia per la mia mente.
Ezra Pound
Traduzione di Roberto Mussapi