Cartolina dall'America
Strategia Biden
Il presidente statunitense ha rinfrancato gli alleati europei e poi ha incontrato Putin. Ha riconosciuto all'uomo forte del Cremlino una leadership innegabile e un ruolo chiave sulla scena internazionale. Ma non ha fatto sconti in materia di democrazia e diritti umani
Dopo i meeting con i leader europei, e dopo la conferenza stampa seguita al suo incontro a Ginevra con il presidente russo Vladimir Putin, proprio prima di salire sull’ Air Force One, Joe Biden ha affermato che molti rappresentanti dei governi europei non solo hanno salutato positivamente l’atteso ritorno degli Stati Uniti sulla scena internazionale, ma l’hanno anche ringraziato per avere promosso il meeting con Putin. Il presidente americano infine, cosa impensabile da parte del suo predecessore, si è scusato per essere stato troppo brusco con una giornalista della CNN, Kaitlin Collins.
L’incontro con Putin si è tenuto nella villa svizzera di La Grange a Ginevra. L’ultimo incontro storico in quella città risale al 1985 quando Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov lì convennero prima della richiesta a Berlino da parte del presidente americano a quello sovietico di abbattere il muro che separava il mondo occidentale da quello della cortina di ferro. In nome della libertà e dei diritti umani. Il mondo era ancora diviso in due dalla guerra fredda.
Ieri nella stessa villa ottocentesca si sono incontrati di nuovo il presidente americano Joe Biden e quello russo Vladimir Putin. Il tono è stato guardingo e attento, ma almeno all’apparenza costruttivo e interlocutorio. In precedenza tra i due paesi c’erano state tensioni sia rispetto ai diritti umani sia rispetto alle interferenze russe nelle elezioni americane e ai cyber attacchi. E non si deve pensare che questo incontro, come ha ribadito Biden, rappresenti un momento in cui ci si prende a braccetto l’uno con l’altro e si trovino immediatamente punti di contatto tra i due paesi.
Trump era assolutamente sottomesso ai voleri di Putin e non aveva mai messo sul piatto la cyber sicurezza, né tantomeno l’importanza dei diritti umani. Per ovvi motivi, Putin ormai al potere da diversi anni, si sa, è particolarmente scaltro e certamente sa come muoversi in situazioni delicate senza spostare di un millimetro l’asticella delle sue posizioni. Biden d’altra parte con il suo stile apparentemente dimesso e sottovoce, non fa sconti a nessuno. Tempo fa ha definito Putin un killer, senza poi fare un solo passo indietro rispetto a quella pesante affermazione. Ha ribadito ieri di avere compiuto ciò che si era proposto di fare e che incontrarsi faccia a faccia, guardandosi negli occhi, non ha pari: le relazioni tra i due paesi devono essere stabili e prevedibili in molti settori. Dopo avere definito Putin “intelligente, un duro e come si direbbe in un linguaggio sportivo un degno avversario”, Biden ha chiarito che il loro incontro, considerato da alcuni giornalisti troppo breve, è stato invece proficuo. Ha ribadito, al contrario di Trump, la necessità della difesa della democrazia e dei diritti umani, dicendo che questo è un obiettivo fondamentale connaturato al Dna degli Stati Uniti. Dunque, tra le altre, la situazione di Navalny – oppositore di Putin – è tenuta sotto osservazione. Si sa che Putin ha rimarcato, in risposta a queste affermazioni, non solo che il dissidente si è voluto fare arrestare di sua volontà, ma che nelle strade americane continuano a morire molti cittadini innocenti, vittime di una proliferazione di armi fuori controllo e tanti neri uccisi dalla polizia. E che anche questa è una violazione dei diritti umani.
Biden ha inoltre affermato che le molte aree strategiche in cui esistono frizioni – Siria, Iran Afghanistan – saranno oggetto di discussioni bilaterali su cui si possono mettere in atto strategie comuni. Anche la Bielorussia e l’Ucraina sono sul tavolo delle diplomazie dei due paesi
Due sono stati i punti che Biden ha voluto sottolineare di questo meeting, oltre a quello fondamentale dell’incontro di persona, e cioè l’individuazione dei punti di contatto tra i due paesi e la chiarezza di strategie su cui si può agire bilateralmente. Oltre a questo, ha ribadito che le direttive della sua politica estera non sono contro la Russia ma hanno come obiettivo il benessere dell’America. Ma altrettanto specificamente e chiaramente ha detto che se verranno violate certe condizioni fondamentali per la democrazia e i diritti umani, ci saranno conseguenze. Questo meeting è servito dunque a gettare le fondamenta di una possibile collaborazione molto chiara in termini dii cyber sicurezza, di accordi sulla riduzione delle armi nucleari e di ambiente. Biden, pur insistendo che non ci sono conclusioni precise, ha chiarito che da adesso la posizione americana è di attenta osservazione rispetto alle mosse dell’alleato/avversario. Ha affermato con forza inoltre che nessuno dei due paesi ha interesse a ristabilire una sorta di guerra fredda.
Se da questo incontro Biden ha tratto elementi di chiarezza nei confronti degli alleati e degli avversari, a Putin, che ha definito l’incontro “costruttivo”, vengono riconosciuti una leadership e un peso internazionale. Cioè, esattamente quello che il leader del Cremlino aveva sperato. Adesso si tratta di vedere se da questi abboccamenti deriverà una strategia coerente e conseguente da parte dei due paesi.