Lidia Lombardi
Verso il Premio Strega/2

Piccoli libri crescono

Per statuto, nella cinquina del premio romano deve esserci almeno un titolo proposto da una casa editrice estranea ai potentati. Quest'anno i riflettori sono puntati su due esordienti, Daniele Petruccioli e Alice Urciuolo. Ma anche su un critico celebrato: Emanuele Trevi

Vasi di coccio tra vasi di ferro? Destinati, nella tenzone del Premio Strega, a cadere e rompersi prima della finalissima al Ninfeo di Villa Giulia? Il teorema non è certezza assoluta. Nella contesa letteraria – a lungo appannaggio dei potenti dell’editoria sostenuti dalle trame del salotto Bellonci comunque salvifiche per la letteratura alta – molto è cambiato. Per statuto, nella cinquina deve entrare almeno una casa medio piccola, fuori dalle sinergie dei grandi gruppi. Altrimenti la cinquina deve allargarsi a sei titoli. Significa che i riflettori si orientano verso romanzieri all’inizio della scalata, illuminano comparse altrimenti destinate all’ombra. Lo scorso anno è avvenuto per Jonathan Bazzi che con Febbre (Fandango) ha avuto la gloria della fascetta gialla e un ulteriore incremento alla vendita del suo libro. Quest’anno nell’agone entrano due case tanto marginali quanto coraggiose e due autori all’esordio nel romanzo.

Nella nostra seconda puntata di ricognizione sui dodici titoli in gara, cominciamo con l’ingresso più sorprendente, quello di TerraRossa, editrice di Alberobello, che presenta La casa delle madri di Daniele Petruccioli, romano, traduttore, insegnante universitario. Un nome non sconosciuto e tuttavia tanto sorpreso di essere stato inserito dal comitato direttivo della Premio nella rosa dei finalisti da dire che per lui è già come aver vinto una lotteria. Del resto esulta anche la Puglia che segue la letteratura: basta sfogliare le Terze Pagine delle testate locali per percepire la soddisfazione, anzi il tifo, dell’Italia a sud dello sperone. TerraRossa, fondata a Giovanni Turi che ne è anche il direttore editoriale, si articola in due collane: i Fondanti, cioè i libri che, travolti dalla continua ondata di pubblicazioni, risultano introvabili pur se firmati dai maggiori romanzieri degli ultimi anni; e Sperimentali, opere di autori che puntano alla originalità e rifuggono dall’idea di lettura come intrattenimento.

La casa delle madri (298 pagine, 16 euro) narra le dinamiche familiari in un milieu ormai poco rappresentato, la borghesia colta. Due gemelli, Ernesto ed Elia, nati da Sarabanda e Speedy, genitori distratti dalle sirene del Sessantotto che per loro sembra non finire mai, sono inesorabilmente lontani ancorché vivano sotto lo stesso tetto. Perché uno dei due, Ernesto, ha una sofferenza mentale che sbotta nell’autolesionismo; mentre il fratello – sollecitato continuamente dalla madre a badargli – sconta con un inesausto senso di colpa la propria normalità. Uno sbilanciamento che si riflette pure nello stile di Petruccioli, periodi lunghi anche una pagina, in una libertà di scrittura alla quale non ha voluto rinunciare. Annota Elena Stancanelli, l’Amica della Domenica che ha candidato il libro: “Daniele Petruccioli racconta questa storia con lingua raffinata e un andamento che incanta. Le anse dell’amore, le morti, l’appartenenza e la fuga. Case, gatte, nonne e bambini protagonisti di un’esistenza normale, normalmente dolorosa”.

Adolescenti spiazzanti nella loro foga di crescere in Adorazione (352 pagine, 17,10 euro) di Alice Urciuolo, ventiseienne di Priverno, esordiente nel romanzo ma formata sulla sceneggiatura di una fortunata serie di Netflix. Un titolo e un’autrice perfettamente in linea con la filosofia di 66thand2nd, casa editrice nata a Roma nel 2008 con un nome – l’incrocio tra due strade di New York – che è omen: attenzione ai fermenti della narrativa angloamericana. Il che non esclude quella verso talenti italiani, come dimostra l’opera finalista allo Strega. Sullo sfondo di una provincia con poca storia e molte contraddizioni – Pontinia, fondata come le altre città della pianura dopo la bonifica fascista – quattro amici, durante l’estate tra Latina e le dune di Sabaudia, tornano a interrogarsi sulla morte di una della loro comitiva, Elena, uccisa dal fidanzato che lei voleva lasciare. Un femminicidio, maturato nella congerie culturale conformista e reticente che si trascina dal passato alle nuove generazioni, con al centro l’idea patriarcale che la donna sia possesso dell’uomo.  Un disamore che i quattro protagonisti vivono anche come retaggio delle proprie famiglie, in un vuoto che li conduce a “relazioni tossiche”, dice Urciuolo, al sesso scombinato dove la sopraffazione si mischia alla tenerezza, ad una ricerca di sé contraddittoria, nella quale emerge la parte peggiore di ciascuno. Sullo sfondo delle architetture metafisiche dell’Agro Pontino, stranianti come l’ideologia che le ha generate, arriverà infine la accettazione di sé da parte dei quattro protagonisti. Per Daniele Mencarelli, che ha proposto questo romanzo di formazione, “Adorazione canta la fame di vita di un’intera generazione, che nella libertà sessuale tenta di dimenticare la sofferenza affettiva e il senso di vuoto, spesso lasciato da adulti che mancano di risposte e di coraggio. Coraggio, invece, incarnato dall’autrice, capace di utilizzare le diverse lingue e forme narrative del nostro squilibrato presente”.

Del libro di Emanuele Trevi, Due vite, Succedeoggi si è già occupato allorché il titolo fu il primo iscritto – era la metà di gennaio – all’edizione 2021 dello Strega. Un’opera particolare, nella quale Trevi non inventa una storia ma ripercorre con raffinata ispirazione le esistenze presto stroncate di due appassionati e onesti scrittori, Rocco Carbone e Pia Pera, suoi amici come lo era stato il Pier Paolo Pasolini di Qualcosa di scritto. Due vite è del resto speculare alla filosofia di Neri Pozza, la casa editrice che lo pubblica. Il marchio reca il nome del suo fondatore, nel 1938, fattosi tale casualmente, per raccogliere l’eredità di un editore ebreo costretto dal fascismo alla fuga. Dai grandi poeti del Novecento italiano alla innovativa collana dedicata alla narrativa anglo-americana le scelte di successo della impresa veneta. Che ora fa parte di un gruppo editoriale – Athesis – articolato in quotidiani, concessionarie di pubblicità e televisioni tutti del Nord-Est. La Divisione Libri resta comunque indipendente, senza la ragnatela di librerie o società di distribuzione.

Di Due vite (128 pagine, 15 euro) scrive Francesco Piccolo: “Le storie, la memoria, la riflessione, le divagazioni e la distrazione sono tutte caratteristiche della scrittura di Trevi, e della sua capacità di tirarci dentro un tempo e un luogo che non pensavamo ci riguardasse tanto. E’ un libro capace di trasformare l’intimità e la malinconia in letteratura, rendendole universali… Ed è un libro che non assomiglia a nessun altro. Per questo lo candido con entusiasmo al premio”. Davvero c’è bisogno di trovare un senso esistenziale nella lettura. Il successo dei libri durante il lockdown è stato anche per questo.

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