Inizia la stagione dei premi letterari
Lo Strega è donna
In attesa della cinquina dei finalisti che sarà annunciata il 10 giugno, per ora il premio romano vede prevalere le scrittrici: sono sette contro cinque nella dozzina conclusiva. Con una sfida ravvicinata tra Donatella Di Pietrantonio e Teresa Ciabatti. Vediamo perché
Edizione LXXV, record di libri presentati dagli Amici della Domenica. Nell’anno della pandemia che ha visto reggere bene il mercato dei libri, il Premio Strega ha riavviato il suo rituale con la presentazione, rigorosamente on line come l’altr’anno, dei dodici libri in gara. L’hanno spuntata su un plotone di 62 titoli, mai tanti al vaglio del comitato della Fondazione Bellonci, che promuove l’alloro letterario italiano più importante. E la presidente Melania Mazzucco (gli altri componenti sono Pietro Abate, Valeria Della Valle, Giuseppe d’Avino, Ernesto Ferrero, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Helena Janeczek, Gabriele Pedullà, Stefano Petrocchi, Marino Sinibaldi e Giovanni Solimine) in cuor suo probabilmente gioisce di un altro primato: per la cinquina concorrono sette donne contro cinque uomini, il che dà una chance ulteriore alla vittoria finale di una scrittrice.
Ma ecco la dozzina, con storie per lo più autobiografiche e circoscritte nella dimora di famiglia o nel territorio di nascita: Il libro delle case di Andrea Bajani (Feltrinelli, presentato da Concita De Gregorio); Il pane perduto di Edith Bruck (La Nave di Teseo, promotore Furio Colombo); Splendi come vita di Maria Grazia Calandrone (Ponte alle Grazie, indicato da Franco Buffoni); L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito (Bompiani, “sponsor” Giuseppe Montesano); Sembrava bellezza di Teresa Ciabatti (Mondadori, presentato dal Sandro Veronesi, vincitore dello scorso anno con Il colibrì pronto a diventare film con la regia di Francesca Archibugi); Borgo Sud di Donatella Di Pietrantonio (Einaudi, indicato da Nadia Fusini); Cara pace di Lisa Ginzburg (Ponte alle Grazie, promotrice Nadia Terranova); Le ripetizioni di Giulio Mozzi (Marsilio, candidato da Pietro Gibellini); La casa delle madri di Daniele Petruccioli (Terra Rossa, indicato da Elena Stancanelli); Due vite di Emanuele Trevi (Neri Pozza, “sponsor” Francesco Piccolo); Adorazione di Alice Urciolo (66thand2nd, indicato da Daniele Mencarelli); L’anno che a Roma fu due volte Natale di Roberto Venturini (SEM, scelto da Maria Pia Ammirati).
Dicevamo della bilancia una volta tanto pendente sulle autrici. E un nome è già in pole position, quello di Teresa Ciabatti (nella foto accanto al titolo) con la storia distopica di un’adolescente che non accetta il suo aspetto e vive gli anni incerti in controluce alla sparizione di Emanuela Orlandi. Sarebbe il ritorno alla vittoria dopo tre anni di Mondadori, capace nel recente passato di imporsi in undici edizioni di fila, dal 2006 al 2017. Ma, sempre nei pronostici, l’insidia viene da Donatella Di Pietrantonio, immersa nel proprio borgo identitario del Meridione. E sarebbe un fuoco amico, poiché Einaudi, che la pubblica, è nella galassia Mondadori. Del resto quello della contesa in famiglia è un leit motiv inevitabile dello Strega, vista la dilatazione sempre maggiore dei grandi gruppi editoriali. Lo scorso anno Mondadori-Einaudi schierava addirittura tre titoli (Mencarelli, Parrella e Carofiglio) e Bompiani due (Ballestra e Barone). Nella dozzina appena esplicitata invece ci sono due libri pubblicati dalla casa fiorentina Ponte alle Grazie, che addirittura ne aveva cinque tra i 62 ai nastri di partenza. E Feltrinelli ha sì un solo titolo come marchio, ma è imparentata strettamente con Marsilio, di cui possiede il 55 per cento, e con SEM, l’editrice milanese della quale detiene il 37,5 per cento.
Così i titoli legati ai grandi gruppi sono ben nove, uno al medio Neri Pozza, e due soltanto a davvero piccole e indipendenti case editrici: TerraRossa – una realtà coraggiosa della Puglia che da una parte rilancia opere recenti ma introvabili e dall’altra pubblica inediti dalla originale ricerca stilistico/tematica – e la innovatrice 66thand2nd, romana, fondata nel 2008, un nome preso dall’incrocio di due strade di Manhattan, a indicare la propensione verso i fermenti della narrativa angloamericana e i giovani talenti italiani. E potrà così capitare che la cinquina, che sarà annunciata il 10 giugno e che potrebbe includere Emanuele Trevi, Edith Bruck e Andrea Bajani, diventi come nel 2020 una sestina, in ossequio alla norma introdotta qualche anno fa nel regolamento del Premio secondo la quale alla finalissima debba essere ammesso almeno un editore medio-piccolo.
Nel gioco delle strategie editoriali, infine, la sorpresa per certi cavalli di razza non mandati nell’agone o esclusi dalla dozzina. È il caso di Silvia Avallone, che con Acciaio arrivò seconda allo Strega 2010: Rizzoli non ha voluto candidare il suo Un’amicizia, che sarebbe stato il terzo titolo di punta al femminile del gruppo monstre “Mondazzoli”. Sensazionale anche l’esclusione dalla dozzina di due autori Bompiani del calibro di Paolo Di Stefano (il suo autobiografico Noi è stato presentato da Luca Serianni) e di Aurelio Picca (Il più grande criminale di Roma è stato amico mio, indicato da Edoardo Nesi) e – per la prestigiosa Harper-Collins – di Antonella Lattanzi (Questo giorno che incombe scelto da Domenico Starnone).
A leggere e valutare i dodici romanzi (si auspica tutti, sfuggendo alle pressioni dei grandi gruppi) saranno ora 660 votanti, distribuiti tra gli Amici della Domenica, studiosi scelti dagli Istituti italiani di cultura all’estero e i lettori forti indicati dalle librerie indipendenti. Che l’8 luglio – speriamo in presenza di autorI, editori e pubblico nella ritrovata cornice del Ninfeo di Villa Giulia – vinca davvero il migliore.