Every beat of my heart
Sconfiggere il Nulla
L’atleta ancora una volta celebrato da Pindaro nelle “Olimpiche”. Non si lotta per avere la meglio sull’avversario, ma per restare nella memoria. Per «gli inni di fama perenne, dolci e lapidei garanti delle imprese». Come Achille, per vivere in eterno
Dai miei Lirici greci di prossima uscita per Ponte alle Grazie, anche Pindaro, non incluso finora nei Lirici in quanto non appartenente al genere in senso ortodosso.
Per me la lirica non è solo un genere, ma il combustibile di tutta la poesia.
Qui nelle Olimpiche la celebrazione della gloria, che è il valore assoluto dei Greci: non c’è vita dopo la morte, l’Oltretomba greco è buio, cupo regno di Avern, le anime, ombre vacue e dolenti.
L’unica vita eterna è nel tempo, e si chiama memoria.
Per questo Achille cerca la morte, giovane, nel pieno della forza e della bellezza: per vivere eternamente.
Così l’atleta non lotta per sconfiggere l’avversario, ma per sconfiggere il Nulla, perdurare nella memoria, che rima con gloria.
Il tempo e la gloria
Spesso agli uomini è indispensabile il vento,
altre volte le acque del cielo figlie delle nubi.
Quando uno consegue, lottando, la vittoria,
ecco gli inni di fama perenne,
dolci e lapidei garanti delle imprese.
È una lode priva di sfumature d’invidia
quella che spetta ai vincitori di Olimpia
e che la mia lingua qui, salva e preserva.
È dono di un dio che fa sbocciare nell’uomo
l’arcana e misteriosa sapienza dei poeti.
Quindi sappi, Agesidamo, figlio di Orchestrato,
che io per la vittoria nella gara del pugilato,
per la corona luminosa dell’olestro,
intonerò un canto dolce come il miele
alla stirpe dei Locresi Epizefiri.
Fate festa. Prometto, Muse, che voi approderete
a un popolo ospitale e educato al bello,
un popolo sapiente e insieme guerriero.
Non devono cambiare la loro natura
la volpe rossastra e il leone ruggente.
Pindaro
Da Olimpica, XI, traduzione di Roberto Mussapi