Every beat of my heart
Consegnato alla Luna
Anche Byron ha mirabilmente cantato il crepuscolo, l’istante magico che svanisce, l’ultima luce del giorno che si immerge nella luce notturna di Selene. «… l’ora in cui odi tra i rami la nota acuta dell’usignolo» e «una lieve rugiada ha bagnato ogni fiore…»
Byron coglie l’incanto. Molti gli autori di versi sull’ora topica dl crepuscolo. Pochi i poeti di quel magico e non attinico istante. Tanto per iniziare escludiamo dalla poesia del crepuscolo i crepuscolari, per cui quella parola è una debole ideologia e una non nobile malattia.
Il crepuscolo è magico, in Tasso, in Campana, in Shelley, tutti poeti che hanno una percezione acquatica, non campestre del mondo.
Qui in Byron tutto si inumidisce e appare come in un acquario, quegli azzurri e quella tenebra chiara sono acquatici, la rugiada che bagna ogni fiore risponde al cielo dove spuntano le stelle.
In quell’istante, magico, il crepuscolo si consegna alla Luna, e all’istante si scioglie, svanendo liquidamente, nell’astro.
È l’ora
Questa è l’ora in cui odi tra i rami
la nota acuta dell’usignolo,
è l’ora in cui i voti degli amanti
suonano dolci in parole sussurro,
e i venti miti e le acque accanto
sono musica all’orecchio in solitudine.
Una lieve rugiada ha bagnato ogni fiore,
e nel cielo ora vedi le stelle,
e sull’onda un azzurro più profondo,
e sulle foglie un accenno più bruno,
nei cieli quella tenebra chiara
oscura dolcemente e oscuramente pura,
che segue lievemente al declinare del giorno,
mentre il crepuscolo si scioglie nella Luna.
George Gordon Byron
Traduzione di Roberto Mussapi