“Papershow”, un libro a fumetti
Dal nostro inviato Vincenzo Paperica
Agli Oscar, a Cannes, a Sanremo, a Venezia, a Stoccolma… Con il giornalista Vincenzo Mollica trasformato in un cittadino di Paperopoli da Giorgio Cavazzano, il disegnatore con il quale firma dodici storie che sono un omaggio al cinema e alla letteratura, alla musica
Per chi ama i fumetti, e in particolare quelli di Walt Disney, Papershow (Giunti 2021, 9,90 euro) è un libro imperdibile. Il fumetto è un mezzo di comunicazione di massa che Umberto Eco, nel suo Apocalittici e integrati (Bompiani 1965) aveva, per così dire, “sdoganato” agli occhi dei sociologi e dei semiologi che riguardo questo fenomeno culturale avevano storto il naso o quanto meno lo avevano analizzato con molta sufficienza. Basta andare a rileggere le pagine, sempre nel saggio citato, riguardanti il linguaggio del fumetto. Un’analisi semiologica approfondita, e di grande valenza culturale, soprattutto quando Eco scrive di «un genere letterario autonomo, dotato di propri elementi strutturali, di una tecnica comunicativa originale, fondata sull’esistenza di un codice condiviso dai lettori».
Papershow, dunque. Vincenzo Mollica, firma storica del TG1, è un appassionato cultore di fumetti (oltre che esperto di cinema e di musica leggera). E nella prefazione al libro “la mia autobiografia … di penne e piume” svela che divenne l’inviato Vincenzo Paperica grazie a un disegno di Andrea Pazienza che lo ritrasse come un papero. Un disegno – scrive Mollica – che rimase nascosto in una cartellina per circa dieci anni. Fin quando la rivista Topolino gli chiese di scrivere una storia dedicata al centenario del cinema. Per realizzare questa storia a fumetti gli dettero la possibilità di collaborare con lo storico disegnatore disneyano Giorgio Cavazzano che trasformò Mollica in Paperica, un inviato che lavorava come reporter in una coloratissima Paperopoli.
Da questo singolare sodalizio sono nate storie davvero divertenti (il libro ne pubblica dodici) che portano il lettore alla cerimonia degli Oscar, al Festival di Cannes, al festival di Sanremo, alla Mostra del cinema di Venezia, al premio Nobel a Stoccolma. Sempre con Vincenzo Mollica, alias l’inviato Vincenzo Paperica, in primo piano. Tra le dodici storie, tutte in massima parte scritte da Mollica e tutte assai godibili, c’è da segnalare quella riguardante Paperica e la nonna da Nobel, nella quale l’inviato Paperica, appunto, accompagna nonna Papera a Stoccolma per ritirare il Nobel per la letteratura che le è stato assegnato. Con la premiata che, sull’esempio del suo predecessore Paperfò, tiene una lezione a fumetti sulla punteggiatura. E qui l’autore (Mollica) inventa una serie di strisce in rima quanto mai divertenti.
Un libro davvero particolare, un “unicum” nel panorama editoriale d’oggi, colorato, finemente ironico, ma soprattutto un omaggio al cinema, alla letteratura, alla musica, da parte di un giornalista che da anni dedica la sua vita professionale al mondo dello spettacolo.