Luca Fortis
Tra arte e società

Modello Donna

Incontro con l'illustratrice libanese Raphaëlle Macaron, punta di diamante della nuova arte araba che, all’Institut du monde arabe di Parigi, rende un tributo a Oum Kalthoum, Fayrouz e Warda, tre donne musiciste che hanno cambiato la società mediorientale

L’Institut du monde arabe di Parigi rende un tributo alle più grandi artiste della musica e del cinema arabo del XX secolo, con una mostra evento che celebra sia la loro storia, che la loro eredità contemporanea. Pandemia permettendo, la mostra si terrà dal 12 maggio al 12 luglio. L’illustratrice libanese Raphaëlle Macaron ha prodotto per l’Istituto alcune opere esclusive che rappresentano tre grandi dive del mondo arabo, Succedeoggi l’ha intervistata.

Come è nato il progetto con l’Institut du monde arabe di Parigi per la mostra Divas, da Oum Kalthoum a Dalida?

L’Istituto del mondo arabo di Parigi ha programmato la mostra “Divas” che rende omaggio alle più grandi donne, musiciste e attrici del mondo arabo. I gestori del negozio del museo mi hanno contattato per creare dei visual ispirati alla mostra e che sarebbero stati disponibili su diversi prodotti. Abbiamo scelto Fayrouz per il Libano, Oum Kaltoum per l’Egitto e Warda per l’Algeria. Ogni immagine rende omaggio a un concerto cult di ciascuna delle dive.

Puoi parlarmi di Oum Kalthoum e del poster che hai fatto per lei? Quale delle sue caratteristiche ti ha ispirato?

Per il poster di Oum Kalthoum mi sono ispirata alle immagini dei tradizionali manifesti del cinema egiziano, dipinti a mano, spesso con un ritratto in primo piano e un paesaggio sullo sfondo. Quello che mi piace di queste composizioni è la libertà con cui si rappresenta un intero personaggio con un ritratto, con dettagli molto precisi o scene un po’ come nei “pack-shot” dei codici dei manifesti pubblicitari. Il suo ritratto di profilo con i suoi iconici occhiali da sole risuonava bene con il profilo della sfinge dietro di lei. È una sua foto molto conosciuta di fronte alle piramidi che mi ha ispirato, è una bellissima metafora sulla sua importanza nella cultura egiziana.

Il secondo poster è dedicato a Fayrouz, perché è una figura molto importante per il Libano? Come hai disegnato il poster a lei dedicato?

Quella di Fayrouz è molto personale perché la sua musica mi ha sempre accompagnato. Ho visto le registrazioni del suo concerto all’Olympia del 1979, quello che ho rappresentato nel manifesto. In quell’occasione è difficile non notare la sua classe, la sua eleganza, la sua presenza sul palco. In piedi di fronte a un’orchestra e a un esercito di ballerini, cattura tutta l’attenzione con i suoi occhi quasi socchiusi. Ciò che colpisce in questo concerto è il gioco di luci, vi è quasi un fascio luminoso su di lei, mentre accanto vi sono zone d’ombra molto scure. Fa quasi pensare all’espressionismo tedesco. Nel poster ho voluto rappresentare questa figura così maestosa e potente racchiusa in un fascio luminoso.

Il terzo poster è dedicato a Warda, puoi parlarmi di lei e del poster che hai realizzato?

Warda è un personaggio affascinante e il suo universo è così ricco! Mi sono divertita tantissimo a guardare i suoi costumi, le sue acconciature, i suoi vestiti di scena. Non riuscivo a decidere quale “look” avrei scelto, quindi ho cercato di creare un disegno in cui potessi rappresentarne il più possibile! Non saprei dire esattamente perché, ma alla fine mi sono ispirata alle composizioni delle copertine dei vecchi fumetti americani, forse per rappresentare meglio la sua stravaganza.

Sono tre donne forti e libere del mondo arabo, ispirano ancora le nuove generazioni?

Sì, penso che siano ancora figure molto stimolanti, che ispirano i giovani del mondo arabo. Restano importanti riferimenti musicali, ma anche culturali. Hanno un ruolo importante nella cultura popolare araba.

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