Every beat of my heart
L’Uno e noi tutti
«Non siamo l’infinito, ma lo annuvoliamo, e ne siamo particella a lui necessaria» spiega Roberto Mussapi nel commentare i versi del grande poeta sufi Jalàl Al-Din Rumi. Una poesia di mistero la sua, ma tutt’altro che misteriosa, al contrario, «evidente, come il respiro e il mare…»
Il grande poeta sufi Rumi è spesso presente in questa rubrica. Qui l’amore assoluto è portato al suo zenit e al suo cuore: flauto di canna, la fortuna, non il fato cieco dei Greci, un soffio divino che intona una nuova melodia. La vita è chiamata a battere il suo tempo, come una danza.
Il mondo è una cava di pietre preziose. Uno scrigno che contiene un tesoro. È un segreto: una mensa nascosta, che attende una festa. Cava di gemme, nel cui interno, nel cuore, si attende e si propizia un incontro a tavola tra umani.
Spasimo dell’uomo che attende l’amore nel divino, ebbrezza del vivere, l’oceano che ci possiede, e noi nubi sopra quel mare che offuschiamo.
Qui il vivere pulsante dell’uomo si fonde con il potente respiro del cosmo, nel mare, origine della vita e suo mistero, ma noi, umani, siamo non solo nuvola oscurante, ma il sottile, atomistico pulviscolo dell’aria.
Non siamo l’infinito, ma lo annuvoliamo, e ne siamo particella a lui necessaria.
L’Uno, e noi tutti.
Poesia di mistero, ma non misteriosa, evidente, come il respiro e il mare.
Come un flauto di canna, la fortuna
ha intonato una nuova melodia:
batti a tempo, mia vita, le tue mani
e coi piedi , mio cuore, muovi a danza.
C’è una cava di gemme che risplende,
c’è un mondo che sorride ed una mensa
guarnita nell’attesa della festa.
Siamo ebbri di fronte a quelle gote:
odoriamo una fresca primavera
affacciàti sul verde di un giardino.
Lui somiglia all’oceano e noi alle nubi,
lui è il tesoro e noi siamola rovina
che lo cela: lui è il sole che scintilla
noi il sottile pulviscolo dell’aria.
Jalàl Al-Din Rumi
Da Rumi, Settecento sipari del cuore, traduzione di Stefano Pellò, Ponte alle Grazie, 2020