Every beat of my heart
La soglia necessaria
“… a turbarci il sangue / è solo il suo anelito alla tomba”. Questi versi di Yeats indicano un passaggio drammatico che tuttavia non è desiderio di morte ma desiderio di nuovo inizio in cui la vita si rimette in gioco
Non s’inganni il lettore del grande Yeats: la nostra vita non è un desiderio di morte. L’anelito alla tomba, che io traduco nella stessa voce del poeta, non è desiderio di morte ma necessità della soglia. Del punto in cui un’esperienza finisce e ne inizia un’altra. Un passaggio, non sfumato, ma drammatico. L’anelito alla tomba è la sete dl mistero, la fame dell’aldilà che brucia in vita in chi la sa vivere in se stessa e oltre.
Foscolianamente la tomba non è un freddo, marmoreo sepolcro. Ma un punto in cui voci si parlano, la vita ritorna in gioco. Questo, non l’Eterno Ritorno, è l’anelito di Yeats. Attesa famelica della soglia, speme di ricominciamento, incessante.
La ruota
Per tutto l’inverno invochiamo primavera,
e in primavera invochiamo l’estate,
e quando le siepi vibrano stracolme,
giuriamo che niente è come l’inverno,
e che dopo non c’è niente di buono,
– la primavera non è ancora tornata –
e non sappiamo che a turbarci il sangue
è solo il suo anelito alla tomba.
William Butler Yeats
Da Verso Bisanzio, Feltrinelli 2018, traduzione di Roberto Mussapi