All'Auditorium Lo Squero di Venezia
Ritorno in musica
Ripartono i concerti della Fondazione Cini e Asolo Musica nello splendido scenario dell'Isola di San Giorgio. Dopo il Quartetto di Venezia, che ha eseguito Bach e Beethoven, toccherà al piano jazz con Danilo Rea e Uri Caine
La musica cameristica ha una sua naturale, intrinseca dimensione legata alla socialità: tra il Settecento e l’Ottocento era uso ritrovarsi nei salotti patrizi ad ascoltare esecuzioni di piccoli complessi strumentali per godere della musica e al tempo stesso incontrarsi, conoscersi, stare insieme, vivere. Insomma, proprio quel che che ci è mancato, in questi mesi. Per questo, probabilmente, la Fondazione Cini ha aperto la nuova stagione concertistica al bellissimo Auditorium “Lo Squero” sull’Isola di San Giorgio a Venezia, proprio con due composizioni per quartetto d’archi. A sottolineare la voglia di incontrarsi di nuovo che la musica – tra l’altro – incarna. Si trattava, infatti, di tornare alla musica (e, appunto, alla sua dimensione straordinariamente sociale) con la speranza di chiudere la buia stagione dell’emergenza sanitaria nella quale il caso ci ha precipitato ormai da oltre un anno.
E, dunque, il programma del concerto prevedeva l’esecuzione di Passacaglia e fuga in do minore BWV 582 di Johann Sebastian Bach e il Quartetto in si bemolle maggiore op. 130 di Ludwig van Beethoven. Protagonista dell’evento, il Quartetto di Venezia, eccellenza interpretativa italiana, da anni in residenza stabile presso la Fondazione Cini, composto da Andrea Vio al primo violino, Alberto Battiston al violino, Mario Paladin alla viola e Angelo Zanin al violoncello.
La composizione giovanile di Bach, scritta in origine per organo, ha una trasposizione per quartetto d’archi: la complessità della scrittura organistica, nonché una certa gravosità barocca tipica di certa scrittura di Bach si stempera negli archi che, almeno nella mirabile esecuzione del Quartetto di Venezia, giocano con il ritmo ipnotico della Passacaglia (una girandola di variazioni) assumendo pienamente i tratti del “divertimento” settecentesco. Sicuramente, per chi scrive, la sua scoperta è stata la più sorprendente di questa occasione veneziana.
Più articolata e tradizionale, invece, la partitura in sei movimenti di Beethoven che il Quartetto di Venezia ha eseguito vigorosamente nella versione che l’autore realizzò subito dopo la prima esecuzione, ossia deprivata di una Grande Fuga che, all’epoca, venne giudicata troppo lunga e complessa.
Non a caso, dunque, la nuova stagione de “Lo Squero” è intitolata alla «ripartenza»: si tratta di un progetto che punta fortemente a un recupero della normalità (benché, ovviamente, in sala tutti fossimo distanziati e chiusi dietro le nostre mascherine). Lo Squero è il nome di un bellissimo auditorium sistemato, appunto, negli spazi del vecchio cantiere navale dell’Isola (squero, in dialetto veneziano): una sontuosa vetrata sul Bacino di San Marco chiude lo spazio scenico e proprio questa “apertura” sul mondo (con un naturale via vai di barche e vaporetti) ha dato un ulteriore significato simbolico al concerto della ripartenza. L’esecuzione, infine, era dedicata al musicologo Giovanni Morelli – a lungo attivo a Venezia e presso la Fondazione Cini, nonché docente a Ca’ Foscari – a dieci anni dalla scomparsa.
La stagione organizzata dalla Fondazione Cini e da Asolo Musica proseguirà con due pianisti jazz dallo stile compositivo ed esecutivo profondamente diverso, Danilo Rea e Uri Caine, che si esibiranno rispettivamente sabato 5 giugno e sabato 19 giugno prossimi. Tutti i concerti avranno due appuntamenti, alle 15 e alle 17.30, in modo da accogliere il maggior numero possibile di spettatori, malgrado le restrizioni che segnano questa ripresa delle attività culturali e di spettacolo. Da settembre, poi, la stagione concertistica riprenderà con la sua normale programmazione sotto la direzione artistica di Federico Pupo.